Vita Chiesa

Papa Francesco, udienza: «Chi è più grande, Dio o il peccato?»

«Chi è più grande, Dio o il peccato?», ha chiesto instaurando un dialogo botta e risposta con i fedeli. «Dio», la prima risposta: «Ne siete convinti? Dio? E chi vince alla fine, Dio o il peccato? Dio è capace di vincere il peccato più grosso, anche il più vergognoso?». Poi l’ultima domanda: «Questa domanda non è facile», ha detto il Papa, «vediamo se c’è qualche teologa o teologo tra voi. Con che arma vince Dio il peccato?». «L’amore», la risposta corale. «Dio vince il peccato, questo vuol dire che Dio regna», il commento del Papa.

«Dio si china sull’umanità per offrire misericordia e liberare l’uomo da ciò che sfigura in lui l’immagine bella di Dio, perché quando siamo nel peccato l’immagine è sfigurata», ha detto il Papa, che durante l’udienza di oggi si è trattenuto a braccio sul mistero del Natale ormai imminente. «La gioia più bella del Natale è quella interiore», le sue parole: «Il Signore ha cancellato i nostri peccati, mi ha perdonato, ha avuto misericordia di me, è venuto a salvarmi. Questa è la gioia del Natale. Il male non trionferà per sempre, c’è una fine al dolore. La disperazione è vinta».

«Quanto è brutto quando troviamo un cristiano che ha perso la speranza!», ha poi esclamato, a braccio, il Papa, che ha deplorato l’atteggiamento di chi dice «è tutto finito per me», di chi «non è capace di guardare a un orizzonte di speranza e vede davanti a sé soltanto un muro. Ma Dio è capace di distruggere questo muro col perdono». «La speranza nasce quando vediamo Dio nel presepe, che nasce a Betlemme», ha proseguito Francesco, ricordando che a Natale «bisogna aprire il cuore: il Natale è il giorno per aprire il cuore a tanta piccolezza e a tanta meraviglia. È la meraviglia di Natale, a cui ci stiamo preparando in questo tempo di Avvento. È la sorpresa di un Dio bambino, di un Dio povero, di un Dio debole, di un Dio che abbandona la sua grandezza per farsi vicino a ognuno di noi». «Siamo chiamati a diventare uomini e donne di speranza», l’invito del Papa.

«Grazie a tutti per gli auguri del mio prossimo compleanno». Lo ha detto, a braccio, il Papa, nei saluti ai fedeli di lingua italiana che come di consueto concludono l’appuntamento del mercoledì. «Vi dirò una cosa che magari vi farà ridere», ha proseguito fuori testo come ha fatto per gran parte dell’udienza: «Nella mia terra fare gli auguri in anticipo porta jella! E chi fa gli auguri in anticipo è uno iettatore». Durante i saluti nelle altre lingue, sia lo speaker spagnolo che quello portoghese avevano fatto gli auguri al Papa per il suo ottantesimo compleanno, che festeggerà sabato prossimo, 17 dicembre, con la Messa alle otto nella Cappella Paolina e una giornata di lavoro normale. Intanto oggi, in Aula Paolo VI, tra i seimila fedeli presenti si è fatta avanguardia una signora che gli ha regalato una torta con «80» scritto sopra.