Vita Chiesa

Papa Francesco: mons. Crociata (Cei), «Siamo di fronte a un nuovo inizio»

Durante la conferenza stampa di presentazione del comunicato finale dell’ultimo Consiglio episcopale permanente (Roma, 18-19 marzo), monsignor Crociata ha spiegato che «i vescovi hanno condiviso il nuovo cammino» intrapreso dalla Chiesa con Papa Francesco. Al riguardo, ha detto, «molto significativa è stata la testimonianza del cardinale presidente Angelo Bagnasco, che ha potuto compiere nel passaggio dalla sorpresa e sconcerto per la rinuncia di Benedetto XVI all’esperienza coinvolgente dell’elezione di Papa Francesco. Un Papa con cui ci sentiamo intimamente legati per la sua figura istituzionale e per la sua persona. In forza di quella ‘collegialità affettiva ed effettiva’, come ha sottolineato il cardinale Bagnasco».

 «In questi giorni – ha sottolineato monsignor Crociata – abbiamo vissuto un’esperienza di Chiesa viva. Nonostante i nostri giudizi, sperimentiamo che la Chiesa è viva. E lo dice la stessa decisione di Benedetto XVI di rinunciare». Il segretario generale della Cei si è poi soffermato sull’«unione speciale» che lega la Chiesa italiana «col vescovo di Roma e suo primate». Un’«unione speciale», come si legge nel messaggio inviato al Papa a conclusione dei lavori, ha ricordato il segretario generale della Cei, «che ci rende testimoni privilegiati della Sua missione, primi destinatari della Sua premura e del Suo magistero; un attaccamento singolare delle nostre Chiese al Papa, che si è manifestato anche nel caloroso abbraccio con cui da subito il nostro popolo si è stretto a Lei, nel desiderio di vederLa, di stare un po’ con Lei, di pregare con Lei e per Lei, per le intenzioni del Suo cuore di pastore universale». Questa unione, ha rimarcato monsignor Crociata, è stata molto avvertita dal «popolo cristiano». Infatti, ha rivelato, «tanti vescovi hanno confidato che, dopo l’elezione di Papa Francesco, c’è stato un movimento che ha coinvolto tante persone, che hanno chiesto di confessarsi».

«Papa Francesco è stato già invitato» all’Assemblea generale della Cei, che si svolgerà in Vaticano, nell’Aula del Sinodo, dal 20 al 24 maggio. Lo ha rivelato questa mattina monsignor Mariano Crociata, segretario generale della Cei, rispondendo a una domanda del Sir, durante la conferenza stampa di presentazione del comunicato finale dell’ultimo Consiglio episcopale permanente (Roma, 18-19 marzo). «Attendiamo – ha detto monsignor Crociata – che il Papa ci dica in quale forma avverrà la sua presenza». Il segretario Cei ha ricordato che «l’assemblea avrà il suo momento culminante nel pellegrinaggio alla Tomba di San Pietro con la solenne ‘professio fidei’ dell’episcopato italiano nell’Anno della fede». È possibile, ha aggiunto, che «l’incontro con il Santo Padre e il pellegrinaggio coincidano. Sempre se Papa Francesco sarà disponibile».

A proposito delle visite «ad limina» dei vescovi italiani, già iniziate con Benedetto XVI e ora sospese, monsignor Crociata ha detto che «se verranno confermate, verranno riprese». Anche perché «rientrano nell’ordine della vita della Chiesa». Infine una spiegazione sul perché non c’è stata la prolusione del cardinale Bagnasco in apertura del Consiglio: «Oltre che per il carattere di questo ultimo incontro e per la sua durata, si è trattato di un atto di delicatezza verso il Papa».

«La nostra attenzione verso i poveri non nasce da un mero umanitarismo o da filantropia. La Chiesa, come ha detto Papa Francesco, non è una Ong. È Chiesa, ossia discepola di Cristo che per primo si è fatto povero», ha affermato monsignor Mariano Crociata, rispondendo a una domanda su come la Chiesa italiana si colloca rispetto all’esortazione del Papa: «Come vorrei una Chiesa povera e per i poveri». Per monsignor Crociata, «bisogna cogliere bene il senso di questo impegno che il Papa colloca nella scia di quanto il Concilio ha insegnato»: «Il primato sulla Chiesa e della Chiesa è di Dio».

È «la signoria di Dio» che «caratterizza la missione della Chiesa». Una «signoria» che «libera la Chiesa da attaccamenti, ricchezze. In questa prospettiva, la Chiesa, che dipende dal Signore, si apre a tutti, a cominciare dalle fasce più deboli». È «un impegno» questo, «sempre perseguito»: basta pensare alle encicliche di Paolo VI, «Populorum progressio», e Benedetto XVI, «Caritas in veritate». Ora, ha proseguito monsignor Crociata, «Papa Francesco, che viene dal Sud del mondo, invita a impegnarsi di più» in questo senso. Il Papa, ha detto il segretario della Cei, venendo da un contesto geografico di povertà, «richiama tutta la Chiesa al paradosso del mondo diviso in ricchi e poveri. E rimanda il cattolicissimo Occidente» a volgere lo sguardo «verso il Sud, anch’esso cattolicissimo, ma che vive situazioni di estrema povertà». Insomma, «il Papa dice con la sua presenza che abbiamo bisogno di rivedere questa attenzione», tenendo sempre presenti «le motivazioni» di fondo.