Vita Chiesa

Papa Francesco a Sinodo greco-melkita: «incoraggiare i fedeli a rimanere nella loro terra». 23 febbraio preghiera speciale per la Siria

Riferendosi alla loro ultima assise sinodale, svoltasi in Libano nei primi giorni del mese, Francesco l’ha definita «un momento fondamentale, di cammino comune, durante il quale patriarca e vescovi sono chiamati a prendere decisioni importanti per il bene dei fedeli, anche attraverso l’elezione dei nuovi vescovi, di pastori che siano testimoni del Risorto». «Pastori che, come fece il Signore con i suoi discepoli, rianimino i cuori dei fedeli, stando loro vicini, consolandoli, scendendo verso di loro e verso i loro bisogni», ha specificato il Papa: «Pastori che, al tempo stesso, li accompagnino verso l’alto, a cercare le cose di lassù, dov’è Cristo, non quelle della terra». «Abbiamo tanto bisogno di pastori che abbraccino la vita con l’ampiezza del cuore di Dio, senza adagiarsi nelle soddisfazioni terrene, senza accontentarsi di mandare avanti quello che già c’è, ma puntando sempre in alto», ha esclamato Francesco: «Pastori portatori dell’Alto, liberi dalla tentazione di mantenersi ‘a bassa quota’, svincolati dalle misure ristrette di una vita tiepida e abitudinaria; pastori poveri, non attaccati al denaro e al lusso, in mezzo a un popolo povero che soffre; annunciatori coerenti della speranza pasquale, in perenne cammino con i fratelli e le sorelle». «Mentre sono lieto di accordare l’assenso pontificio ai vescovi da voi eletti, vorrei poter toccare con mano la grandezza di questi orizzonti», l’auspicio del Papa.

«In questo difficile periodo storico tante comunità cristiane in Medio Oriente sono chiamate a vivere la fede nel Signore Gesù in mezzo a molte prove. Auspico vivamente che, con la loro testimonianza di vita, i vescovi e i sacerdoti greco-melkiti possano incoraggiare i fedeli a rimanere nella terra dove la Provvidenza divina ha voluto che nascessero». È l’appello del Papa «per l’amata Siria e per tutto il Medio Oriente», regione nel quale la Chiesa greco-melkita «è profondamente radicata e svolge un prezioso servizio per il bene del Popolo di Dio». «Una presenza, la vostra, che non si limita al Medio Oriente, ma si estende, ormai da molti anni, a quei Paesi nei quali tanti fedeli greco-melkiti si sono trasferiti in cerca di una vita migliore», ha esordito Francesco, assicurando la sua vicinanza – oltre che al patriarca, Sua Beatitudine Youssef Absi, eletto nel giugno scorso – «anche a questi fedeli in diaspora e ai loro pastori». E proprio alla lettera di giugno in occasione dell’elezione del patriarca, Francesco ha fatto riferimento, per ricordare che «mai come in questi momenti i Pastori sono chiamati a manifestare, davanti al popolo di Dio che soffre, comunione, unità, vicinanza, solidarietà, trasparenza e testimonianza». «Vi invito fraternamente a proseguire su questa strada», ha detto il Papa ai greco-melkiti, ricordando la Giornata di preghiera e digiuno per la pace da lui indetta per il 23 febbraio: «In quella occasione non mancherò di ricordare, in maniera speciale, la Siria, colpita in questi ultimi anni da sofferenze indicibili», ha anticipato.