Vita Chiesa

Papa Francesco, udienza: «È la messa che fa la domenica cristiana»

«La celebrazione domenicale dell’Eucaristia è al centro della vita della Chiesa», ha esordito Francesco citando il Catechismo della Chiesa cattolica: «Noi cristiani andiamo a Messa la domenica per incontrare il Signore risorto, o meglio per lasciarci incontrare da Lui, ascoltare la sua parola, nutrirci alla sua mensa, e così diventare Chiesa, ossia suo mistico Corpo vivente oggi nel mondo». «Lo hanno compreso, fin dalla prima ora, i discepoli di Gesù – ha proseguito il Papa – i quali hanno celebrato l’incontro eucaristico con il Signore nel giorno della settimana che gli ebrei chiamavano ‘il primo della settimana’ e i romani ‘giorno del sole’, perché in quel giorno Gesù era risorto dai morti ed era apparso ai discepoli, parlando con loro, mangiando con loro, donando loro lo Spirito Santo. Anche la grande effusione dello Spirito a Pentecoste avvenne di domenica, il cinquantesimo giorno dopo la risurrezione di Gesù». Per queste ragioni, ha detto Francesco, «la domenica è un giorno santo per noi, santificato dalla celebrazione eucaristica, presenza viva del Signore tra noi e per noi».

Alcune società hanno smarrito il senso cristiano della Domenica. «Ci sono comunità cristiane che, purtroppo, non possono godere della Messa ogni domenica; anch’esse tuttavia, in questo santo giorno, sono chiamate a raccogliersi in preghiera nel nome del Signore, ascoltando la Parola di Dio e tenendo vivo il desiderio dell’Eucaristia», ha raccomandato il Papa che ha poi denunciato: «Alcune società secolarizzate hanno smarrito il senso cristiano della domenica illuminata dall’Eucaristia». «È peccato, questo», ha aggiunto a braccio. «In questi contesti – l’invito – è necessario ravvivare questa consapevolezza, per recuperare il significato della festa – non perdere il senso della festa! – della gioia, della comunità parrocchiale, della solidarietà, del riposo che ristora l’anima e il corpo». «Di tutti questi valori ci è maestra l’Eucaristia, domenica dopo domenica», ha assicurato Francesco: «Per questo il Concilio Vaticano II ha voluto ribadire che la domenica è il giorno di festa primordiale che deve essere proposto e inculcato alla pietà dei fedeli, in modo che divenga anche giorno di gioia e di astensione dal lavoro», ha ricordato citando la Sacrosanctum Concilium.

«L’astensione domenicale dal lavoro non esisteva nei primi secoli: è un apporto specifico del cristianesimo», ha poi ricordato il Papa. «Per tradizione biblica gli ebrei riposano il sabato, mentre nella società romana non era previsto un giorno settimanale di astensione dai lavori servili», ha proseguito Francesco: «Fu il senso cristiano del vivere da figli e non da schiavi, animato dall’Eucaristia, a fare della domenica – quasi universalmente – il giorno del riposo». «Senza Cristo siamo condannati a essere dominati dalla stanchezza del quotidiano, con le sue preoccupazioni, e dalla paura del domani», ha ammonito il Papa: «L’incontro domenicale con il Signore ci dà la forza di vivere l’oggi con fiducia e coraggio e di andare avanti con speranza». «Per questo noi cristiani andiamo ad incontrare il Signore la domenica, nella celebrazione eucaristica», ha aggiunto a braccio. «La comunione eucaristica con Gesù, risorto e vivente in eterno – ha commentato, inoltre, il Papa – anticipa la domenica senza tramonto, quando non ci sarà più fatica né dolore né lutto né lacrime, ma solo la gioia di vivere pienamente e per sempre con il Signore. Anche di questo beato riposo ci parla la Messa della domenica, insegnandoci, nel fluire della settimana, ad affidarci alle mani del Padre che è nei cieli».

A chi dice che non serve andare a Messa «non basta rispondere che è un precetto della Chiesa», ha poi spiegato il Papa alle migliaia di fedeli riuniti oggi in Aula Paolo VI. «Cosa possiamo rispondere a chi dice che non serve andare a Messa, nemmeno la domenica, perché l’importante è vivere bene, amare il prossimo?», la domanda finale della catechesi. «E’ vero che la qualità della vita cristiana si misura dalla capacità di amare, come ha detto Gesù: ‘Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri’», la risposta: «Ma come possiamo praticare il Vangelo senza attingere l’energia necessaria per farlo, una domenica dopo l’altra, alla fonte inesauribile dell’Eucaristia?».  «Non andiamo a Messa per dare qualcosa a Dio, ma per ricevere da Lui ciò di cui abbiamo davvero bisogno», ha puntualizzato Francesco. Alla domanda sul «perché andare a Messa la domenica», ha concluso il Papa, «non basta rispondere che è un precetto della Chiesa; questo aiuta a custodirne il valore, ma da solo non basta. Noi cristiani abbiamo bisogno di partecipare alla Messa domenicale perché solo con la grazia di Gesù, con la sua presenza viva in noi e tra di noi, possiamo mettere in pratica il suo comandamento, e così essere suoi testimoni credibili».

Il saluto alle Ong. «Esprimo vivo apprezzamento per i vostri sforzi di portare la luce del Vangelo alle varie periferie del nostro mondo, per difendere la dignità dell’uomo, per promuovere lo sviluppo integrale dei popoli, e per venire incontro ai bisogni materiali e spirituali di tanti membri della nostra famiglia umana». È il saluto del Papa ai partecipanti al Forum internazionale delle Ong di ispirazione cattolica, ricevuti poco prima dell’udienza nell’Auletta Paolo VI. «Vi incoraggio a lavorare sempre in uno spirito di comunione e collaborazione con le altre Ong cattoliche ed anche con i rappresentanti della Santa Sede, quale segno dell’impegno della Chiesa nella costruzione di un mondo sempre più giusto e solidale», l’invito pronunciato dopo la catechesi, durante i saluti ai pellegrini di lingua inglese: «Con l’augurio che queste giornate di riflessione e scambio siano fruttuose per le vostre attività, vi imparto di cuore la mia benedizione apostolica».