Vita Chiesa

Papa a Cuba: cerimonia benvenuto, «giustizia, pace, libertà, riconciliazione»

«In questo anno 2015 si celebra l’80° anniversario dello stabilimento delle relazioni diplomatiche ininterrotte tra la Repubblica di Cuba e la Santa Sede. La Provvidenza mi permette di arrivare oggi in questa amata Nazione, seguendo le indelebili orme del cammino aperto dai memorabili viaggi apostolici che hanno compiuto in quest’Isola i miei due predecessori, san Giovanni Paolo II e Benedetto XVI». Lo ha detto sabato pomeriggio (ore 16,05 a Cuba, 22,05 in Italia) Papa Francesco nella cerimonia di benvenuto a Cuba, dopo aver ringraziato autorità e vescovi per l’accoglienza e aver trasmesso al presidente Raùl Castro i suoi «sentimenti di speciale considerazione e rispetto» al «fratello Fidel». «Oggi – ha proseguito – rinnoviamo questi legami di cooperazione e amicizia perché la Chiesa continui ad accompagnare ed incoraggiare il popolo cubano nelle sue speranze, nelle sue preoccupazioni, con libertà e tutti i mezzi e necessari per far giungere l’annuncio del Regno fino alle periferie esistenziali della società». Ha ricordato poi che il viaggio apostolico coincide con il primo centenario della proclamazione della Vergine della Carità del Cobre quale patrona di Cuba: «In questi giorni avrò l’occasione di recarmi al Santuario del Cobre» a «pregare nostra Madre per tutti i suoi figli cubani e per questa amata Nazione, perché percorra sentieri di giustizia, di pace, di libertà e di riconciliazione».

«Geograficamente, Cuba è un arcipelago che si affaccia verso tutte le direzioni, con uno straordinario valore come ‘chiave’ tra nord e sud, tra est e ovest. La sua vocazione naturale è quella di essere punto d’incontro perché tutti i popoli si trovino in amicizia, come sognò José Martí, ‘oltre le strettoie degli istmi e le barriere dei mari’», ha detto il Papa. Questo stesso desiderio, ha chiarito, «fu di san Giovanni Paolo II con il suo ardente appello ‘affinché Cuba si apra con tutte le sue magnifiche possibilità al mondo e il mondo si apra a Cuba’».

Da alcuni mesi, ha ricordato, «siamo testimoni di un avvenimento che ci riempie di speranza: il processo di normalizzazione delle relazioni tra due popoli, dopo anni di allontanamento. È un processo, è un segno del prevalere della cultura dell’incontro, del dialogo, del ‘sistema della valorizzazione universale… sul sistema, morto per sempre, di dinastia e di gruppo’, diceva José Martí». Francesco ha incoraggiato «i responsabili politici a proseguire su questo cammino e a sviluppare tutte le sue potenzialità, come prova dell’alto servizio che sono chiamati a prestare a favore della pace e del benessere dei loro popoli, e di tutta l’America, e come esempio di riconciliazione per il mondo intero». «Il mondo – ha aggiunto a braccio – ha bisogno di riconciliazione in questa atmosfera di terza guerra mondiale ‘a pezzi’ che stiamo vivendo».