Vita Chiesa

Papa Francesco: al Movimento apostolico ciechi, «cooperate a far crescere una Chiesa povera per i poveri»

Le due ricorrenze sono celebrate nell’ambito delle Giornate della condivisione, in corso a Frascati (Roma) presso il Centro Giovanni XXIII fino a domani. «La migliore risposta da offrire alla nostra società che, a volte, tende ad emarginare le persone con disabilità, è l’’arma’ dell’amore, non quello falso, sdolcinato e pietistico, ma quello vero, concreto e rispettoso». «Nella misura in cui si è accolti e amati, inclusi nella comunità, accompagnati a guardare al futuro con fiducia, si sviluppa il vero percorso della vita e si fa esperienza della felicità duratura», ha assicurato Francesco, per il quale «è motivo di gioia e sapere che voi, ancora oggi, da veri discepoli missionari del Vangelo, siete aperti alle necessità dei più poveri e sofferenti del mondo. Anziché ripiegarvi su voi stessi e sulla stessa disabilità, avete coraggiosamente risposto all’invito di Gesù: ‘Avevo fame e mi avete dato da mangiare, ero nudo e mi avete vestito, ero ammalato e siete venuti a visitarmi’».

Due, per Francesco, i carismi del Mac: «Il primo è la condivisione tra ciechi e vedenti, come frutto della solidarietà nella reciprocità, in prospettiva di un fecondo cammino di inclusione ecclesiale e sociale. Il secondo è la scelta dei poveri, scelta che, in svariati modi e forme, è propria di tutta la Chiesa. Così cooperate a far crescere una Chiesa povera per i poveri, sperimentando che essi hanno molto da insegnarci, e che metterli al centro è una via privilegiata di evangelizzazione. Il vostro impegno concreto di aiuto e sostegno ai poveri vi rende protagonisti nell’opera di evangelizzazione che la Chiesa sta facendo sul passo degli ultimi».

«Mi congratulo con voi per l’opera svolta in questi cinquant’anni di cooperazione con centinaia di missionari e operatori nei campi della sanità, dell’istruzione e dell’integrazione sociale», l’omaggio del Papa: «E questo lavoro missionario di prossimità concreta ai fratelli più poveri ha stimolato e fatto crescere in voi l’attenzione anche agli ultimi e più lontani sul territorio nazionale, a favore degli anziani ciechi, degli studenti ciechi, delle persone con minorazioni plurime, dei genitori e figli che vivono il problema della cecità. Tutto questo contribuisce a diffondere la cultura dell’accoglienza aiutando tante persone e tante famiglie».