Vita Chiesa

Papa Francesco a Penitenzieria Apostolica: «non porre ostacolo a dono di salvezza»

«Ogni fedele pentito, dopo l’assoluzione del sacerdote ha la certezza, per fede» che i suoi peccati sono stati cancellati: «Ha la certezza che i suoi peccati non esistono più! Dio è onnipotente. A me piace pensare che ha una debolezza: una cattiva memoria. Una volta che Lui ti perdona, si dimentica. E questo è grande! I peccati non esistono più, sono stati cancellati dalla divina misericordia. Ogni assoluzione è, in un certo modo, un giubileo del cuore, che rallegra non solo il fedele e la Chiesa, ma soprattutto Dio stesso». Per il Papa è importante «che il fedele, dopo aver ricevuto il perdono, non si senta più oppresso dalle colpe, ma possa gustare l’opera di Dio che lo ha liberato, vivere in rendimento di grazie, pronto a riparare il male commesso e ad andare incontro ai fratelli con cuore buono e disponibile».

La misericordia «è la scelta definitiva di Dio a favore di ogni essere umano per la sua eterna salvezza» e «può gratuitamente raggiungere tutti quelli che la invocano», ha detto ancora il Papa. «La possibilità del perdono è davvero aperta a tutti, anzi è spalancata, come la più grande delle ‘porte sante’, perché coincide con il cuore stesso del Padre, che ama e attende tutti i suoi figli, in modo particolare quelli che hanno sbagliato di più e che sono lontani», ha aggiunto il Papa. La misericordia del Padre «può raggiungere ogni persona in molti modi: attraverso l’apertura di una coscienza sincera; per mezzo della lettura della Parola di Dio che converte il cuore; mediante un incontro con una sorella o un fratello misericordiosi; nelle esperienze della vita che ci parlano di ferite, di peccato, di perdono e di misericordia». Ma la «via certa» della misericordia, «percorrendo la quale si passa dalla possibilità alla realtà, dalla speranza alla certezza» è Gesù il quale ha «il potere sulla terra di perdonare i peccati» e «ha trasmesso questa missione alla Chiesa». Il Sacramento della Riconciliazione è dunque «il luogo privilegiato per fare esperienza della misericordia di Dio e celebrare la festa dell’incontro con il Padre»: «Noi dimentichiamo quest’ultimo, con tanta facilità: io vado, chiedo perdono, sento l’abbraccio del perdono e mi dimentico di fare festa. Ma, questa non è dottrina teologica – non c’entra – ma io direi, forzando un po’, che la festa è parte del Sacramento: è come se della penitenza è parte anche la festa che devo fare con il Padre che mi ha perdonato».