Vita Chiesa

Papa Francesco a Bartolomeo: «promuovere iniziative congiunte» tra cattolici e ortodossi su creato e pace

«Cattolici e ortodossi possano promuovere iniziative congiunte a livello locale su questi temi, perché ci sono molti contesti in cui gli ortodossi e i cattolici possono già lavorare insieme senza aspettare il giorno della piena e visibile comunione». Si conclude con questo auspicio il messaggio inviato dal Papa alla delegazione della Santa Sede, guidata dal card. Kurt Koch, presidente del Pontificio consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani, per la festa del Patriarcato ecumenico, nel quadro del tradizionale scambio di Delegazioni per le rispettive feste dei santi patroni: il 29 giugno a Roma per la celebrazione dei santi Pietro e Paolo e il 30 novembre a Istanbul per la celebrazione di sant’Andrea.

«Pur lontano da Roma», scrive Francesco nel messaggio al patriarca ecumenico Bartolomeo citando la sua visita pastorale in Myanmar e in Bangladesh, «desidero porgere i miei migliori auguri fraterni a Vostra Santità e ai membri del Santo Sinodo, del clero, dei monaci e di tutti i fedeli riuniti per la Divina Liturgia» per la commemorazione liturgica di sant’Andrea Apostolo. «Cattolici e ortodossi, professando insieme i dogmi dei primi sette Concili Ecumenici, credendo nell’efficacia dell’Eucaristia e degli altri sacramenti, e preservando la successione apostolica del ministero dei vescovi, sperimentano già una profonda vicinanza gli uni con gli altri», ricorda il Papa, auspicando che insieme riconoscano «quanto sia urgente crescere verso una comunione piena e visibile».

Francesco cita, inoltre, il cinquantesimo anniversario della visita di Papa Paolo VI al Fanar il 25 luglio 1967, un momento «storico di comunione» tra pastori. Di qui l’attualità delle parole pronunciate in quella occasione del patriarca Atenagora, e menzionate dal Papa: «Uniamo ciò che è stato diviso». «Incoraggiare nuovamente questo dialogo teologico», il desiderio del Papa, secondo il quale «il consenso raggiunto dai cattolici e dagli ortodossi su alcuni principi teologici fondamentali che regolano il rapporto tra primato e sinodalità nella vita della Chiesa nel primo millennio può servire a valutare, anche criticamente, alcune categorie e pratiche teologiche che si sono sviluppate nel corso del secondo millennio in conformità di tali principi. Tale consenso può permetterci di prevedere un modo comune di intendere l’esercizio del ministero del Vescovo di Roma, nel contesto della sinodalità e al servizio della comunione della Chiesa nel contesto attuale. Questo compito delicato deve essere perseguito in un clima di reciproca apertura e, soprattutto, in obbedienza alle richieste che lo Spirito Santo fa alla Chiesa».

Infine il Papa, rivolgendosi al «caro fratello in Cristo» fa notare di aver seguito negli ultimi mesi con grande interesse la partecipazione della Chiesa ortodossa a importanti eventi internazionali in tutto il mondo per quanto riguarda «la cura del creato, la convivenza pacifica tra popoli di culture e tradizioni religiose diverse e la presenza dei cristiani in Medio Oriente». «L’impegno di Sua Santità» – sottolinea Francesco – «è fonte di ispirazione, sostegno e incoraggiamento per me personalmente perché, come ben sapete, condividiamo queste stesse preoccupazioni».