Vita Chiesa

Papa Francesco: udienza giubilare, «prendiamo sul serio il nostro essere cristiani»

«Con la sua grazia, il Signore guida i nostri passi mentre attraversiamo la Porta Santa e ci viene incontro per rimanere sempre con noi, nonostante le nostre mancanze e le nostre contraddizioni», ha assicurato Francesco: «Non stanchiamoci mai di sentire il bisogno del suo perdono, perché quando siamo deboli la sua vicinanza ci rende forti e ci permette di vivere con maggiore gioia la nostra fede», il suo invito. Tema dell’udienza di oggi: «Lo stretto legame che intercorre tra la misericordia e la missione». «La Chiesa vive una vita autentica, quando professa e proclama la misericordia e quando accosta gli uomini alle fonti della misericordia», ha ricordato il Papa citando san Giovanni Paolo II: «Come cristiani abbiamo la responsabilità di essere missionari del Vangelo».

«Il segno concreto che abbiamo davvero incontrato Gesù è la gioia che proviamo nel comunicarlo anche agli altri. E questo non è fare proselitismo, è fare un dono: io ti do quello che dà gioia a me», ha detto, a braccio, il Papa, che nella catechesi ha fatto riferimento all’esperienza concreta di ogni giorno. «Quando riceviamo una bella notizia, o quando viviamo una bella esperienza, è naturale che sentiamo l’esigenza di parteciparla anche agli altri», le sue parole: «Sentiamo dentro noi che non possiamo trattenere la gioia che ci è stata donata e vogliamo estenderla. La gioia suscitata è tale che ci spinge a comunicarla». «Dovrebbe essere la stessa cosa quando incontriamo il Signore», l’esortazione d Francesco, secondo il quale il cristiano ha il compito di comunicare «la gioia di questo incontro, della sua misericordia, comunicare la misericordia del Signore», ha aggiunto ancora a braccio. «Leggendo il Vangelo – ha proseguito – vediamo che questa è stata l’esperienza dei primi discepoli: dopo il primo incontro con Gesù, Andrea andò a dirlo subito a suo fratello Pietro e la stessa cosa fece Filippo con Natanaele». «Incontrare Gesù equivale a incontrarsi con il suo amore», ha spiegato il Papa: «Questo amore ci trasforma e ci rende capaci di trasmettere ad altri la forza che ci dona».

«Ogni cristiano è un cristoforo, cioè un portatore di Cristo», ha spiegato il Papa. «Incontrare Gesù equivale a incontrarsi con il suo amore», ha ricordato: «Questo amore ci trasforma e ci rende capaci di trasmettere ad altri la forza che ci dona». «In qualche modo potremmo dire che dal giorno del battesimo viene dato a ciascuno di noi un nuovo nome in aggiunta a quello che già danno mamma e papà», ha commentato Francesco: «E questo nome è Cristoforo». «Tutti siamo cristofori», ha proseguito a braccio: «Cosa significa? Portatori di Cristo. È il nome del nostro atteggiamento, un atteggiamento di portatore della gioia di Cristo, della misericordia di Cristo».

«Prendiamo sul serio il nostro essere cristiani, e impegniamoci a vivere da credenti, perché solo così il Vangelo può toccare il cuore delle persone e aprirlo a ricevere la grazia dell’amore, a ricevere questa grande misericordia di Dio che accoglie tutti». È l’invito, e nello stesso tempo il mandato, con cui il Papa ha concluso la prima udienza giubilare. «La misericordia che riceviamo dal Padre non ci è data come una consolazione privata, ma ci rende strumenti affinché anche altri possano ricevere lo stesso dono», ha ammonito Francesco, tornando sul tema principale della catechesi: «C’è una stupenda circolarità tra la misericordia e la missione». «Vivere di misericordia ci rende missionari della misericordia, ed essere missionari ci permette di crescere sempre più nella misericordia di Dio», ha spiegato esemplificando tale circolarità.

Tra i 20 mila di questa prima udienza giubilare, che Papa Francesco ha stabilito di tenere un sabato al mese nel corso dell’Anno della Misericordia per incontrare gruppi di pellegrini e fedeli provenienti dall’Italia e da ogni parte del mondo, c’erano anche 8mila dipendenti dell’Atac, l’azienda del trasporto pubblico romano, e circa 7.500 dipendenti dell’Aci (Automobile Club Italia). Lo schema scelto è quello delle udienze del mercoledì, in cui il Papa sta trattando il tema della misericordia nelle sue varie declinazioni. Scroscianti gli applausi della folla, immancabili i selfie, festosi i saluti dei ragazzi che hanno chiamato Francesco a gran voce. Francesco è arrivato alle 9.55 sulla «papamobile», pronto a fare il giro di ogni settore dello spazio raccolto dall’abbraccio del colonnato berniniano. Nell’ultimo giro, Francesco ha salutato anche le persone che si sono accalcate nel lato esterno di piazza San Pietro, verso via della Conciliazione.