Vita Chiesa

Papa Francesco: a Santa Marta, «percorso cristiano si compie nella resurrezione»

In realtà, “c’è la resistenza alla trasformazione, la resistenza a che l’opera dello Spirito che abbiamo ricevuto nel Battesimo ci trasformi fino alla fine, alla Resurrezione. E quando noi parliamo di questo, il nostro linguaggio dice: ‘Ma, io voglio andare in Cielo, non voglio andare all’Inferno’, ma ci fermiamo lì. Nessuno di noi dice: ‘Io resusciterò come Cristo’: no. Anche a noi è difficile capire questo”. Dunque, “è più facile – ha ripreso – pensare a un panteismo cosmico”. Invece, “con la Resurrezione, tutti noi saremo trasformati”. “Questo è il futuro che ci aspetta e questo è il fatto che ci porta a fare tanta resistenza: resistenza alla trasformazione del nostro corpo. Anche, resistenza all’identità cristiana. Dirò di più: forse non abbiamo tanta paura dell’Apocalisse del Maligno, dell’Anticristo che deve venire prima; forse non abbiamo tanta paura”, ma, ha osservato, c’è “paura della nostra resurrezione: tutti noi saremo trasformati. Sarà la fine del nostro percorso cristiano, quella trasformazione”.

Questa “tentazione di non credere alla Resurrezione del morti – ha proseguito Francesco – è nata” nei “primi giorni della Chiesa”. E quando San Paolo ha dovuto parlare su questo ai Tessalonicesi, “alla fine, per consolarli, per incoraggiarli dice una delle frasi più piene di speranza che ci sono nel Nuovo Testamento, e dice così: ‘Alla fine, saremo con Lui’”. Ecco, ha detto il Papa, cos’è l’identità cristiana: “Stare con il Signore. Così, con il nostro corpo e con la nostra anima”. Noi, ha soggiunto, “resusciteremo per stare con il Signore, e la Resurrezione incomincia qui, come discepoli, se noi stiamo con il Signore, se noi camminiamo con il Signore”. Questa, ha ribadito, “è la strada verso la Resurrezione. E se noi siamo abituati a stare con il Signore, questa paura della trasformazione del nostro corpo si allontana”. La Resurrezione, ha proseguito, “sarà come un risveglio”. “Lì – ha concluso – è la fine, per saziarci dell’immagine del Signore. L’identità cristiana è una strada, è un cammino dove si sta con il Signore; come quei due discepoli che ‘stettero con il Signore’ tutta quella serata, anche tutta la nostra vita è chiamata a stare con il Signore per – alla fine, dopo la voce dell’Arcangelo, dopo il suono della tromba – rimanere, stare con il Signore”.