Vita Chiesa

Papa Francesco: udienza, «ricordare la data del proprio battesimo»

«Si sente il caldo?»: con queste parole Papa Francesco si è rivolto questa mattina ai fedeli riuniti per l’udienza generale del mercoledì, nell’Aula Paolo VI. Nella catechesi il Papa si è soffermato a parlare del «battesimo: porta della speranza». Ma prima di cominciare il Santo Padre ha fatto riferimento all’ondata di calda che in questi giorni sta interessando l’Italia.

Il Papa ha parlato del «battesimo: porta della speranza», partendo dalla Lettera di San Paolo apostolo ai Galati (3, 26-28). E ha detto: «L’esortazione più bella che possiamo rivolgerci a vicenda è quella di ricordarci sempre del nostro Battesimo». A questo punto, andando a braccio, ha rivolto alle persone presenti in aula una domanda: «Vorrei domandarvi. Quanti di voi si ricordano la data del proprio battesimo? Pensate. Qualcuno forse si vergogna… io non la ricordo. Bene, oggi compiti da fare a casa. Va dalla tua mamma, dal tuo papà, dalla tua zia, zio, nonno e domandagli: “Qual è la data del mio battesimo”? E non dimenticarla più! Lo farete? Oggi imparare o ricordare la data del battesimo. È la data della rinascita, è la data della luce, è la data nella quale siamo stati contaminati dalla luce di Cristo».

«Noi siamo nati due volte», ha spiegato il Papa. «La prima alla vita naturale, la seconda, grazie all’incontro con Cristo, nel fonte battesimale. Lì siamo morti alla morte, per vivere da figli di Dio in questo mondo». «Se saremo fedeli al nostro Battesimo, diffonderemo la luce della speranza di Dio e potremo trasmettere alle generazioni future ragioni di vita», ha concluso Francesco.

Essere cristiani «vuol dire guardare alla luce, continuare a fare la professione di fede nella luce, anche quando il mondo è avvolto dalla notte e dalle tenebre», ha detto Papa Francesco ai pellegrini e ai fedeli riuniti nell’Aula Paolo VI, per l’udienza generale del mercoledì. «I cristiani – ha affermato – non sono esenti dalle tenebre, esterne e anche interne. Non vivono fuori dal mondo, però, per la grazia di Cristo ricevuta nel Battesimo, sono uomini e donne ‘orientati’: non credono nell’oscurità, ma nel chiarore del giorno; non soccombono alla notte, ma sperano nell’aurora; non sono sconfitti dalla morte, ma anelano a risorgere; non sono piegati dal male, perché confidano sempre nelle infinite possibilità del bene». «Noi siamo coloro – ha aggiunto il Papa – che credono che Dio è Padre: questa è la luce! Non siamo orfani. Abbiamo un Padre e il nostro Padre è Dio». E «questa è la nostra speranza. Vivere nella speranza è vivere nella luce, nella luce di Dio Padre, nella luce di Gesù salvatore, nella luce dello Spirito Santo che ci spinge ad andare avanti nella vita».

Francesco ha fatto poi notare come anche la stessa vita della Chiesa è «contaminazione di luce». Per il Pontefice «contaminazione di luce» è «una parola forte». «Quanto più luce di Gesù abbiamo noi cristiani, quanto più luce di Gesù c’è nella vita della Chiesa, più è viva la Chiesa. La vita della Chiesa è contaminazione di luce», ha osservato il Santo Padre.

Un anno fa la Gmg in Polonia. Nei saluti in lingua polacca, oggi durante l’udienza generale del mercoledì, nell’Aula Paolo VI, Papa Francesco ha ricordato la Giornata mondiale della gioventù, che un anno fa si è svolta in Polonia. «La scorsa settimana – ha detto – abbiamo ricordato i nostri incontri in Polonia e gli eventi legati alla Giornata mondiale della gioventù che abbiamo vissuto un anno fa. Ringrazio il Signore per l’entusiasmo di fede dei giovani che lo Spirito Santo ha suscitato in quei giorni e continua a rafforzare nei loro cuori. Siano sentinelle della speranza per le generazioni future». Il Papa ha anche ricordato la figura dell’«amato» card. Franciszek Macharski, di cui oggi cade il primo anniversario della morte: «Rimanga viva la memoria di questo grande pastore, dedito agli uomini, nella fiducia in Gesù misericordioso».