Vita Chiesa

Papa Francesco, riprese le udienze con il pubblico nel cortile di San Damaso

 “Viva il Papa!”, il saluto festoso dei partecipanti all’udienza, tutti muniti di mascherina. Tra di essi, anche alcuni giovani sacerdoti e un gruppo di suore. C’è anche chi ha chiesto un autografo al Papa per il suo libro “Ritorniamo a sognare”, e alcuni giovani che hanno chiesto di essere benedetti. Un gruppo di suore ha offerto al Santo Padre tre rose bianche a gambo lungo, che lui ha accettato volentieri scambiando qualche battuta con loro. Al posto dello zucchetto, un sacerdote indiano gli ha offerto un copricapo rosso a fantasia, che il Papa ha indossato per un momento restituendolo poi al suo interlocutore. Poi l’ormai tradizionale scambio dello zucchetto, con alcuni fedeli che hanno trovato posto dal lato opposto delle transenne. Infine un colloquio dai toni spiritosi con una donna anziana e uno scambio con un gruppo di giovani. Non sono mancati, tra i partecipanti, anche i bambini molto piccoli, che Francesco ha salutato e accarezzato. Il momento “a tu per tu” con i fedeli è durato circa un quarto d’ora, prima che il Papa prendesse posto nella sua postazione al centro del cortile, per introdurre l’udienza.

“Cosa fare nel tempo della tentazione, quando tutto sembra vacillare?”. A chiederselo è stato il Papa, nella catechesi dell’udienza di oggi dedicata alla preghiera come combattimento spirituale. L’invito è a seguire i consigli dei maestri di spiritualità, i “maestri dell’anima”, li chiama Francesco, ognuno dei quali “ha offerto qualche contributo: una parola di sapienza, oppure un suggerimento per affrontare i tempi irti di difficoltà”. “Non si tratta di teorie elaborate a tavolino, quanto di consigli nati dall’esperienza, che mostrano l’importanza di resistere e di perseverare nella preghiera”, ha precisato Francesco, citando come esempio gli Esercizi spirituali di Sant’Ignazio di Loyola, definiti “un libretto di grande sapienza, che insegna a mettere ordine nella propria vita”. “Fa capire che la vocazione cristiana è militanza, è decisione di stare sotto la bandiera di Gesù Cristo e non sotto quella del diavolo, cercando di fare il bene anche quando ciò diventa difficile”, ha commentato il Papa, secondo il quale “nei tempi di prova è bene ricordarsi che non siamo soli, che qualcuno veglia al nostro fianco e ci protegge”. “Anche Sant’Antonio abate, il fondatore del monachesimo cristiano, in Egitto, affrontò momenti terribili, in cui la preghiera si trasformava in dura lotta”, ha fatto notare Francesco: “Il suo biografo, Sant’Atanasio, Vescovo di Alessandria, narra che uno degli episodi peggiori capitò al Santo eremita intorno ai trentacinque anni, età di mezzo che per molti comporta una crisi. Antonio fu turbato da quella prova, ma resistette. Quando finalmente tornò il sereno, si rivolse al suo Signore con un tono quasi di rimprovero: ‘Dov’eri? Perché non sei venuto subito a porre fine alle mie sofferenze?’. E Gesù rispose: ‘Antonio, io ero là. Ma aspettavo di vederti combattere’”.