Vita Chiesa

Papa Francesco: videomessaggio per i 450 anni di fondazione di Rio de Janeiro

Francesco – riporta Radio Vaticana che sintetizza il messaggio – evoca la statua del Cristo Redentore inaugurandone anche il nuovo impianto d’illuminazione, come fece Paolo VI 50 anni fa, e anzi ripetendo l’auspicio di Papa Montini in quel 1° gennaio 1965: che questa luce «che illumina la città di Rio de Janeiro si diffonda in tutto il Brasile». Oggi, afferma il Papa, «se potessimo metterci nella prospettiva del Cristo Redentore, che dalla cima del Corcovado domina la geografia della città, cosa salterebbe agli occhi? Senza dubbio, in primo luogo, la bellezza naturale che giustifica il titolo di ‘Città meravigliosa’. Tuttavia, è innegabile che, dall’alto del Corcovado, percepiamo anche le contraddizioni che sporcano questa bellezza». Purtroppo, prosegue Papa Francesco, sotto gli occhi della grande statua scorre sia «il contrasto generato da grandi disuguaglianze sociali», sia la vista di quelle «città invisibili», cioè di quei «gruppi o territori umani» di vario tipo per cui «pare esistano diverse città, la cui coesistenza non è sempre facile in una realtà multiculturale e complessa».

Tuttavia, assicura Francesco, non si deve «perdere la speranza», perché «Dio abita nella città”: «Cristo, il Redentore, non ignora i bisogni e le sofferenze di coloro che sono sulla terra! Le sue braccia aperte ci invitano a superare queste divisioni e a costruire una città unita dalla solidarietà, dalla giustizia e dalla pace. E qual è la via da seguire? Non possiamo stare ‘a braccia incrociate’, ma a braccia aperte, come il Cristo Redentore. Così, il cammino comincia con un dialogo costruttivo». Perché «tra l’indifferenza egoista e la protesta violenta c’è un’opzione sempre possibile: il dialogo». Per il Pontefice, «indipendentemente dal proprio livello d’istruzione o di ricchezza, ognuno possiede qualcosa per contribuire alla costruzione di una civiltà più giusta e fraterna». E per riuscirvi, conclude il Papa, guardate le «persone più semplici”: tutti possono «imparare molto» dal loro «esempio di generosità e solidarietà».