Vita Chiesa

Papa Francesco, udienza: «I cristiani non vanno a Messa per fare un compito settimanale»

La Pasqua fiorita. «Buon giorno e buona Pasqua!», ha esordito Francesco rivolgendosi ai 20mila fedeli in piazza nonostante la pioggia: «Voi vedete che oggi ci sono dei fiori, e i fiori dicono gioia, allegria», ha proseguito riferendosi agli addobbi pasquali ancora sul sagrato e ricordando che «in certi posti la Pasqua viene chiamata Pasqua fiorita, perché fiorisce il Cristo Risorto, è il fiore nuovo. Fiorisce la nostra giustificazione, fiorisce la santità della Chiesa. Per questo tanti fiori. È la nostra gioia». «Tutta la settimana noi festeggiamo la Pasqua, tutta la settimana», ha ricordato il Papa sempre a braccio: «E per questo ci diamo tutti noi, una volta in più, la Buona Pasqua. Diciamo: ‘Buona Pasqua’, tutti». Poi l’invito a fare gli auguri a Benedetto.

«Ogni volta che esco dalla Messa devo uscire meglio di come sono entrato». La Messa «non è soltanto memoria: si vive di nuovo la Passione e la Resurrezione di Gesù», ha precisato il Papa, che con l’udienza di oggi ha concluso il ciclo di catechesi dedicate alla Messa, soffermandosi sui riti di conclusione. «Mentre la Messa finisce, si apre l’impegno della testimonianza cristiana», ha spiegato il Papa, che poi a braccio ha aggiunto: «I cristiani non vanno a messa per fare un compito settimanale e poi si dimenticano. No! I cristiani vanno a Messa per partecipare alla Passione e Resurrezione del Signore e poi vivere di più come cristiani». «Usciamo dalla chiesa per ‘andare in pace’ a portare la benedizione di Dio nelle attività quotidiane, nelle nostre case, negli ambienti di lavoro, tra le occupazioni della città terrena, glorificando il Signore con la nostra vita», ha ricordato Francesco: «Ma se noi usciamo dalla chiesa chiacchierando – ‘ma guarda questo, guarda quello’ – e con la lingua lunga, la Messa non è entrata nel mio cuore perché non sono capace di vivere con la testa cristiana», ha ammonito a braccio: «Ogni volta che esco dalla Messa devo uscire meglio di come sono entrato, con più voglia di dare testimonianza cristiana».

«Lasciatevi allargare l’anima». «Dalla celebrazione alla vita, dunque, consapevoli che la Messa trova compimento nelle scelte concrete di chi si fa coinvolgere in prima persona nei misteri di Cristo». È la direzione di marcia indicata dal Papa per ognuno di noi, ogni volta che finisce l’appuntamento liturgico. «Non dobbiamo dimenticare che celebriamo l’Eucaristia per imparare a diventare uomini e donne eucaristici», il monito di Francesco, spiegando che ciò significa «lasciare agire Cristo nelle nostre opere: che i suoi pensieri siano i nostri pensieri, i suoi sentimenti i nostri, le sue scelte anche le nostre scelte». «E questo è santità, fare come ha fatto Cristo è santità cristiana», l’aggiunta a braccio prima della citazione delle parole di San Paolo: «Sono stato crocifisso con Cristo, e non vivo più io, ma Cristo vive in me. E questa vita, che io vivo nel corpo, la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha consegnato se stesso per me». «Questa è la testimonianza cristiana», ha spiegato Francesco ancora fuori testo, sottolineando che «l’esperienza di Paolo illumina anche noi: nella misura in cui mortifichiamo il nostro egoismo, cioè facciamo morire ciò che si oppone al Vangelo e all’amore di Gesù, si crea dentro di noi un maggiore spazio per la potenza del suo Spirito». «I cristiani sono uomini e donne che si lasciano allargare l’anima con la forza dello Spirito Santo dopo aver ricevuto il corpo e il sangue di Cristo», ha detto il Papa fuori testo: «Lasciatevi allargare l’anima! Non queste anime così strette, chiuse, così piccole, egoistiche: anime grandi, con grandi orizzonti! Lasciatevi allargare l’anima con la forza dello Spirito dopo aver ricevuto il corpo e il sangue di Cristo».

«La Messa è come il chicco di grano e ci separa dal peccato». «I frutti della Messa sono destinati a maturare nella vita di ogni giorno», ha detto ancora il Papa, che per spiegare il senso della testimonianza cristiana nella vita quotidiana ha usato a braccio una metafora evangelica: «La Messa è come il chicco, il chicco di grano, che poi nella vita ordinaria cresce, cresce e matura nelle opere buone, negli atteggiamenti che ci fanno assomigliare a Gesù». «Il culto eucaristico fuori della Messa, sia in forma privata che comunitaria, ci aiuta a rimanere in Cristo», ha garantito Francesco: «Accrescendo la nostra unione a Cristo, l’Eucaristia aggiorna la grazia che lo Spirito ci ha donato nel Battesimo e nella Confermazione, affinché sia credibile la nostra testimonianza cristiana». «Accendendo nei nostri cuori la carità divina, l’Eucaristia ci separa dal peccato», ha spiegato il Papa: «Quanto più partecipiamo alla vita di Cristo e progrediamo nella sua amicizia, tanto più ci è difficile separarci da lui con il peccato mortale».

«L’Eucaristia fa la Chiesa. Ci unisce tutti», ha assicurato il Papa, che nella catechesi ha spiegato che «il regolare accostarci al convito eucaristico rinnova, fortifica e approfondisce il legame con la comunità cristiana a cui apparteniamo». Partecipare all’Eucaristia, inoltre, «impegna nei confronti degli altri, specialmente dei poveri, educandoci a passare dalla carne di Cristo alla carne dei fratelli, in cui egli attende di essere da noi riconosciuto, servito, onorato, amato». «Portando il tesoro dell’unione con Cristo in vasi di creta, abbiamo continuo bisogno di ritornare al santo altare, fino a quando, in paradiso, gusteremo pienamente la beatitudine del banchetto di nozze dell’Agnello», ha proseguito il Papa, esortando i 20mila presenti in piazza sotto la pioggia a ringraziare il Signore «per il cammino di riscoperta della santa Messa che ci ha donato di compiere insieme, e lasciamoci attrarre con fede rinnovata a questo incontro reale con Gesù, morto e risorto per noi, nostro contemporaneo». «E che la vita nostra sia sempre fiorita, così, come la Pasqua, con i fiori della speranza, della fede, delle opere buone», il congedo a braccio: «Che noi troviamo sempre la forza di questo nell’Eucaristia, nell’unione con Gesù. Buona Pasqua a tutti!».

Il saluto ai ragazzi. «Incoraggio ciascuno a vivere coerentemente la fede, testimoniandola ogni giorno con gesti di carità». È il saluto del Papa ai ragazzi della Professione di Fede provenienti dalle diocesi di Milano e di Cremona, che lo hanno acclamato festosamente con un vero e proprio boato, alzando ognuno il suo striscione colorato. Erano circa 7mila, oggi in piazza, i ragazzi dell’arcidiocesi di Milano provenienti da parrocchie, decanati, vicariati, zone pastorali, oratori. Oltre 200 quelli provenienti dalla diocesi di Cremona. Nel triplice saluto finale che come di consueto conclude l’appuntamento del mercoledì con i fedeli, Francesco ha chiesto ai giovani, agli ammalati e agli sposi novelli di «vivere il messaggio pasquale, testimoniando nei luoghi di vita la pace e la gioia, doni del Risorto».