Vita Chiesa

Papa Francesco dona 100mila euro ai poveri di Aleppo

Al termine degli Esercizi spirituali, papa Francesco ha celebrato ad Ariccia la Messa per la Siria e donato 100.000 euro ai poveri di Aleppo, grazie anche al contributo della Curia Romana. La donazione arriverà tramite la Custodia di Terra Santa. Il Sir ha raggiunto telefonicamente il francescano della Custodia di Terra Santa e Vicario apostolico di Aleppo dei latini, monsignor Georges Abou Khazen, per commentare la notizia.

Eccellenza, questa mattina, papa Francesco, alla fine degli Esercizi spirituali, ha celebrato ad Ariccia la Messa per la Siria e ha inviato 100.000 euro ai poveri di Aleppo, attraverso la Custodia di Terra Santa…

«Siamo felici e non vediamo l’ora di dirlo ai nostri fedeli rimasti qui in città. La notizia mi è stata data poco fa dal mio confratello padre Giulio Michelini chiamato dallo stesso papa Francesco a guidare gli Esercizi spirituali della Curia romana. È stata sua l’idea di leggere durante i pasti alcune pagine del libro del parroco di Aleppo, padre Ibrahim Alsabagh, intitolato “Un istante prima dell’alba” dove racconta le cronache di guerra e di speranza da Aleppo».

Ancora una volta il Papa ha mostrato vicinanza alla «amata Siria»…

«Il Santo Padre è sempre stato vicino alla Siria e segue da vicino quanto avviene qui. I suoi appelli al dialogo, alla pace e alla concordia sono continui. Come anche la sua preghiera. Credo che se la situazione in Siria stia pian piano migliorando è anche per le sue preghiere. Oggi arriva questo ulteriore segno di vicinanza concreta e gliene siamo grati. Grazie, Santo Padre!».

Che significato ha questo gesto?

«Non ci sentiamo soli, non ci sentiamo abbandonati ma sappiamo di essere parte di una grande famiglia che è la Chiesa di Cristo. Questo ci dona coraggio e speranza e la forza di sopportare tante cose. Spero anche che questo gesto sia un messaggio alla diplomazia che possa trovare una soluzione giusta e pacifica a questa guerra che nessuno vuole».

Com’è la situazione in città oggi, a poco più di due mesi dalla liberazione della zona Ovest?

«Ci sono segni di miglioramento, nella sicurezza innanzitutto. Da qualche giorno sta tornando in alcuni quartieri cittadini l’erogazione di energia elettrica e aspettiamo anche quella dell’acqua, dopo che l’esercito siriano ha riconquistato una stazione idrica nella zona di al-Khafsa, qui ad Aleppo, dove si trovano importanti pozzi di acqua. Tuttavia, la situazione resta critica soprattutto sul versante umanitario e sanitario. I prezzi delle medicine sono saliti del 300%. Curarsi è molto difficile. I salari, per chi ha ancora un lavoro, sono bassi».

Come pensate di utilizzare questo denaro?

«Casa e lavoro: sono queste le priorità. Il dono del Pontefice potrebbe essere impiegato per creare progetti per favorire l’occupazione. Se un padre di famiglia riesce a lavorare e a rimettere in sesto la sua casa, non lascerà Aleppo. Speriamo che presto cominci la ricostruzione che porterà tanto lavoro. Purtroppo ci sono ancora tante famiglie cristiane che partono. Prima della guerra, in Aleppo c’erano 185mila cristiani di tutti i riti. Una comunità molto viva e impegnata anche nella società. Oggi ne sono rimasti meno della metà. I cattolici, poi, sono un piccolo resto. Alcuni sono rimasti per principio, questa è la loro Patria, altri perché non avevano possibilità di emigrare. La mia speranza è che questo gesto del Papa, la vicinanza di tutta la Chiesa possa spingere tante nostre famiglie a tornare».