Vita Chiesa

Papa Francesco si racconta ai «Pueri Cantores»: «Da piccolo volevo fare il macellaio»

«Mi piace sentire cantare, ma se io cantassi sembrerei un asino, perché non so cantare». Lo ha rivelato il Papa, rispondendo a braccio alle domande dei circa seimila Pueri Cantores, provenienti da ogni parte del mondo, presenti oggi in Aula Paolo VI. «Neppure so parlare bene, perché ho un difetto nel modo di parlare, non nella fonetica, ma mi piace tanto sentire cantare», ha proseguito Francesco, che parlando sempre a braccio ha raccontato un aneddoto, riferito a lui e ai suoi quattro fratelli: «Da bambini, la mamma, il sabato alle due di pomeriggio, ci faceva sedere davanti alla radio per sentire: tutti i sabati, si faceva la trasmissione di un’opera, e la mamma ci insegnava com’era quell’opera, e da bambino ho sentito il piacere di sentire cantare, ma mai ho potuto cantare». «Invece uno dei miei nonni, che era falegname – ha proseguito Francesco – mentre lavorava cantava sempre, e il piacere di sentire cantare mi viene da bambino. Mi piace tanto la musica e il canto».

«Il canto educa l’anima, fa bene all’anima»,ha proseguito il Papa, parlando sempre a braccio e facendo esempi tratti dalla vita quotidiana: «Quando la mamma fa addormentare il bambino, non gli dice ‘uno, due, tre’, gli canta la ninna nanna, e gli fa bene all’anima e il bambino è tranquillo e si addormenta».

«Sant’Agostino dice una frase molto bella: ognuno di voi deve impararla nella propria lingua», ha detto il Papa ai circa 6mila bambini e ragazzi riuniti in Aula Paolo VI: «Canta e cammina». «La vita cristiana è un cammino, ma un cammino gioioso, e per questo canta», ha sottolineato Francesco: «Ognuno lo dica nella sua lingua: canta e cammina!», il suo invito. «E così la tua anima godrà di più la gioia del Vangelo», il commento.

«Come fai a essere così buono?». Alla domanda di un bambino, il Papa ha risposto citando la risposta di Gesù a chi lo chiamava «maestro buono». Gesù guardò il suo interlocutore – ha ricordato Francesco – e gli rispose: «No, solo Dio è buono». «Noi siamo cattivi?», ha proseguito il Papa sempre a braccio: «No, metà e metà, abbiamo un po’ di tutto, abbiamo la ferita del peccato originale che ci porta a non essere buoni sempre». «Solo Dio è buono», ha ripetuto: «E se vuoi trovare la bontà, vai dal Signore: Lui è tutto bontà, tutto amore e tutto misericordia».

«Come faccio io ad essere buono?», ha detto Francesco: «Avvicinarsi al Signore», la sua risposta. «Chiedo al Signore che non sia tanto peccatore, tanto cattivo – ha spiegato – che non faccia cattiverie a nessuno, che non abbia gelosie, invidie, che non mi mischi a delle cordate. Chiedo la grazia di essere buono, perché solo Dio è buono. Lo diciamo insieme ognuno nella propria lingua? Solo Dio è buono».

«Sì, mi arrabbio ma non mordo», ha poi rivelato, rispondendo alle domande dei ragazzi. «Delle volte mi arrabbio – ha ammesso – quando qualcuno fa qualcosa che non va bene, ma mi aiuta a fermarmi il pensare a tutte le volte che io ho fatto arrabbiare gli altri. ‘Hai fatto arrabbiare gli altri? Sì, tanto. Non hai diritto di arrabbiarti’». «Se qualcuno ha fatto una cosa che non è buona, chiamalo e parla con lui come fratello e sorella, ma senza arrabbiarti – il consiglio di Francesco – perché la rabbia è velenosa, ti avvelena l’anima». «Tante volte – ha raccontato il Papa – ho visto bambini e ragazzi spaventati, perché i genitori o nella scuola li sgridano: quando si sgrida, fa male e ferisce. Sgridare un altro è come fare una coltellata, non fa bene sgridare». «Io mi arrabbio, ma mi aiuta pensare a tutte le volte che io ho fatto arrabbiare gli altri, e quello mi rasserena un po’, mi fa un po’ più tranquillo».

«Arrabbiarsi fa male non solo alle altre persone, ma a te stesso, avvelena te stesso», ha proseguito il Papa, che poi ha ammonito: «C’è gente che ha l’anima amara, che vivono arrabbiati. Sembra che tutte le mattine si lavano i denti con l’aceto per essere così arrabbiati. C’è gente che è così, è una malattia». «L’abitudine di arrabbiarsi, di gridare, di sgridare gli altri è un veleno», la denuncia del Papa. «Com’era l’anima di Gesù, dolce o amara?», ha chiesto ai bambini presenti: «Era dolce – la risposta, gridata in coro anche dai Pueri Cantores – perché quando si arrabbiava non arrivava alla sua anima, soltanto era per correggere e poi tornava alla pace».

«Pregare di più». È questo il proposito del Papa per l’Anno Nuovo, indicato dal Papa. «I vescovi devono reggere il popolo di Dio prima di tutto con la preghiera, è il primo servizio», ha detto Francesco: «Per un vescovo il primo compito è la preghiera: non si può essere vescovo nella Chiesa senza la preghiera al primo posto, poi viene l’annuncio del Vangelo». «In questi giorni – le parole del Papa – ho pensato che un buon proposito per l’Anno Nuovo sarebbe questo: pregare un po’ di più, perché la Chiesa va avanti con la preghiera dei santi». «Pregate per la Chiesa», l’invito ai bambini, ai quali ha raccontato «una storia» che risale «all’inizio del cristianesimo, quando c’era tanto da fare perché la gente si convertiva e gli apostoli non avevano tempo. Alcuni sono andati a lamentarsi perché non curavano bene le vedove e gli orfani, ed era vero, ma non avevano il tempo di farlo». Così, «hanno fatto un Concilio e hanno deciso di fare uomini soltanto per servire alla gente. I diaconi sono nati così, potete vederlo nel libro degli Atti degli apostoli». «Cosa dice san Pietro, il primo Papa?», ha proseguito Francesco: «Loro faranno questo, e noi, gli apostoli, soltanto due cose: la preghiera e l’annuncio del Vangelo, la predicazione».

«Se vi dico la verità, vi farò ridere». Francesco ha scherzato sulla domanda: «Quando eri piccolo, cosa sognavi di diventare?». «Quando ero piccolo pensavo di diventare macellaio», ha confessato: «Andavo più spesso con la nonna, ma anche con la mamma, al mercato a fare la spesa, non c’erano supermarket, non c’era la televisione… Il mercato era sulla strada e si comprava tutto. Un giorno a tavola mi è stato domandato: cosa ti piacerebbe diventare da grande? Il macellaio, ho risposto, perché il macellaio era uno che prendeva il coltello e faceva i pezzi. Era un’arte, mi piaceva guardarlo».

«C’è tanta gente che soffre nel mondo, ci sono le guerre, ma quante guerre!». Così il Papa ha risposto a braccio alla domanda su quante possibilità ci sono che il mondo migliori. «Voi avete il dono di Dio, di cantare, di essere felici – ha proseguito – ma ci sono bambini che non hanno da mangiare nel mondo, che non possono andare a scuola perché c’è la guerra, la povertà o non ci sono le scuole, ci sono bambini che, quando si ammalano, non hanno la possibilità di andare in ospedale». «Pregate per questi bambini», l’invito ai Pueri Cantores, ai quali ha assicurato: «Il mondo può migliorare, ma nel mondo c’è la lotta fra il bene e il male, dicono i filosofi, tra il diavolo e Dio, ancora questo esiste. Quando a ognuno di noi viene voglia di fare una cattiveria, quella piccola cattiveria è un’ispirazione del diavolo. Si fa il male nelle piccole cose come nelle grandi cose, e questa lotta tra il diavolo e Dio, dice la Bibbia, continuerà fino alla fine». «Tutti noi abbiamo dentro un campo di battaglia, abbiamo grazie e tentazioni», le parole di Francesco: «Il diavolo fa delle sue, ma anche Dio fa delle sue».

«Non lasciamoci ingannare: nel mondo ci sono cose brutte, ma ci sono cose sante, ci sono i santi nascosti, quelli che noi non vediamo». È il congedo del Papa dai Pueri Cantores, che ha messo in guardia dall’«attrazione verso il male», a causa della quale «sembra che piace di più guardare cose brutte che cose belle, grandi». «C’è tanta gente santa, nelle famiglie, tanti nonni e nonne che portano avanti la malattia e i problemi, e questo non si vede in televisione, perché non ha pubblicità», ha ammonito il Papa, che ha citato anche il recente viaggio in Africa e l’opera dei tanti missionari e missionarie. «Qui in Italia – ha proseguito – ho scoperto tante associazioni di uomini e di donne che danno parte del loro tempo per assistere, accompagnare, essere badanti di ammalati: questo è buono, ma non si vede nella pubblicità». «Se vuoi un writing – le parole di Francesco – sia giornalistico che in tv, fai soltanto vedere cose brutte, per le cose buone la gente si annoia». «C’è la lotta tra il bene e il male, la lotta fra Dio e il diavolo – ha concluso il Papa – ma c’è anche tanta gente sana, che dà la vita per aiutare gli altri».