Vita Chiesa

Papa in Corea: mons. Pietro Kang U-il, nostro popolo ha bisogno di pace

“La sanguinosa guerra tra il Nord e il Sud della Corea – ha detto mons. Kang – che dal 1950 ha causato un milione e mezzo dei morti e tre milioni seicentomila feriti in tre anni è ormai terminata da tanto tempo. Ma le due Coree fino ad oggi sono ancora in stato di sospensione temporale della guerra. Per cui da entrambe le parti si è sempre pronti alla guerra in qualsiasi momento. Si sta rafforzando la linea di demarcazione militare con armi sempre più sofisticate”.

Il vescovo ha ricordato che in Corea ci sono più di dieci milioni di persone che vivono separate dalla propria famiglia. “Chi sta al Nord vive costretto ad essere separato quasi permanentemente da chi sta al Sud”. Pur utilizzando la stessa lingua il popolo coreano del Sud e del Nord, ha vissuto sotto i sistemi politici, sociali ed economici diversi. “Anche se si realizzasse l’unificazione tra le due Coree – ha quindi osservato il vescovo -, mi viene in cuore il dubbio e mi preoccupo, se saremo capaci di accettare e abbracciare calorosamente il popolo del Nord considerandolo come proprio fratello e nostro prossimo”. 

Lo sguardo del presidente dei vescovi coreani si è poi allargato a tutta la regione asiatica esprimendo preoccupazione per la rincorsa nell’area agli armamenti. Si spendono – ha detto – “enormi cifre per sopraffare gli avversari, facendo crescere sempre di più la tendenza al nazionalismo, e cercando solamente i propri interessi”. Ed ha aggiunto: “Come sappiamo molto bene, le armi non possono ottenere nessuna soluzione. Il Nord-Est asiatico sta per entrare nell’era in cui c’è un assoluto bisogno di cooperazione, coesistenza e co-benessere. Non si può cercare solo la prosperità del proprio Paese. Ogni Paese del Nord-Est asiatico possiede la saggezza e la capacità per poter andare avanti verso un mondo migliore attraverso la collaborazione e l’integrazione”.

“Reverendissimo Santo Padre – ha quindi concluso il vescovo Kang – le do il benvenuto in Corea, desideriamo una benedizione particolare per questa terra, e chiediamo la benedizione con cui potremmo realizzare la vera speranza dei vari popoli dell’Asia”.