Vita Chiesa

Papa Francesco: a dipendenti ferrovie, mai più morti sul lavoro

«Ma è anche occasione per ringraziare tante persone che hanno lavorato duramente per realizzare la rete ferroviaria in Italia – ha proseguito Francesco -: un territorio non facile, che richiede molta fatica sia nella fase di progettazione che in quella di messa in opera». «Non pochi operai hanno anche perso la vita in questo lavoro – ha detto il Pontefice -. Li ricordiamo tutti. E facciamo in modo che questo – per quanto dipende da noi – non debba più accadere».

Non rimanere insensibili alle sofferenze altrui. Ferrovie italiane attesta anche una speciale attenzione nei confronti dei più poveri, con varie iniziative di solidarietà, antiche e recenti», ha ricordato il Papa, che ha citato gli «Help center» presenti «in decine di città italiane» e nati dalla collaborazione tra le Ferrovie, gli enti locali e il terzo settore. «Sono sportelli-antenna, che permettono a chi è in difficoltà di trovare ascolto, soccorso e assistenza», li ha definiti Francesco. «Tutti noi avremmo bisogno di queste antenne – ha proseguito – che ci permettano di captare i segnali di ciò che avviene attorno a noi, per riuscire a percepire le sofferenze degli altri, senza rimanere insensibili». «Questi sportelli – ha affermato Francesco – sono un mezzo con cui le Ferrovie vogliono contribuire a tenere unito il Paese non solo dal punto di vista geografico, ma anche sul piano sociale, contribuendo a evitare che qualcuno rimanga indietro, e che si accentui il divario tra chi è abbiente e chi manca di tutto».

La Misericordia è antidoto alla «terza guerra mondiale a pezzi». La porta dell’Ostello alla Stazione Termini «è diventata Porta Santa della Carità: chi la attraversa con amore troverà perdono e consolazione, e sarà spinto a donare e donarsi con più generosità, per la salvezza propria e dei fratelli». Ne è convinto il Papa, che nel discorso rivolto oggi ai dipendenti delle Ferrovie Italiane ha ricordato le Porte Sante che «in questi giorni vengono aperte in tutte le diocesi del mondo». Di un po’ di misericordia abbiamo bisogno tutti, eh?», ha aggiunto il Papa a braccio: «Lasciamoci coinvolgere dal Giubileo della Misericordia in modo da rinnovare il tessuto di tutta la nostra società, rendendola più giusta e solidale». «Soprattutto in questa terza guerra mondiale che è scoppiata: a pezzi, ma la stiamo vivendo», l’altra aggiunta del Papa sempre fuori testo. L’Ostello presso la Stazione Termini, dedicato a don Luigi Di Liegro, fondatore della Caritas di Roma, è stato rinnovato dalle Ferrovie in collaborazione con la Caritas diocesana. «Cinque anni fa – ha ricordato Francesco – Benedetto XVI posò la prima pietra all’inizio dei lavori per approntare i nuovi locali». «Questo Ostello, che accoglie quotidianamente centinaia di ospiti, e sta predisponendo anche il servizio di accoglienza diurna – ha sottolineato il Papa – svolge un’opera essenziale in un luogo della città dove spesso si radunano le persone in cerca di un riparo».

La prima medicina. «L’Anno Santo, che è iniziato da pochi giorni – ha detto ancora il Papa – , ci insegni anzitutto questo, e imprima nella nostra mente e nei nostri cuori che la misericordia è la prima e la più vera medicina per l’uomo, della quale ognuno ha urgente bisogno». «Essa fluisce in modo continuo e sovrabbondante da Dio, ma dobbiamo anche diventare capaci di donarcela a vicenda, perché ciascuno possa vivere in pienezza la sua umanità», la lezione di Francesco per il Giubileo della Misericordia. «Quante guarigioni fa una carezza misericordiosa!», ha esclamato il Papa a braccio.

I Papi in treno. «Ho saputo che si intitola ‘Giubileo’ l’ultima monografia, appena pubblicata nella collana ‘L’Italia del treno’: una raccolta di fotografie che ritraggono i viaggi dei Pontefici in treno». Alla fine del discorso rivolto ai dipendenti delle Ferrovie italiane, in Aula Paolo VI, Papa Francesco ha ricordato le foto dei suoi predecessori a bordo dei treni e ha rivolto un auspicio per il Paese intero: «Che la stima che ci lega, della quale questa giornata è un segno, possa rafforzarsi in quest’Anno Santo, in modo che l’Italia e tutti i Paesi del mondo diventino luoghi di reti solidali, più autenticamente umani, più capaci di gioire dell’amore di Dio e della comunione vicendevole».