Vita Chiesa

Papa Francesco: cinquanta minuti di colloquio privato con Erdogan

La visita è iniziata alle 9.35 nel Cortile di San Damaso, con l’arrivo del presidente che poi alle 9.47, come tutti i capi di Stato ammessi in Vaticano, è transitato per la sala di Sant’Ambrogio. Erdogan, molto sorridente, ha detto «Good morning» a tutti i giornalisti presenti. Il Papa è uscito alle 9.52 dalla Sala del Tronetto, fermandosi a metà stanza per dare la mano al suo ospite, che in quel momento si è mostrato più sorridente di lui, hanno sottolineato i giornalisti del «pool». La reciproca stretta di mano è stata accompagnata da un «buongiorno», pronunciato da Erdogan in inglese e da Francesco in italiano.

«Vi ringrazio tanto per il vostro interesse», ha poi detto Erdogan in turco, e il Papa ha risposto: «Grazie per la vostra visita». Una volta entrati nella biblioteca privata del Papa, si sono seduti solo loro due alla scrivania, anche se l’incontro successivo si è svolto con i due interpreti. I giornalisti del «pool» sono usciti dalla biblioteca alle 9.54, poi è iniziato il colloquio privato che si è protratto fino alle 10.45. A fine colloquio – ha riferito il «pool» – il clima era disteso e i due protagonisti sono entrambi apparsi sorridenti, durante lo scambio di doni e la presentazione delle delegazioni. Erdogan ha donato al Papa un quadro di ceramica dipinta a mano che rappresenta un panorama di Istanbul, i cui luoghi principali – tra cui il Bosforo, Santa Sofia e la Moschea Blu – sono stati illustrati dal presidente turco al Santo Padre, che ha risposto: «Bello, bello!».

Il secondo regalo di Erdogan a Francesco sono stati quattro libri: due scritti da Rumi, considerato il massimo poeta mistico persiano, e due biografie di quest’ultimo. «Cose mistiche», il commento del Papa. Il primo regalo di Francesco a Erdogan è stato un medaglione rotondo con un angelo. «Questo è l’angelo della pace che strozza il diavolo della guerra», ha spiegato Francesco, che ha proseguito: «Questo regalo è simbolo di un mondo basato sulla pace e sulla giustizia».

Il secondo dono per il presidente turco è stata un’acquaforte della basilica di San Pietro, rappresentata all’epoca in cui c’erano ancora due campanili. Poi, come fa con tutti i capi di Stato, Francesco ha regalato ad Erdogan una copia della «Laudato sì» a cui ha aggiunto il Messaggio per la Giornata della pace di quest’anno e la medaglia del pontificato.

All’uscita delle delegazioni, il Papa ha accompagnato Edogan e sua moglie fino alla porta d’uscita della biblioteca. La first lady turca ha detto al Papa: «Nice to meet you», e il Papa ha chiesto: «Pregate per me». «Anche noi aspettiamo una preghiera per lei», la risposta di Erdogan. La delegazione turca era formata da 16 persone – compresi il presidente turco, sua moglie e sua figlia Ezra – tra cui 6 donne, quattro con il velo e due no, e cinque ministri. Tra questi, anche il genero di Erdogan.

Dopo il colloquio privato col Papa, il presidente turco e sua moglie hanno incontrato il cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin, accompagnato da mons. Paul Richard Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati, e – secondo quanto ha riferito l’ufficio stampa della presidenza turca – hanno poi visitato la basilica di San Pietro.

«Nel corso dei cordiali colloqui sono state evocate le relazioni bilaterali tra la Santa Sede e la Turchia e si è parlato della situazione del Paese, della condizione della Comunità cattolica, dell’impegno di accoglienza dei numerosi profughi e delle sfide ad esso collegate». È quanto si legge nel comunicato diffuso oggi dalla Sala Stampa della Santa Sede. «Ci si è poi soffermati sulla situazione in Medio Oriente, con particolare riferimento allo statuto di Gerusalemme – si legge ancora nel comunicato – evidenziando la necessità di promuovere la pace e la stabilità nella Regione attraverso il dialogo e il negoziato, nel rispetto dei diritti umani e della legalità internazionale».

La giornata romana di Erdogan, che nel pomeriggio incontrerà il premier Gentiloni e il presidente Mattarella, non prevede incontri con la stampa.