Vita Chiesa

Papa Francesco, veglia pasquale: «Apriamoci alle sorprese di Dio»

La liturgia era iniziata nell’atrio  con la benedizione del fuoco, la preparazione del cero pasquale e la processione nella navata della basilica illuminata solo dal cero pasquale e poi dalle candele accese gradualmente, mentre procedeva la luce del cero, fino al canto dell’Exultet, quando le luci sono state riaccese. Le donne “avevano seguito Gesù, l’avevano ascoltato, si erano sentite comprese nella loro dignità e lo avevano accompagnato fino alla fine, sul Calvario, e al momento della deposizione dalla croce”. Il Pontefice ha immaginato “i loro sentimenti mentre vanno alla tomba: un certa tristezza, il dolore perché Gesù le aveva lasciate, era morto, la sua vicenda era terminata. Ora si ritornava alla vita di prima”. Ma al sepolcro “avviene qualcosa di totalmente inaspettato, di nuovo, che sconvolge il loro cuore e i loro programmi e sconvolgerà la loro vita: vedono la pietra rimossa dal sepolcro, si avvicinano, e non trovano il corpo del Signore”.

Questo è “un fatto che le lascia perplesse, dubbiose, piene di domande”. “Non capita forse anche a noi così quando qualcosa di veramente nuovo accade nel succedersi quotidiano dei fatti – si è chiesto il Pontefice -? Ci fermiamo, non comprendiamo, non sappiamo come affrontarlo. La novità spesso ci fa paura, anche la novità che Dio ci porta, la novità che Dio ci chiede”. In realtà, “siamo come gli Apostoli del Vangelo: spesso preferiamo tenere le nostre sicurezze, fermarci ad una tomba, al pensiero verso un defunto, che alla fine vive solo nel ricordo della storia come i grandi personaggi del passato. Abbiamo paura delle sorprese di Dio; abbiamo paura delle sorprese di Dio! Egli ci sorprende sempre!”. Di qui l’invito: “Non chiudiamoci alla novità che Dio vuole portare nella nostra vita! Siamo spesso stanchi, delusi, tristi, sentiamo il peso dei nostri peccati, pensiamo di non farcela? Non chiudiamoci in noi stessi, non perdiamo la fiducia, non rassegniamoci mai: non ci sono situazioni che Dio non possa cambiare, non c’è peccato che non possa perdonare se ci apriamo a Lui”. Tornando al Vangelo, il Santo Padre ha esortato a fare un passo avanti, commentando l’incontro delle donne con i due angeli che annunciano la risurrezione: quello che era il “semplice gesto” di recarsi al sepolcro “ora si trasforma in avvenimento, in un evento che cambia veramente la vita”.

“Nulla rimane più come prima, non solo nella vita di quelle donne, ma anche nella nostra vita e nella storia dell’umanità”, ha affermato il Papa. Gesù “non è morto, è risorto, è il Vivente! Non è semplicemente tornato in vita, ma è la vita stessa, perché è il Figlio di Dio, che è il Vivente. Gesù non è più nel passato, ma vive nel presente ed è proiettato verso il futuro, è l’‘oggi’ eterno di Dio”. Così “la novità di Dio si presenta davanti agli occhi delle donne, dei discepoli, di tutti noi: la vittoria sul peccato, sul male, sulla morte, su tutto ciò che opprime la vita e le dà un volto meno umano”. E questo è “un messaggio” rivolto a ciascuno di noi. Quante volte “i problemi, le preoccupazioni di tutti i giorni tendono a farci chiudere in noi stessi, nella tristezza, nell’amarezza… e lì sta la morte. Non cerchiamo lì Colui che è vivo!”. E ancora l’esortazione: “Accetta allora che Gesù Risorto entri nella tua vita, accoglilo come amico, con fiducia: Lui è la vita! Se fino ad ora sei stato lontano da Lui, fa’ un piccolo passo: ti accoglierà a braccia aperte. Se sei indifferente, accetta di rischiare: non sarai deluso. Se ti sembra difficile seguirlo, non avere paura, affidati a Lui, stai sicuro che Lui ti è vicino, è con te e ti darà la pace che cerchi e la forza per vivere come Lui vuole”.

Il Pontefice ha sottolineato un “ultimo semplice elemento”: le donne di fronte alla tomba vuota e ai due uomini in abito sfolgorante hanno “timore”, ma accolgono “con fede” l’annunzio di risurrezione e “l’invito a fare memoria dell’incontro con Gesù, delle sue parole, dei suoi gesti, della sua vita”. È proprio “questo ricordare con amore l’esperienza con il Maestro che conduce le donne a superare ogni timore e a portare l’annuncio della Risurrezione agli Apostoli e a tutti gli altri”. Dunque, “fare memoria di quello che Dio ha fatto e fa per me, per noi, fare memoria del cammino percorso; e questo spalanca il cuore alla speranza per il futuro. Impariamo a fare memoria di quello che Dio ha fatto nella nostra vita!”. Invocando l’intercessione di Maria, il Santo Padre ha auspicato che “il Signore ci renda partecipi della sua Risurrezione: ci apra alla sua novità che trasforma, alle sorprese di Dio; ci renda uomini e donne capaci di fare memoria di ciò che Egli opera nella nostra storia personale e in quella del mondo; ci renda capaci di sentirlo come il Vivente, vivo ed operante in mezzo a noi; ci insegni ogni giorno a non cercare tra i morti Colui che è vivo”. Al termine dell’omelia il Papa ha amministrato i sacramenti di battesimo, cresima e prima comunione a quattro catecumeni, un albanese di 30 anni, un italiano di 23, un russo di 30 e uno statunitense di origine vietnamita di 17.