Vita Chiesa

Papa a Corviale: «Tutti figli di Dio, anche i mafiosi»

«Anche i mafiosi sono figli di Dio». A spiegarlo ai bambini è stato il Papa, durante la visita di ieri alla parrocchia romana di Corviale. «Preferiscono comportarsi come figli del diavolo, ma sono figli di Dio», ha detto Francesco rispondendo a braccio alle domande: «Tutti, tutti sono figli di Dio, tutti. Ma qual è la differenza? Dio ha creato tutti, ha amato tutti e ha messo a tutti nel cuore la coscienza per riconoscere il bene e distinguerlo dal male. Tutti gli uomini hanno questo. Sanno, percepiscono cosa è buono e cosa è sano; anche le persone che non conoscono Gesù, che non conoscono il cristianesimo, tutti hanno questo nell’anima, perché questo lo ha seminato Dio». «Ma quando tu sei stata battezzata – ha detto il Papa alla bambina che gli ha fatto la domanda – in quella coscienza è entrato lo Spirito Santo e ha rinforzato la tua appartenenza a Dio e in quel senso tu sei diventata più figlia di Dio, perché sei figlia di Dio come tutti, ma anche con la forza dello Spirito Santo che è entrato dentro».

«È in cielo il mio papà?». «Magari tutti noi, potessimo piangere come Emanuele quando avremo un dolore come lo ha lui nel cuore», ha esclamato ieri il Papa, che incontrando i bambini della parrocchia si è rivolto così ad Emanuele, scoppiato a piangere nel momento in cui stava per rivolgere una domanda a Francesco. Così, il Papa gli ha suggerito di farsi avanti e di sussurrargli la domanda all’orecchio. «Lui piangeva per il papà e ha avuto il coraggio di farlo davanti a noi, perché nel suo cuore c’è amore per il papà. Io ho chiesto il permesso ad Emanuele di dire in pubblico la domanda e lui mi ha detto di sì». E così il Papa ha detto la domanda pubblicamente al posto di Emanuele: «Poco tempo fa è venuto a mancare il mio papà. Lui era ateo, ma ha fatto battezzare tutti e quattro i figli. Era un uomo bravo. È in cielo papà?». «Che bello che un figlio dica del suo papà: ‘Era bravo’», il commento di Francesco: «Bella testimonianza di quell’uomo che ha dato ai suoi figli, perché i suoi figli potranno dire: ‘Era un uomo bravo’. È una bella testimonianza del figlio che ha ereditato la forza del papà e, anche, ha avuto il coraggio di piangere davanti a tutti noi. Se quell’uomo è stato capace di fare figli così, è vero, era un uomo bravo. Era un uomo bravo. Quell’uomo non aveva il dono della fede, non era credente, ma ha fatto battezzare i figli. Aveva il cuore buono». «Dio ha un cuore di papà», ha spiegato il Papa: «E davanti ad un papà, non credente, che è stato capace di battezzare i figli e di dare loro quella bravura ai figli, voi pensate che Dio sarebbe capace di lasciarlo lontano da sé? Pensate questo?».

«I giovani corrono, ma gli anziani sanno, conoscono la strada»,  ha detto, a braccio, il Papa, incontrando ieri gli anziani nel salone della parrocchia. «E voi conoscete le strade della vita», ha proseguito: «Tante strade buone, altre non tanto buone, e anche le sofferenze, anche le privazioni… Il Signore vi vuole bene, e quello che la parrocchia fa con voi, è un dovere, è un dovere. Perché quelli che hanno più bisogno sono al centro della parrocchia e al centro del Vangelo». «Io so che ognuno di voi ha tanti problemi, o malattie, o dolori, o problemi spirituali, di famiglia, tante cose che tutti sappiamo», ha detto il Papa: «Ognuno ha il proprio dolore, ognuno ha la propria piaga, tutti. Ma che questo non vi tolga la speranza e non vi tolga la gioia, perché Gesù è venuto a ‘pagare’ le nostre piaghe con le sue piaghe. E questa è la gioia: Gesù ha pagato per noi, è vicino a noi, ci vuole bene e quando noi siamo con il nostro dolore, con i nostri problemi pensiamo ai problemi e ai dolori di Gesù, con i quali ha voluto pagare per tutti noi; e andiamo avanti. E facciamo anche del bene agli altri: tutti possiamo fare del bene, tutti». Congedandosi dalla parrocchia, Francesco ha assicurato agli abitanti del quartiere, prima di dare loro la benedizione all’esterno della chiesa: «Vi porto nel cuore e vi prometto di pregare; e, anche, chiedo a voi di pregare per me. E andiamo avanti, andiamo avanti. Tutti abbiamo bisogno gli uni degli altri, tutti. Insieme, avanti. Peccati? Ne abbiamo tutti. Voglia di servire Gesù ed essere buoni? L’abbiamo tutti. Andiamo avanti. Il Signore ci aspetta sempre con amore, con misericordia per renderci più giovani».

Omelia della Messa, «il peccato invecchia, Gesù ci ringiovanisce». «Noi siamo abituati a invecchiare con il peccato… Il peccato invecchia il cuore, sempre. Ti fa un cuore duro, vecchio, stanco», ha detto il Papa, nell’omelia pronunciata a braccio durante la Messa che ha concluso la sua visita alla parrocchia di San Paolo della Croce a Corviale. «Il peccato stanca il cuore e perdiamo un po’ la fede in Cristo Risorto», ha proseguito Francesco: «Il peccato ci invecchia, ma Gesù, risorto, vivo, ci rinnova. Questa è la forza di Gesù risorto. Quando noi ci accostiamo al sacramento della penitenza è per essere rinnovati, per ringiovanire. E questo lo fa Gesù risorto. È Gesù risorto che oggi è in mezzo a noi: sarà qui sull’altare; è nella Parola… E sull’altare sarà così: risorto! È Cristo che vuole difenderci, l’Avvocato, quando noi abbiamo peccato, per ringiovanirci». «Chiediamo la grazia di credere che Cristo è vivo, è risorto!», l’appello finale: «Questa è la nostra fede, e se noi crediamo a questo, le altre cose sono secondarie. Questa è la nostra vita, questa è la nostra vera gioventù. La vittoria di Cristo sulla morte, la vittoria di Cristo sul peccato. Cristo è vivo. Chiediamo al Signore la grazia che la gioia non ci impedisca di credere, la grazia di toccare Gesù risorto: toccarlo nell’incontro mediante la preghiera; nell’incontro mediante i sacramenti; nell’incontro con il suo perdono che è la rinnovata giovinezza della Chiesa; nell’incontro con gli ammalati, quando andiamo a trovarli, con i carcerati, con quelli che sono i più bisognosi, con i bambini, con gli anziani».