Vita Chiesa

Papa Francesco sceglie card. Bassetti per le meditazioni della Via Crucis

«La Via Crucis ­ – ha spiegato l’arcivescovo di Perugia – è quella tradizionale, che si innesta sulla meditazione sulla Parola di Dio con una riflessione attenta anche su quanto sta avvenendo nel mondo, soprattutto nei luoghi in cui si soffre per la guerra, la povertà e dove viene violata anche quotidianamente la dignità della persona umana, perché Gesù vive la sua passione personalmente, però la rivive anche nell’umanità. In questa Via Crucis mi sono ispirato a un’opera di un autore molto caro all’Umbria: è il Perugino. Una scena bellissima del Perugino la ricordo nel Monastero di Santa Maria Maddalena de’ Pazzi, dove c’è questa unione alla Passione di Gesù profonda, un’armonia fra la passione dell’uomo e la Passione di Cristo. E poi, per illustrare tutti i contenuti della Via Crucis, ho scelto delle formelle molto belle, che sono qui, nel Seminario di Perugia, in ceramica, degli Anni Trenta. La meditazione è sulle tradizionali stazioni della Via Crucis, però voglio fare anche dei riferimenti al tempo presente, che purtroppo non è privo di croci. Quindi ho cercato di leggere il dolore proprio alla luce del grande amore di Dio per l’umanità, perché altrimenti il dolore non ha senso. Il dolore si può leggere solo alla luce dell’amore di Dio. E nell’Anno della Misericordia è chiaro che l’orizzonte della mia Via Crucis non può essere che quello dell’amore e del perdono».

Tra i temi particolari sviluppati nelle meditazioni, il card. Bassetti ha incluso alla IV stazione la famiglia. Questa stazione, ha spiegato «è stata per me di una intensità unica, quindi, accanto al dramma di Maria il dramma delle nostre famiglie, le situazioni delle nostre famiglie e poi i giovani, il lavoro – sono anche i temi che mi stanno particolarmente a cuore, che certamente ho “spalmato” durante la Via Crucis – i piccoli e grandi drammi degli uomini di oggi, della Chiesa stessa che anch’essa ha bisogno continuamente di purificazione e riconciliazione».

Altra stazione che lo ha toccato particolarmente è stata quella della morte in Croce che commenterà anche attraverso  «una breve poesia di Turoldo, dove c’è l’assoluta solitudine di Gesù, l’abbandono del Padre, quando veramente ha preso su di sé il dramma di tutta l’umanità. E quello che tutti ci colpisce di più – ha proseguito il card. Bassetti – è che Gesù è salito sulla Croce perché ci è voluto salire – e avrebbe potuto evitarlo – e non è disceso dalla Croce e sarebbe potuto discendere, perché era il Figlio di Dio. E quindi è chiaro che la riflessione sulla morte di Gesù rimane sempre il fatto più profondo del cristianesimo, unito – naturalmente – alla Pasqua di Resurrezione».