Vita Chiesa

Papa Francesco ai nuovi Vescovi: «non cadere nello spirito del carrierismo»

«Camminare con il gregge» vuol dire «accogliere tutti per camminare con tutti», ha spiegato il Papa: questo vuol dire, per il vescovo, «mettersi in cammino con i propri fedeli e con tutti coloro che si rivolgeranno a voi, condividendone gioie e speranze, difficoltà e sofferenze, come fratelli e amici, ma ancora di più come padri, che sono capaci di ascoltare, comprendere, aiutare, orientare», perché «il camminare insieme richiede amore, e il nostro è un servizio di amore», come diceva Sant’Agostino. Sono i sacerdoti «il primo prossimo del vescovo, indispensabili collaboratori di cui ricercare il consiglio e l‘aiuto, di cui prendersi cura come padri, fratelli e amici», ha detto il Papa, raccomandando «tra i primi compiti» dei vescovi «la cura spirituale del presbiterio», senza dimenticare, però, «le necessità umane di ciascun sacerdote, soprattutto nei momenti più delicati ed importanti del loro ministero e della loro vita».

«Non è mai tempo perso quello passato con i sacerdoti!», ha esclamato il Papa, che ha esortato a «riceverli quando lo chiedono; non lasciare senza risposta una chiamata telefonica; essere in continua vicinanza, in contatto continuo con loro». Poi «la presenza nella diocesi», sulla scia di quanto già detto nell‘omelia del Giovedì Santo: «Siate Pastori con l’odore delle pecore, presenti in mezzo al vostro popolo come Gesù Buon Pastore. La vostra presenza non è secondaria, è indispensabile. La chiede il popolo stesso, che vuole vedere il proprio vescovo camminare con lui, essere vicino a lui. Ne ha bisogno per vivere e per respirare!».

«Non chiudetevi!», l’invito del Papa: «Scendete in mezzo ai vostri fedeli, anche nelle periferie delle vostre diocesi e in tutte quelle periferie esistenziali dove c‘è sofferenza, solitudine, degrado umano». «Presenza pastorale – ha ribadito – significa camminare con il popolo di Dio: davanti, indicando la via; in mezzo, per rafforzarlo nell’unità; dietro, sia perché nessuno rimanga indietro, ma, soprattutto, per seguire il fiuto che ha il Popolo di Dio per trovare nuove strade». Una «presenza pastorale», questa – ha aggiunto il Papa invitando i vescovi ad «immergersi nel proprio gregge» – che per il Papa consentirà ai vescovi «di conoscere a fondo anche la cultura, le usanze, i costumi del territorio, la ricchezza di santità che vi è presente».

«State bene attenti di non cadere nello spirito del carrierismo!». È il forte monito lanciato dal Papa ai nuovi vescovi, durante l’udienza di oggi. «Non è solo con la parola, ma anche e soprattutto con la testimonianza concreta di vita che siamo maestri ed educatori del nostro popolo», ha ammonito Papa Francesco, secondo il quale «l‘annuncio della fede chiede di conformare la vita a ciò che si insegna». «Missione e vita sono inseparabili», ha ricordato il Papa citando la «Pastores Gregis» di Giovanni Paolo II: «È una domanda da farci ogni giorno: ciò che vivo corrisponde a ciò che insegno?». «Lo stile di servizio al gregge – l’auspicio del Papa – sia quello dell’umiltà, direi anche dell‘austerità e dell’essenzialità». «Noi Pastori – ha precisato – non siamo uomini con la psicologia da principi, uomini ambiziosi, che sono sposi di una Chiesa, nell’attesa di un‘altra più bella, più importante o più ricca».