Vita Chiesa

Papa a Torino: pranzo con i familiari e incontro con un gruppo di migranti

Un «ritorno a casa»: così il Papa ha definito la sua visita pastorale a Torino, che si conclude oggi. A riferirne è padre Ciro Benedettini, vicedirettore della sala stampa della Santa Sede, che commenta: «Come faceva ogni volta che da Buenos Aires veniva in Italia; ed è per questo che anche in questa occasione ha voluto incontrare i suoi familiari: 6 cugini carnali con le proprie famiglie, una trentina di persone in tutto». Per loro il Papa ha celebrato la Messa questa mattina per poi intrattenersi a pranzo con tutto il gruppo. Un momento strettamente privato, al riparo dalle telecamere.

Dopo il pranzo in arcivescovado con i suoi familiari, il Papa ha incontrato un gruppo di migranti, provenienti da Paesi come Sudan, Camerun, Egitto, Costa d’Avorio, Georgia, Ghana, Guinea. Un altro «fuori programma» a cui ci ha ormai abituato il soggiorno di due giorni di Bergoglio a Torino. «Sappiamo di rappresentare molte, troppe persone che oggi si trovano lontane dalle loro terre e dai loro affetti», hanno detto Ahmed, Cho, Kasem, Kone, Shalva e Manana Kvernadze, Mallam, Mamadou. «Tra tante parole che sentiamo e leggiamo, poche volte ci capita di trovare comprensione e umanità». Hanno proseguito: «Cerchiamo conforto ogni giorno negli sguardi, nei sorrisi, nelle rare attenzioni che qualcuno ci dedica». «Le sue parole sono per noi ossigeno», hanno testimoniato al Papa: «Al di là della fede di ognuno di noi, in Lei ritroviamo la parola del nostro Dio. Fraterna, caritatevole e inspiegabilmente umana». «Le chiediamo di continuare ad avere pensieri e parole per tutti coloro che hanno sete di giustizia, qui e nel resto del mondo», l’appello finale.

Altro «fuori programma» del Papa: ieri sera, poco prima delle 20, è andato all’ospedale Le Molinette per salutare il sostituto della Segreteria di Stato, monsignor Angelo Becciu, ricoverato per un «malore transitorio» di lieve entità. Becciu si era sentito male durante la Messa della mattina in piazza Vittorio ed era stato portato al Pronto soccorso in ambulanza. Si è trattato di una visita privata che è stata tenuta sotto stretto riserbo: solo alcuni cronisti locali sono venuti a sapere dell’«uscita» di Francesco, e così la notizia è rimbalzata sui giornali.

Prima di lasciare l’arcivescovado, poco prima delle 17, il Papa ha dedicato ancora un «fuori programma» a una parte delle 400mila persone che, in totale, hanno affollato Torino anche solo per cercare di vederlo. Ancora una volta, è sceso dalla jeep bianca scoperta per il contatto rigenerante dei fedeli. Nel tragitto verso l’aeroporto di Caselle, Francesco ha ricevuto il saluto festoso dei «ragazzi dell’estate» delle parrocchie torinesi. Poco prima del congedo, il Papa ha ricevuto brevemente i membri del Comitato per l’ostensione della Sindone, gli organizzatori e i sostenitori della visita. Alla scaletta dell’aereo, il Papa si è congedato dalle personalità che lo hanno accolto all’arrivo: l’arcivescovo, monsignor Cesare Nosiglia, il presidente della regione Piemonte, Sergio Chiamparino, il prefetto Paola Basilone e il sindaco Piero Fassino.