Vita Chiesa

Papa Francesco: a «El Pais», «non sto facendo una rivoluzione»

«Non sto facendo nessuna rivoluzione. Sto solo cercando di fare andare avanti il Vangelo». Sono le parole con cui il Papa, nell’intervista concessa al quotidiano spagnolo «El Pais», risponde a una domanda sulla sua opera di riforma nella Chiesa. «Ma la novità del Vangelo crea stupore perché è essenzialmente scandalosa», aggiunge Francesco, rivelando di non sentirsi «incompreso», ma «accompagnato da tutti i tipi di persone, giovani, anziani…». «Se qualcuno non è d’accordo – il suo invito – però sempre che dialoghino, che non tirino la pietra e nascondano la mano». Questo «non è umano, è delinquenza. Tutti hanno il diritto di discutere»: la «discussione affratella molto», non la calunnia. Nella Curia Romana, dice il Papa, «c’è gente corrotta, ma ci sono anche molti santi», persone «che hanno trascorso tutta la vita servendo la gente in modo anonimo». «I veri protagonisti della storia della Chiesa sono i santi», sono quelli che «hanno bruciato la vita perché il Vangelo fosse concreto. E questi sono quelli che ci hanno salvato: i santi». «Questa è la vera rivoluzione, quella dei santi», commenta Francesco: «E i santi sono anche i padri, le madri e i nonni che lavorano ogni giorno con dignità e con la loro vita portano avanti la Chiesa».

Francesco si esprime anche su Donald Trump. «Vedremo che cosa succede. Non mi piace anticipare i fatti né giudicare le persone in anticipo. Vedremo ciò che farà e valuteremo. Sempre il concreto. Il cristianesimo o è concreto o non è cristianesimo». Francesco, in politica, stigmatizza in primo luogo il populismo, riferendosi al contesto europeo più che a quello latinoamericano. Cita l’esempio del nazismo in Germania: un Paese distrutto che «cerca la sua identità» e cerca un leader che gliela restituisca. Lo trova in Hitler che «è stato votato dal suo popolo e poi lo ha distrutto. Questo è il pericolo». «In tempi di crisi non funziona il discernimento», ammonisce il Papa: «Cerchiamo un salvatore che ci restituisca l’identità e ci difendiamo con muri, fili spinati, con qualunque cosa, dagli altri popoli che possano privarci della identità. E ciò è molto grave. Per questo ripeto sempre: dialogate fra voi».

«Che il Mediterraneo sia un cimitero, deve farci pensare». Nell’intervista il Papa rende omaggio all’Italia, che nonostante tutti i problemi del terremoto continua ad accogliere i migranti. Prima di tutto – ammonisce Francesco – bisogna salvarli, poi «accoglierli e integrarli». Ogni Paese – sottolinea – ha il diritto di controllare i suoi confini, però «nessun Paese ha il diritto di privare i propri cittadini del dialogo con i vicini». Non mancano, nell’intervista, riferimenti alla questione femminile, come quelli al dramma della schiavitù delle donne sfruttate sessualmente. «La Chiesa è femminile», ricorda il Papa rinnovando il suo appello a valorizzare il ruolo delle donne nella Chiesa. Non si tratta, spiega, di una «rivendicazione funzionale» perché si rischierebbe di creare «un maschilismo in gonnella». Si tratta invece di fare molto di più perché la donna «possa dare alla Chiesa la originalità del suo essere e del suo pensiero».