Vita Chiesa

Papa in Terra Santa: Bartolomeo I, «Mutare la paura in amore»

«In molte delle nostre società contemporanee rimangono tuttora diffuse le discriminazioni razziali e altre forme di discriminazione – ha denunciato il patriarca ecumenico di Costantinopoli -; ciò che è ancora peggio è che esse permeano frequentemente persino la vita religiosa delle persone. Il fanatismo religioso minaccia ormai la pace in molte regioni del globo, dove lo stesso dono della vita viene sacrificato sull’altare dell’odio religioso». Davanti a tale situazione, «il messaggio che promana dalla tomba che dà la vita è urgente e chiaro: amare l’altro, l’altro con le sue differenze, chi segue altre fedi e confessioni. Amarli come fratelli e sorelle. L’odio conduce alla morte, mentre l’amore ‘scaccia il timore’ e conduce alla vita».

Ricordando l’incontro di cinquant’anni fa, Bartolomeo I ha sottolineato che Paolo VI e Atenagora «scacciarono via da sé il timore che aveva prevalso per un millennio, una paura che mantenne le due antiche Chiese, quella occidentale e quella orientale, a distanza l’una dall’altra, qualche volta addirittura costituendosi gli uni contro gli altri». Invece, «da quando si sono posti davanti a questo spazio sacro, essi hanno mutato la paura nell’amore». E così «siamo qui con Sua Santità Papa Francesco, come loro successori, seguendo le loro orme e onorando la loro eroica iniziativa. Ci siamo scambiati un abbraccio d’amore, per continuare il cammino verso la piena comunione nell’amore e nella verità affinché ‘il mondo creda’, poiché nessun altra via conduce alla vita eccetto la via dell’amore, della riconciliazione, della pace autentica e della fedeltà alla Verità». Questo è «il cammino che tutti i cristiani sono chiamati a seguire nelle loro relazioni reciproche – a qualsiasi Chiesa o confessione appartengano – con ciò fornendo un esempio per il mondo intero. La strada può essere lunga e faticosa; davvero a qualcuno può alle volte apparire un impasse. Comunque è l’unica via che porta all’adempimento della volontà del Signore che ‘tutti siano una sola cosa’».