Vita Chiesa

Papa Francesco a Équipes Notre-Dame: immagine famiglia deformata da «colonizzazioni ideologiche»

«Questo incontro che ho la gioia di vivere con voi – ha esordito – precede di qualche settimana il Sinodo dei Vescovi che ho voluto riunire a Roma, affinché la Chiesa rifletta con sempre maggiore attenzione su ciò che vivono le famiglie, cellule vitali delle nostre società e della Chiesa, e che si trovano, come sapete, minacciate nell’attuale contesto culturale difficile». Soffermandosi sul ruolo missionario delle Équipes, Francesco ha sottolineato: «Le coppie e le famiglie cristiane sono spesso nelle condizioni migliori per annunciare Gesù Cristo alle altre famiglie, per sostenerle, fortificarle e incoraggiarle».

«Quello che voi vivete nella coppia e nella famiglia», la gioia «che il Signore vi fa sperimentare nell’intimità domestica tra le gioie e i dolori, nella felicità della presenza del vostro coniuge, nella crescita dei vostri bambini, nella fecondità umana e spirituale che Egli vi concede, tutto ciò – l’incoraggiamento del Papa – va testimoniato, annunciato, comunicato al di fuori perché altri si mettano, a loro volta, su questa strada». Dopo avere richiamato i «punti concreti di impegno» della spiritualità delle coppie aderenti al movimento: preghiera di coppia e di famiglia, dialogo mensile proposto tra sposi, partecipazione alla vita d’équipe, il Papa ha osservato: «Una famiglia felice, equilibrata, abitata dalla presenza di Dio parla di per sé stessa dell’amore di Dio per tutti gli uomini. Ma vi invito anche ad impegnarvi, se è possibile, in maniera sempre più concreta e con creatività sempre rinnovata, nelle attività che possono essere organizzate per accogliere, formare e accompagnare nella fede particolarmente le giovani coppie, prima e dopo il matrimonio».

Da Francesco l’invito alle coppie delle Équipes Notre-Dame anche a farsi vicine «alle famiglie ferite», oggi tanto numerose, «a motivo della mancanza di lavoro, della povertà, di un problema di salute, di un lutto, della preoccupazione causata da un bambino, dello squilibrio provocato da una lontananza o un’assenza, di un clima di violenza». Il Papa chiede «il coraggio di entrare in contatto con queste famiglie, in maniera discreta ma generosa, materialmente, umanamente o spiritualmente». L’invito, inoltre, a «essere strumenti della misericordia di Cristo e della Chiesa verso le persone il cui matrimonio è fallito». Una coppia unita e felice «può comprendere meglio di chiunque altro, come dall’interno, la ferita e la sofferenza che provocano un abbandono, un tradimento, un fallimento dell’amore. È necessario quindi che voi possiate portare la vostra testimonianza e la vostra esperienza per aiutare le comunità cristiane a discernere le situazioni concrete di queste persone, ad accoglierle con le loro ferite, e ad aiutarle a camminare nella fede e nella verità, sotto lo sguardo di Cristo Buon Pastore, per prendere parte in modo appropriato alla vita della Chiesa». Il Papa ha ricordato pure «la sofferenza indicibile dei fanciulli che vivono queste dolorose situazioni familiari». Un pensiero, infine, per il fondatore, p. Enrico Caffarel, la cui causa di beatificazione «è giunta a Roma».