Vita Chiesa

Papa Francesco a Progetto Policoro: qualità del lavoro per riaffermare dignità della vita umana

Obiettivo del Progetto, ha ricordato il Papa, «individuare risposte all’interrogativo esistenziale di tanti giovani che rischiano di passare dalla disoccupazione del lavoro alla disoccupazione della vita». Coniugando «il Vangelo con la concretezza della vita», è stato da subito «grande iniziativa di promozione giovanile» e «vera occasione di sviluppo locale a dimensione nazionale». Formazione dei giovani, lancio di cooperative,  creazione di figure di mediazione come gli «animatori di comunità»: questi i suoi punti di forza. «Con la sua concreta attenzione al territorio e alla ricerca di soluzioni condivise», ha osservato Francesco citando la  Evangelii gaudium,  il Progetto Policoro «ha dimostrato come la qualità del lavoro ‘libero, creativo, partecipativo e solidale’ esprima e faccia crescere sempre la dignità della stessa vita umana». Di qui l’appello: «Non perdiamo di vista l’urgenza di riaffermare questa dignità! Essa è propria di tutti e di ciascuno. Ogni lavoratore ha il diritto di vederla tutelata, e in particolare i giovani devono poter coltivare la fiducia che i loro sforzi, il loro entusiasmo, l’investimento delle loro energie e delle loro risorse non saranno inutili».

«Il lavoro non è un dono gentilmente concesso a pochi raccomandati: è un diritto per tutti!», ha detto ancora Papa Francesco.«Quanti giovani – il rilievo del Pontefice – oggi sono vittime della disoccupazione! Quanti di loro hanno ormai smesso di cercare lavoro, rassegnati a continui rifiuti o all’indifferenza di una società che premia i soliti privilegiati e impedisce a chi merita di affermarsi». Di qui un riconoscimento ai promotori e ai soggetti a vario titolo coinvolti nel Progetto: «Voi rappresentate certamente un segno concreto di speranza per tanti che non si sono rassegnati, ma hanno deciso di impegnarsi con coraggio per creare o migliorare le proprie possibilità lavorative». Dal Papa l’invito a «continuare a promuovere iniziative di coinvolgimento giovanile in forma comunitaria e partecipata. Spesso dietro a un progetto di lavoro c’è tanta solitudine: a volte i nostri giovani si trovano a dover affrontare mille difficoltà e senza alcun aiuto. Le stesse famiglie, che pure li sostengono – spesso anche economicamente – non possono fare tanto, e molti sono costretti a rinunciare, scoraggiati». Infine l’incoraggiamento a sostenere «nuove energie spese per il lavoro»; «promuovere uno stile di creatività», «pensare insieme, progettare insieme, ricevere e dare aiuto».

«Vi incoraggio a continuare nel vostro impegno di sviluppare progetti a misura d’uomo: progetti rispettosi della dignità di chi li realizza e di chi ne beneficia; progetti che sappiano dare il giusto valore allo sforzo profuso, ma anche al meritato riposo; progetti concreti per esigenze concrete». In questo modo, ha proseguito, «i giovani riscoprono la ‘vocazione’ al lavoro: il senso alto di un impegno che va anche oltre il suo risultato economico, per diventare edificazione del mondo, della società, della vita». Spesso «l’idea del lavoro come ‘realizzazione’ della persona è stata confusa con un certo modello di ricchezza e di benessere che spinge a ritmi disumani. Non sia così per voi – il monito di Francesco -: è meglio educare le giovani generazioni a cercare la giusta misura. Alla scuola del Vangelo si impara ciò che è veramente necessario, perché la nostra vita non ci sfugga dalle mani inseguendo gli idoli di un falso benessere». «Il vostro compito – ha concluso – non è semplicemente quello di aiutare i giovani a trovare un’occupazione: è anche una responsabilità di evangelizzazione, attraverso il valore santificante del lavoro. Non di un lavoro qualunque, però! Non del lavoro che sfrutta, che schiaccia, che umilia, che mortifica, ma del lavoro che rende l’uomo veramente libero, secondo la sua nobile dignità».