Vita Chiesa

Papa Francesco, udienza: Una società senza figli è una società depressa

«C’è uno stretto legame fra la speranza di un popolo e l’armonia fra le generazioni», ha esordito Francesco: «La gioia dei figli fa palpitare i cuori dei genitori e riapre il futuro. Ciascuno è unico e irripetibile, e al tempo stesso inconfondibilmente legato alle sue radici». «Essere figlio e figlia, secondo il disegno di Dio – ha spiegato il Papa – significa portare in sé la memoria e la speranza di un amore che ha realizzato se stesso proprio accendendo la vita di un altro essere umano, originale e nuovo». «Un figlio lo si ama perché è figlio», ha proseguito il Papa: «Non perché è bello, sano, buono, non perché la pensa come me, o incarna i miei desideri. Un figlio è un figlio: una vita generata da noi ma destinata a lui, al suo bene, al bene della famiglia, della società, dell’umanità intera». Di qui viene anche «la profondità dell’esperienza umana dell’essere figlio e figlia, che ci permette di scoprire la dimensione più gratuita dell’amore, che non finisce mai di stupirci».

«Ogni figlio è differente, come le dita di una mano», ha detto il Papa, che nella catechesi dell’udienza generale di oggi ha fatto un esempio tratto dalla sua vita familiare. «Noi eravamo cinque figli – ha detto – e mia mamma diceva: ‘Io ho cinque figli’, e quando le chiedevano ‘qual è il tuo figlio preferito’ lei rispondeva: ‘Ho cinque figli come le cinque dita della mano, se mi picchiano questo mi fa male, se mi picchiano quest’altro mi fa male… Tutti sono figli miei, ma tutti differenti come le dita di una mano’». «E così è la famiglia», ha commentato il Papa rivolgendosi agli 11mila fedeli presenti: «I figli sono differenti, ma sono tutti figli». Poi Francesco si è soffermato sulla «bellezza di essere amati prima: prima di aver fatto qualsiasi cosa per meritarlo, prima di saper parlare o pensare, addirittura prima di venire al mondo!». «Quante volte – ha aggiunto il Santo Padre sempre fuori testo – qui le mamme mi fanno vedere la pancia e mi chiedono che la benedica». Questo significa, ha spiegato, che i figli «sono amati prima di venire al mondo, sono amati come l’amore di Dio che ci ama sempre prima».

Una società senza figli è «una società depressa», e «non avere figli è una scelta egoistica». Ne è convinto il Papa, che durate l’udienza generale ha detto a braccio: «Pensiamo a tante società che conosciamo: sono società depresse, perché non vogliono figli, non hanno i figli: il livello di nascite non arriva all’1%». «Perché?», si è chiesto Francesco: «Ognuno di noi ci pensi e risponda», l’invito alla piazza. «Quando non si amano i genitori, si perde il proprio onore», ha detto a braccio, salutato da un applauso degli 11mila fedeli presenti oggi in piazza san Pietro. «Il legame virtuoso tra le generazioni è garanzia di futuro, ed è garanzia di una storia davvero umana», ha spiegato Francesco, che subito dopo ha ammonito: «Una società di figli che non onorano i genitori è una società senza onore, destinata a riempirsi di giovani aridi e avidi». «Anche una società avara di generazione, che non ama circondarsi di figli, che li considera soprattutto una preoccupazione, un peso, un rischio, è una società depressa», la denuncia del Papa, secondo il quale «se una famiglia generosa di figli viene guardata come se fosse un peso, c’è qualcosa che non va».

«La generazione dei figli dev’essere responsabile, come insegna anche l’Enciclica Humanae vitae del beato Papa Paolo VI – ha precisato il Papa – ma avere più figli non può diventare automaticamente una scelta irresponsabile». «La vita ringiovanisce e acquista energie moltiplicandosi: si arricchisce, non si impoverisce!», ha esclamato Francesco: «I figli imparano a farsi carico della loro famiglia, maturano nella condivisione dei suoi sacrifici, crescono nell’apprezzamento dei suoi doni. L’esperienza lieta della fraternità anima il rispetto e la cura dei genitori, ai quali è dovuta la nostra riconoscenza».

«In silenzio, quelli che hanno figli pensino a loro, e tutti pensiamo ai nostri genitori». Si è conclusa con un minuto di silenzio, chiesto dal Papa alla piazza, l’udienza generale di oggi. «Tanti voi qui avete figli, e tutti siamo figli», le parole del Papa. Poi la proposta: «Facciamo una cosa: ognuno di voi pensi nel suo cuore ai suoi figli, in silenzio, e tutti noi pensiamo ai nostri genitori, e ringraziamo Dio per il dono della vita». «Che il Signore benedica i nostri genitori e benedica i nostri figli», ha proseguito Francesco, che ha fatto un altro riferimento al contatto quotidiano con i fedeli. «Quanto è bello quando passo fra di voi e vedo i papà e le mamme che alzano i loro figli per essere benedetti!», ha esclamato: «Questo è un gesto quasi divino, grazie di farlo!», ha aggiunto. «Gesù, il Figlio eterno, reso figlio nel tempo – la preghiera finale – ci aiuti a trovare la strada di una nuova irradiazione di questa esperienza umana così semplice e così grande che è l’essere figli. Nel moltiplicarsi della generazione c’è un mistero di arricchimento della vita di tutti, che viene da Dio stesso. Dobbiamo riscoprirlo, sfidando il pregiudizio, e viverlo, nella fede, in perfetta letizia».