Vita Chiesa

Papa Francesco: silenzio su «persecuzioni atroci» contro cristiani. Agli arcivescovi: siate maestri di preghiera

Il Pontefice ha quindi ricordato «il coraggio degli Apostoli e della prima comunità cristiana; il coraggio di portare avanti l’opera di evangelizzazione, senza timore della morte e del martirio, nel contesto sociale di un impero pagano». Venerare la loro vita cristiana, ha aggiunto, «per noi credenti di oggi è un forte richiamo alla preghiera, alla fede e alla testimonianza».

«Una Chiesa in preghiera è una Chiesa ‘in piedi’, solida, in cammino!», e «un cristiano che prega è un cristiano protetto, custodito e sostenuto, ma soprattutto non è solo», ha poi ricordato il Papa. Commentando il racconto della seconda lettura sulla preghiera della comunità cristiana e sulla liberazione di Pietro dal carcere, Francesco ha precisato che «le catacombe non erano luoghi per sfuggire alle persecuzioni ma erano, innanzitutto, luoghi di preghiera», e si è soffermato sulla figura dell’angelo inviato dal Signore all’Apostolo. «Quante volte – ha chiesto – il Signore ha esaudito la nostra preghiera inviandoci un Angelo?». «Quanti angeli Egli mette sul nostro cammino! Ma noi, presi dalla paura o dall’incredulità, oppure dall’euforia, li lasciamo fuori dalla porta». L’invito, infine, alla perseveranza nella preghiera: «Nessuna comunità cristiana può andare avanti senza il sostegno della preghiera perseverante!». Nella preghiera «il credente esprime la sua fede, la sua fiducia, e Dio esprime la sua vicinanza, anche attraverso il dono degli Angeli, i suoi messaggeri».

«Quante forze, lungo la storia, hanno cercato – e cercano – di annientare la Chiesa, sia dall’esterno sia dall’interno, ma vengono tutte annientate e la Chiesa rimane viva e feconda», ha detto il Papa nell’omelia. «Tutto passa, solo Dio resta – ha osservato Francesco -. Infatti, sono passati regni, popoli, culture, nazioni, ideologie, potenze, ma la Chiesa, fondata su Cristo, nonostante le tante tempeste e i molti peccati nostri, rimane fedele al deposito della fede nel servizio, perché la Chiesa non è dei Papi, dei vescovi, dei preti e neppure dei fedeli, è solo e soltanto di Cristo». Solo «chi vive in Cristo – il monito del Pontefice – promuove e difende la Chiesa con la santità della vita, sull’esempio di Pietro e di Paolo. I credenti nel nome di Cristo hanno risuscitato i morti; hanno guarito gli infermi; hanno amato i loro persecutori; hanno dimostrato che non esiste una forza in grado di sconfiggere chi possiede la forza della fede!».

«Una Chiesa o un cristiano senza testimonianza è sterile; un morto che pensa di essere vivo; un albero secco che non dà frutto; un pozzo arido che non dà acqua! La Chiesa ha vinto il male grazie alla testimonianza coraggiosa, concreta e umile dei suoi figli». Così Papa Francesco, concludendo l’omelia della Messa per la solennità dei Santi Apostoli Pietro e Paolo nella quale ha benedetto i Palli destinati ai 46 nuovi arcivescovi metropoliti, simbolo, ha spiegato loro, «del vostro compito pastorale». «La Chiesa – le parole del Papa ai presuli – vi vuole uomini di preghiera, maestri di preghiera; che insegnino al popolo a voi affidato dal Signore che la liberazione da tutte le prigionie è soltanto opera di Dio e frutto della preghiera». L’invito, inoltre, a essere per i più bisognosi «angeli e messaggeri della carità!». La Chiesa, ha proseguito il Pontefice, «vi vuole uomini di fede, maestri di fede: che insegnino ai fedeli a non aver paura dei tanti Erode che affliggono con persecuzioni, con croci di ogni genere. Nessun Erode è in grado di spegnere la luce della speranza, della fede e della carità di colui che crede in Cristo!«

La Chiesa, ha aggiunto ancora il Papa rivolgendosi ai nuovi arcivescovi metropoliti, «vi vuole uomini di testimonianza». «Non c’è testimonianza – ha ammonito Francesco – senza una vita coerente! Oggi non c’è tanto bisogno di maestri, ma di testimoni coraggiosi, convinti e convincenti; testimoni che non si vergognano del Nome di Cristo e della sua Croce né di fronte ai leoni ruggenti né davanti alle potenze di questo mondo». Sull’esempio di Pietro e di Paolo «e di tanti altri testimoni lungo tutta la storia della Chiesa, testimoni che, pur appartenendo a diverse confessioni cristiane, hanno contribuito a manifestare e a far crescere l’unico Corpo di Cristo», la sottolineatura del Pontefice «alla presenza – sempre molto gradita – della Delegazione del Patriarcato ecumenico di Costantinopoli, inviata dal caro fratello Bartolomeo I». Per Francesco, «la testimonianza più efficace e più autentica è quella di non contraddire, con il comportamento e con la vita, quanto si predica con la parola e quanto si insegna agli altri». «Insegnate la preghiera pregando; annunciate la fede credendo; date testimonianza vivendo!», la triplice consegna ai neo arcivescovi.