Vita Chiesa

Papa a Sarajevo: card. Puljić, «Desideriamo restare su questo suolo nativo»

«La Bosnia ed Erzegovina, dopo le «terribili guerre e regimi» del secolo scorso «è un Paese ferito e spossato. La Chiesa cattolica in questa regione è stata dimezzata. Con tristezza costatiamo, ogni giorno, che siamo sempre di meno. La Sua parola di padre, la preghiera di pastore e la Sua forte e autorevole presenza ci donano la forza di vivere qui e lavorare con gli altri per costruire la pace e il dialogo in questo paese. Questo giorno e questo evento è per noi un forte sostegno per i pastori e per tutti i fedeli di questo paese». Con queste parole l’arcivescovo di Sarajevo, il cardinale Vinko Puljić, ha salutato, al termine della Messa allo stadio Kosevo, Papa Francesco.

Davanti a 65mila fedeli, l’arcivescovo ha ringraziato il Pontefice per l’incoraggiamento ricevuto anche durante la visita «ad limina Apostolorum» del 16 marzo 2015, in Vaticano e ricordato come «nel corso della storia abbiamo vissuto diverse ondate di persecuzione, di martirio e d’ingiustizia, così come tanti altri. Grazie alla fede coraggiosa dei nostri antenati e al nutrimento della fede nelle famiglie, siamo sopravvissuti fino ad oggi». «La sua presenza – ha affermato il card. Puljić rivolto al Papa – ci incoraggia ma, allo stesso tempo, è un messaggio al mondo che esprime che noi vogliamo essere quello che siamo, che desideriamo restare su questo suolo nativo con gli altri e con chi è diverso, per costruire il futuro di questo paese sulla base della parità dei diritti e delle libertà».

Dall’arcivescovo di Sarajevo è giunto anche il ricordo dei «numerosi martiri e testimoni coraggiosi della fede». Tra questi il venerabile Petar Barbarić, seminarista nato in Erzegovina e istruito in Bosnia; il Servo di Dio Josip Stadler e di Fra Lovro Milanović. Solo alcuni nomi di un lungo elenco di «testimoni coraggiosi della fede e, per noi, esempio vivente e stimolo a vivere con coraggio nella fede degli antenati».