Vita Chiesa

Papa Francesco: a Birkenau, in preghiera mentre il rabbino e il parroco cantano il «De profundis»

(dagli inviati Sir a Cracovia) Il Papa è arrivato a Birkenau poco prima delle 10.30. Sceso dalla macchina, ha varcato l’ingresso di «Auschwitz 2» a piedi e subito dopo è saluto sulla «papamobile» per percorrere il lungo viale, scortato dagli uomini della sicurezza ai due lati. Birkenau è il campo più grande, costruito quando «Auschwitz 1» non bastava più. È qui che si sono consumati la maggior parte degli eccidi dei nazisti. Tutto qui parla della «Endliche Losung» (soluzione finale) che si è avvalsa di una perfetta organizzazione di morte: i lunghi edifici di mattoncini rossi poggiati sulla terra, senza fondamenta, i resti dei roghi con cui gli stessi ebrei erano chiamati ad allestire per i loro prigionieri morti.

Dopo Auschwitz, continua il silenzio anche a Birkenau. Sceso dalla «papamobile», il Papa ha compiuto l’ultimo tratto che lo separava dal Monumento alle Vittime delle Nazioni a piedi. Poi, in silenzio, con la mano sul cuore, ha percorso a piedi tutto il tratto dove sono collocate le 23 lapidi, tante quante erano le lingue parlate nel campo in rappresentanza delle rispettive nazioni di provenienza. Alla fine del percorso, Francesco ha collocato una lampada votiva, che i polacchi usano collocare sulle tombe quando vanno a fare visita ai loro cari al cimitero.

Il Papa in preghiera, con le mani incrociate sul petto, mentre il rabbino e il parroco cantano e leggono il «De Profundis». È un’altra delle istantanee silenziose che rimarranno di questo terzo giorno del viaggio di Francesco in Polonia. A Birkenau, il rabbino capo della Polonia, Michael Schudrich, e il parroco di un paesino in cui viveva una famiglia cattolica interamente sterminata dai nazisti per aver ospitato alcuni ebrei, hanno pregato insieme, il primo con una struggente e intensa melodia, il secondo leggendo una traduzione in polacco del Salmo 130, fatta da lui.

Nell’ultima lapide del Monumento alle Vittime delle Nazioni, il Papa ha incontrato 25 «Giusti delle Nazioni», alcuni accompagnati dalle loro famiglie. Prima di congedarsi, il Papa ha salutato ancora una volta – come aveva fatto ad Auschwitz – il primo ministro polacco e il direttore del Museo. Poco prima delle 11, Francesco ha lasciato, ancora una volta da solo e a piedi, il campo di Birkenau.