Vita Chiesa

Papa Francesco ha aperto la Porta Santa a Santa Maria Maggiore: il perdono è antidoto alla violenza

Due settimane dopo l’apertura della Porta della Carità all’Ostello della Caritas alla Stazione Termini, in cui Francesco si era rivolto direttamente ai romani chiedendo per loro la grazia di «sentirsi scartati», il Papa ha compiuto un altro atto da vescovo di Roma. Dopo aver sostato in preghiera sulla soglia della Porta, è entrato per primo nella basilica, seguito dai concelebranti e da alcuni rappresentanti di religiosi e laici, per dirigersi all’altare e proseguire la celebrazione della Messa.

A quasi un mese dall’apertura della Porta Santa della Basilica di San Pietro – dopo il «prologo» in Africa con la Porta Santa di Bangui – e dopo l’apertura della Porta Santa a San Giovanni in Laterano, cattedrale di Roma, in contemporanea con le Porte Sante di tutte le cattedrali del mondo, ora anche in un altro luogo tradizionalmente caro ai romani si può compiere il pellegrinaggio giubilare. La basilica di Santa Maria Maggiore è la basilica mariana per eccellenza a Roma, oggetto di una devozione pari solo a quella del Santuario del Divino Amore, la cui Porta Santa sarà aperta dal cardinale vicario, Agostino Vallini, il 6 gennaio. E un «devoto» della Madonna, qui venerata tramite l’icona bizantina di Maria «Salus Populi Romani», è anche Bergoglio, che si recava a Santa Maria Maggiore fin da quando veniva a Roma da arcivescovo. E anche oggi è solito depositare davanti all’icona mariana un mazzo di fuori, prima e dopo ogni viaggio apostolico: sempre a Santa Maria Maggiore, il Papa si è raccolto in preghiera il giorno dopo la sua elezione.

Un antico inno. «Il Figlio di Dio, fattosi carne per la nostra salvezza, ci ha donato la sua Madre che, insieme a noi, si fa pellegrina per non lasciarci mai soli nel cammino della nostra vita, soprattutto nei momenti di incertezza e di dolore», ha assicurato il Papa, nell’omelia della Messa. Francesco ha esordito citando «l’inizio di un antico inno, risalente a un autore ignoto e giunto fino a noi come una preghiera che sgorga spontanea nel cuore dei credenti»: «Salve Madre di misericordia, Madre di Dio e Madre del perdono, Madre della speranza e Madre della grazia, Madre piena di santa letizia».

Sintesi di fede. Dopo aver aperto la Porta Santa della basilica romana dedicata a Maria, con il titolo «Madre di Dio», il Papa ha fatto notare che «in queste poche parole trova sintesi la fede di generazioni di persone che, tenendo fissi i loro occhi sull’icona della Vergine, chiedono a lei l’intercessione e la consolazione». «È più che mai appropriato che in questo giorno noi invochiamo la Vergine Maria, anzitutto, come Madre della misericordia», ha proseguito riferendosi al tema del Giubileo: «La Porta Santa che abbiamo aperto è di fatto una Porta della Misericordia. Chiunque varca quella soglia è chiamato a immergersi nell’amore misericordioso del Padre, con piena fiducia e senza alcun timore; e può ripartire da questa Basilica con la certezza che avrà accanto a sé la compagnia di Maria».

Maria «icona» del perdono, «di come la Chiesa deve estendere il perdono a quanti lo invocano». Su questa immagine il Papa ha costruito la parte centrale dell’omelia della Messa a Santa Maria Maggiore. «La Madre del perdono insegna alla Chiesa che il perdono offerto sul Golgota non conosce limiti», ha detto Francesco: «Non può fermarlo la legge con i suoi cavilli, né la sapienza di questo mondo con le sue distinzioni». «Il perdono della Chiesa deve avere la stessa estensione di quello di Gesù sulla Croce, e di Maria ai suoi piedi», l’ammonimento di Francesco: «Non c’è alternativa». È per questo che «lo Spirito Santo ha reso gli Apostoli strumenti efficaci di perdono, perché quanto è stato ottenuto dalla morte di Gesù possa raggiungere ogni uomo in ogni luogo e in ogni tempo». Maria è «Madre del perdono», ha spiegato il Papa. «Questa parola, perdono, tanto incompresa dalla mentalità mondana, indica invece il frutto proprio, originale della fede cristiana», ha affermato: «Chi non sa perdonare non ha ancora conosciuto la pienezza dell’amore. E solo chi ama veramente è in grado di giungere fino al perdono, dimenticando l’offesa ricevuta». Come prova, il racconto del Vangelo: «Ai piedi della Croce, Maria vede il suo Figlio che offre tutto Sé stesso e così testimonia che cosa significa amare come ama Dio. In quel momento sente pronunciare da Gesù parole che probabilmente nascono da quello che lei stessa gli aveva insegnato fin da bambino: ‘Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno’. In quel momento, Maria è diventata per tutti noi Madre del perdono. Lei stessa, sull’esempio di Gesù e con la sua grazia, è stata capace di perdonare quanti stavano uccidendo il suo Figlio innocente».

«La forza del perdono è il vero antidoto alla tristezza provocata dal rancore e dalla vendetta». Ne è convinto il Papa che, nell’omelia della Messa per l’apertura della Porta Santa a Santa Maria Maggiore, ha spiegato che «il perdono apre alla gioia e alla serenità perché libera l’anima dai pensieri di morte, mentre il rancore e la vendetta sobillano la mente e lacerano il cuore togliendogli il riposo e la pace». «Cose brutte sono il rancore e la vendetta», ha aggiunto il Papa a braccio. «La speranza, la grazia e la santa letizia sono sorelle», ha osservato commentando l’inno mariano: «Tutte sono dono di Cristo, anzi, sono altrettanti nomi di Lui, scritti, per così dire, nella sua carne». «Il regalo che Maria ci dona dandoci Gesù Cristo è quello del perdono che rinnova la vita, che le consente di compiere di nuovo la volontà di Dio, e che la riempie di vera felicità», ha ribadito Francesco: «Questa grazia apre il cuore per guardare al futuro con la gioia di chi spera». «Attraversiamo la Porta Santa della Misericordia con la certezza della compagnia della Vergine Madre, la Santa Madre di Dio, che intercede per noi», l’invito del Papa: «Lasciamoci accompagnare da lei per riscoprire la bellezza dell’incontro con il suo Figlio Gesù. Spalanchiamo il nostro cuore alla gioia del perdono, consapevoli della fiduciosa speranza che ci viene restituita, per fare della nostra esistenza quotidiana un umile strumento dell’amore di Dio. E acclamiamola con le stesse parole del popolo di Efeso, al tempo dello storico Concilio: ‘Santa Madre di Dio’».

Fuori programma a Santa Maria Maggiore. Al termine della Messa per il rito dell’apertura della Porta Santa, dopo aver venerato l’icona bizantina di Maria «Salus Populi Romani», il Papa a sorpresa è uscito sul sagrato e ha salutato la folla dei romani che lo attendevano con gli immancabili telefonini in mano per foto e selfie. Francesco ha esortato, come aveva fatto al termine dell’omelia, a ripetere tutti insieme «Santa Madre di Dio» in omaggio alla Madonna. Poi ha augurato «Buon Anno a tutti» e ha pronunciato un augurio in pieno spirito giubilare, riferendosi alla Porta Santa appena aperta: «Aprite il vostro cuore alla misericordia, spalancate il vostro cuore alla misericordia!».