Vita Chiesa

Papa Francesco: udienza giubilare, «conversione cambia il cuore e uno si rinnova»

Papa Francesco è arrivato in piazza San Pietro, per la prima udienza giubilare di giugno (la seconda è in programma sabato 30) poco prima delle dieci. Per prima cosa, ha fatto di buon grado salire a bordo della jeep bianca scoperta quattro bambini, tre femmine e un maschio, desiderosi di essere scarrozzati dal Papa lungo un itinerario di certo inconsueto. Francesco è apparso come al solito sorridente e rilassato, e salutando i 30mila fedeli presenti oggi in piazza ha fatto più volte il gesto dell’«ok» con la mano. Poco prima di compiere l’ultimo tratto del percorso a piedi, fino alla sua postazione al centro del sagrato, il Papa ha fatto scendere dalla «papamobile» i suoi piccoli ospiti. Poi si è affermato ad abbracciare un ragazzo down, che gli ha porto un dono molto ben confezionato.

La conversione «è presente in tutta la Bibbia, e in modo particolare nella predicazione dei profeti, che invitano continuamente il popolo a ritornare al Signore chiedendogli perdono e cambiando stile di vita», ha spiegato Francesco: «Convertirsi, secondo i profeti, significa cambiare direzione di marcia e rivolgersi di nuovo al Signore, basandosi sulla certezza che egli ci ama e il suo amore è sempre fedele». Conversione, in una parola, è «tornare al Signore». «Gesù ha fatto della conversione la prima parola della sua predicazione», ha ricordato il Papa citando il Vangelo di Marco: «Convertitevi e credete nel Vangelo». «Cioè, guardate indietro e convertitivi», ha tradotto Francesco: «È con questo annuncio che egli si presenta al popolo, chiedendo di accogliere la sua parola come l’ultima e definitiva che il Padre rivolge all’umanità». «Rispetto alla predicazione dei profeti, Gesù insiste ancora di più sulla dimensione interiore della conversione», ha fatto notare il Papa: «In essa, infatti, tutta la persona è coinvolta, cuore e mente, per diventare una creatura nuova, una persona nuova». «Cambia il cuore e uno si rinnova», ha aggiunto Francesco a braccio.

«Quando Gesù chiama alla conversione, non si erge a giudice delle persone, ma lo fa a partire dalla vicinanza, dalla condivisione della condizione umana, e quindi della strada, della casa, della mensa», ha spiegato il Papa, che, nella catechesi dell’udienza giubilare, di oggi è entrato nel dettaglio dello stile di Gesù, quando chiamava le persone a seguirlo. «La misericordia verso quanti avevano bisogno di cambiare vita avveniva con la sua presenza amabile, per coinvolgere ciascuno nella sua storia di salvezza», ha proseguito Francesco. «Gesù persuadeva la gente con l’amabilità, con l’amore», ha aggiunto il Papa a braccio.

La vera conversione. «La vera conversione avviene quando accogliamo il dono della grazia; e un chiaro segno della sua autenticità è che ci accorgiamo delle necessità dei fratelli e siamo pronti ad andare loro incontro». Ne è convinto il Papa, che, nella catechesi dell’udienza giubilare di oggi, ha spiegato ai 30mila fedeli presenti in piazza che con il suo comportamento «Gesù toccava nel profondo il cuore delle persone ed esse si sentivano attratte dall’amore di Dio e spinte a cambiare vita». «Le conversioni di Matteo e di Zaccheo sono avvenute proprio in questo modo – l’esempio scelto da Francesco – perché hanno sentito di essere amati da Gesù e, attraverso di Lui, dal Padre».

Gesù dice: «Io ti farà felice». «Quante volte anche noi sentiamo l’esigenza di un cambiamento che coinvolga tutta la nostra persona!», ha esclamato il Papa, che nella parte centrale della catechesi dell’udienza giubilare di oggi si è rivolto a braccio ai 30mila fedeli presenti. «Quante volte ci diciamo: ‘ma devo cambiare, io non posso continuare così, nella mia vita, per questa strada. Non darà frutto, sarà una vita inutile e io non sarò felice’», le parole di Francesco. «Quante volte vengono questi pensieri», ha proseguito sempre a braccio: «E Gesù, accanto a noi, con la mano tesa dice: ‘Vieni da me, il lavoro lo faccio io, io ti cambierò il cuore, la vita , io ti farò felice’». «Credete questo o no?», ha chiesto poi il Papa direttamente alla folla, che ha esortato così a rispondere: «Meno applauso, più voce!». Poi ha ripetuto: «Credete o non credete questo?». «È Gesù che ci invita a cambiare vita, è lui che ci insegna questa inquietudine per cambiare vita, per essere un po’ migliori».

Spalancare la porta al Signore. «Seguiamo questo invito del Signore e non poniamo resistenze, perché solo se ci apriamo alla sua misericordia, noi troviamo la vera vita e la vera gioia». Con questo invito, rivolto ai 30mila fedeli presenti oggi in piazza San Pietro, il Papa ha concluso la catechesi dell’udienza giubilare, tornando ancora una volta a parlare a braccio. Dobbiamo «soltanto spalancare la porta, Lui fa tutto», ha spiegato dando la ricetta della vera conversione: «Spalancare il cuore perché possa guarirci e portarci avanti». «E vi assicuro che saremo più felici», ha assicurato.

I saluti. «Dare il pane, spezzare il pane è una delle cose più belle della vita». Con queste parole, pronunciate a braccio, il Papa ha detto il suo «grazie» ai 150 panificatori presenti oggi in Piazza San Pietro tra i 30mila fedeli che hanno assistito all’udienza giubilare. Dopo aver salutato i 300 volontari del Cottolengo di Torino, Francesco si è rivolto ai panificatori ringraziandoli «per il pane distribuito ai pellegrini venuti per il Giubileo nel corso di questa settimana». Oltre al migliaio di aderenti alla Federazione ciclistica, il Papa ha salutato i fedeli di Firenze, con il cardinale Giuseppe Betori, e di diverse diocesi accompagnate dai rispettivi pastori: Altamura-Gravina-Acquaviva delle Fonti, Belluno-Feltre, Lamezia Terme, Oria e Sora-Cassino-Aquino-Pontecorvo. Non è mancato un saluto al gruppo «La città dei ragazzi», nel settantesimo anniversario di fondazione, al battaglione «Vulture» di Nocera Inferiore, al comando dei Vigili del fuoco con il vescovo di Viterbo.