Vita Chiesa

Papa Francesco a Chiese riformate: nostra collaborazione è antidoto a desertificazione spirituale

Nel frattempo, ha ricordato Francesco, «la storica unificazione tra il Consiglio ecumenico riformato e l’Alleanza mondiale delle Chiese riformate, avvenuta nel 2010, ha offerto un esempio tangibile di avanzamento verso il traguardo dell’unità dei cristiani ed è stata di incoraggiamento per molti nel cammino ecumenico». «Oggi dobbiamo anzitutto essere grati a Dio per la nostra fraternità ritrovata», le parole di Francesco, secondo il quale «in questa comunione spirituale, cattolici e riformati possono promuovere una crescita comune per servire meglio il Signore». «La nostra fede in Gesù – ha spiegato infatti il Papa – ci spinge a vivere la carità mediante gesti concreti, capaci di incidere sul nostro stile di vita, sulle relazioni e sulla realtà che ci circonda. In base all’accordo sulla dottrina della giustificazione, esistono molti campi in cui riformati e cattolici possono collaborare per testimoniare insieme l’amore misericordioso di Dio, vero antidoto di fronte al senso di smarrimento e all’indifferenza che sembrano circondarci» e alla «desertificazione spirituale» che «oggi sperimentiamo». Papa Francesco: a Comunione mondiale Chiese riformate, nostra collaborazione è «vero antidoto» a «desertificazione spirituale«

«Soprattutto là dove si vive come se Dio non esistesse, le nostre comunità cristiane sono chiamate ad essere anfore che dissetano con la speranza, presenze in grado di ispirare fraternità, incontro, solidarietà, amore genuino e disinteressato». È la proposta del Papa, come antidoto alla «desertificazione spirituale» delle nostre società. «Non chiudersi», ma «aprirsi alla missione», l’invito di Francesco, perché «non è possibile comunicare la fede vivendola in maniera isolata o in gruppi chiusi e separati, in una sorta di falsa autonomia e di immanentismo comunitario». Così facendo, infatti, «non si riesce a rispondere alla sete di Dio che ci interpella e che emerge anche da molteplici nuove forme di religiosità», le quali «a volte rischiano di assecondare il ripiegamento su sé stessi e sui propri bisogni, favorendo una sorta di consumismo spirituale».

«Se gli uomini del nostro tempo non trovano una spiritualità che li sani, li liberi, li ricolmi di vita e di pace e che nel medesimo tempo li chiami alla comunione solidale e alla fecondità missionaria, finiranno ingannati da proposte che non umanizzano né danno gloria a Dio», ha ribadito il Papa citando l’Evangelii gaudium: «Vi è urgente bisogno di un ecumenismo che, insieme allo sforzo teologico per ricomporre le controversie dottrinali tra i cristiani, promuova una comune missione di evangelizzazione e di servizio». «Ci sono già, indubbiamente, molte iniziative e buone collaborazioni in diversi luoghi», il bilancio di Francesco: «Ma tutti possiamo fare di più, insieme», nella «perseverante determinazione a camminare insieme nel pellegrinaggio verso la piena unità», per «trasmettere la gioia del Vangelo agli uomini e alle donne del nostro tempo».