Vita Chiesa

Papa Francesco, udienza: «Il capolavoro della società è la famiglia»

«Gesù – ha ricordato il Papa commentando l’episodio delle nozze di Cana, narrato all’inizio del Vangelo di Giovanni – non solo partecipò a quel matrimonio, ma salvò la festa» con il miracolo del vino. «Il primo dei suoi segni prodigiosi, con cui rivela la sua gloria, lo compì nel contesto di un matrimonio – ha commentato il Papa – e fu un gesto di grande simpatia per quella nascente famiglia, sollecitato dalla premura materna di Maria». «E questo ci fa ricordare il libro della Genesi, quando Dio finisce l’opera della creazione e fa il suo capolavoro», ha aggiunto a braccio: «Il capolavoro è l’uomo e la donna. E qui Gesù incomincia i suoi miracoli con questo capolavoro: in un matrimonio, in una festa di nozze, un uomo e una donna. E così Gesù c’insegna che il capolavoro della società è la famiglia, l’uomo e la donna che si amano. Questo è il capolavoro». «Dai tempi delle nozze di Cana, tante cose sono cambiate, ma quel segno di Cristo contiene un messaggio sempre valido», ha assicurato il Papa.

«Se sperimenti fin da piccolo che il matrimonio è un legame a tempo determinato, inconsciamente per te sarà così». Il Papa ha spiegato a braccio che «le prime vittime, le vittime più importanti, le vittime che soffrono di più in una separazione sono i figli». «Oggi sembra non facile parlare del matrimonio come di una festa che si rinnova nel tempo, nelle diverse stagioni dell’intera vita dei coniugi», l’analisi di Francesco: «È un fatto che le persone che si sposano sono sempre di meno. Questo è un fatto. I giovani non vogliono sposarsi. In molti Paesi aumenta invece il numero delle separazioni, mentre diminuisce il numero dei figli». «La difficoltà a restare assieme, sia come coppia, sia come famiglia – ha denunciato il Papa – porta a rompere i legami con sempre maggiore frequenza e rapidità, e proprio i figli sono i primi a portarne le conseguenze». «Molti giovani – ha proseguito – sono portati a rinunciare al progetto stesso di un legame irrevocabile e di una famiglia duratura».

«Credo che dobbiamo riflettere con grande serietà sul perché tanti giovani non se la sentono di sposarsi». È l’invito del Papa, che nella catechesi odierna è tornato a denunciare, a braccio, «questa cultura del provvisorio», per cui «tutto è provvisorio, sembra che non c’è qualcosa di definitivo». «Questa è una delle preoccupazioni che emergono al giorno d’oggi», ha incalzato Francesco: «Perché i giovani non si sposano? Perché spesso preferiscono una convivenza, e tante volte ‘a responsabilità limitata’? Perché molti, anche fra i battezzati, hanno poca fiducia nel matrimonio e nella famiglia? È importante cercare di capire, se vogliamo che i giovani possano trovare la strada giusta da percorrere». «Perché non hanno fiducia nella famiglia?», ha sintetizzato il Papa ancora fuori testo.

Perché oggi i giovani non vogliono sposarsi, e hanno poca fiducia nella famiglia? «Le difficoltà – ha risposto il Papa – non sono solo di carattere economico, sebbene queste siano davvero serie». «Molti ritengono che il cambiamento avvenuto in questi ultimi decenni sia stato messo in moto dall’emancipazione della donna», ha affermato Francesco: «Ma nemmeno questo argomento è valido. È un’ingiuria, non è vero. È una forma di maschilismo che sempre vuol dominare la donna». «Facciamo la brutta figura che ha fatto Adamo – ha proseguito a braccio – quando Dio ha detto: ‘Ma perché hai mangiato la frutta?’. ‘È lei che me l’ha data. È la colpa della donna’». «Povera donna! Dobbiamo difendere le donne», il commento e l’invito di Francesco.

È la «paura di fallire», «il più grande ostacolo» al matrimonio cristiano. Ne è convinto il Papa, che ha fatto notare che «in realtà, quasi tutti gli uomini e le donne vorrebbero una sicurezza affettiva stabile, un matrimonio solido e una famiglia felice». «La famiglia è in cima a tutti gli indici di gradimento fra i giovani», l’analisi di Francesco: «Ma, per paura di sbagliare, molti non vogliono neppure pensarci: pur essendo cristiani, non pensano al matrimonio sacramentale, segno unico e irripetibile dell’alleanza, che diventa testimonianza della fede». «Forse proprio questa paura di fallire è il più grande ostacolo ad accogliere la parola di Cristo, che promette la sua grazia all’unione coniugale e alla famiglia», ha affermato il Santo Padre.

«La testimonianza più persuasiva della benedizione del matrimonio cristiano è la vita buona degli sposi cristiani e della famiglia», ha detto il Papa, secondo il quale «non c’è modo migliore per dire la bellezza del sacramento». «Il matrimonio consacrato da Dio – ha spiegato Francesco durante l’udienza di oggi – custodisce quel legame tra l’uomo e la donna che Dio ha benedetto fin dalla creazione del mondo ed è fonte di pace e di bene per l’intera vita coniugale e familiare». L’esempio citato è quello dei «primi tempi del cristianesimo», quando «questa grande dignità del legame tra l’uomo e la donna sconfisse un abuso ritenuto allora del tutto normale, ossia il diritto dei mariti di ripudiare le mogli, anche con i motivi più pretestuosi e umilianti». «Il Vangelo della famiglia che annunzia questo sacramento ha sconfitto questa cultura di ripudio abituale», ha aggiunto il Papa a braccio. «Il seme cristiano della radicale uguaglianza tra i coniugi deve oggi portare nuovi frutti», il suo auspicio: «La testimonianza della dignità sociale del matrimonio diventerà persuasiva proprio per questa via, la via della testimonianza che attrae, la via della reciprocità tra loro e della complementarietà fra loro».

«Come cristiani, dobbiamo diventare più esigenti» sulla «reciprocità» e completa uguaglianza tra uomo e donna. È il forte appello del Papa, che al termine della catechesi dell’udienza generale di oggi ha chiesto di «sostenere con decisione il diritto all’uguale retribuzione per uguale lavoro», in modo che «non si dia per scontato che le donne debbano guadagnare di meno degli uomini». «No, lo stesso diritto!», ha esclamato Francesco a braccio: «La disparità è un puro scandalo!». «Nello stesso tempo», secondo il Papa, bisogna «riconoscere come ricchezza sempre valida la maternità delle donne e la paternità degli uomini, a beneficio soprattutto dei bambini». Ugualmente, per Francesco, «la virtù dell’ospitalità delle famiglie cristiane riveste oggi un’importanza cruciale, specialmente nelle situazioni di povertà, di degrado, di violenza familiare».

«I cristiani non si sposano solo per sé stessi: si sposano nel Signore in favore di tutta la comunità, dell’intera società»,  ha detto ancora il Papa, al termine della catechesi odierna. «Cari fratelli e sorelle, non abbiamo paura di invitare Gesù alla festa di nozze», il suo invito. «E non abbiamo paura di invitare Gesù a casa nostra – ha proseguito il Papa a braccio – perché sia con noi, custodisca la famiglia. E anche la sua Madre Maria». «I cristiani, quando si sposano nel Signore, vengono trasformati in un segno efficace dell’amore di Dio», ha assicurato il Santo Padre. «Di questa bella vocazione del matrimonio cristiano, parlerò anche nella prossima catechesi», ha annunciato ai circa 20mia fedeli presenti oggi in piazza.

«Salutiamo la nostra santa patrona con un applauso!». È l’invito rivolto dal Papa, a braccio, ai fedeli di lingua italiana, che come di consueto ha salutato al termine dell’udienza. «Oggi celebriamo la festa di santa Caterina da Siena, patrona d’Italia e d’Europa», le parole di Francesco nel triplice saluto ai giovani, agli ammalati e agli sposi novelli. «La sua esistenza – l’auspicio del Santo Padre – faccia comprendere a voi, cari giovani, il significato della vita vissuta per Dio; la sua fede incrollabile aiuti voi, cari ammalati, a confidare nel Signore nei momenti di sconforto; e la sua forza con i potenti indichi a voi, cari sposi novelli, i valori che veramente contano nella vita familiare».