Vita Chiesa

Papa sul volo per gli Usa: «Se necessario posso recitare il Credo…»

«Un amico cardinale – ha detto – mi ha raccontato che è andata da lui una signora, molto preoccupata, molto cattolica, un po’ rigida, ma buona. E gli ha chiesto se era vero che nella Bibbia si parlava di un Anticristo. Lui ha spiegato che se ne parla nell’Apocalisse. Poi la signora ha chiesto se si parlava di un antipapa. E lui le ha domandato: perché me lo chiede? Ha risposto: ‘Io sono sicura che Francesco è l’antipapa’. E perché? ‘Perché non usa le scarpe rosse’, è stata la risposta. Sull’essere comunista o non comunista: io sono certo di non aver detto una cosa in più rispetto a ciò che c’è nella dottrina sociale della Chiesa. Durante l’altro volo una vostra collega mi aveva chiesto, a proposito del mio intervento ai movimenti popolari: ‘Ma la Chiesa lo seguirà?’. Ho risposto: sono io a seguire la Chiesa, e su questo credo di non sbagliare. Le cose si possono spiegare, forse qualcosa ha dato un’impressione un po’ più ‘sinistrina’, ma sarebbe un errore di interpretazione».

Sull’embargo degli Usa a Cuba il Papa ha auspicato «che si arrivi a un accordo che soddisfi le due parti». «Rispetto alla posizione della Santa Sede sugli embarghi, i Papi precedenti ne hanno parlato, non solo di questo caso – ha detto rispondendo alle domande dei giornalisti sul volo papale per gli Usa -. Ne parla la dottrina sociale della Chiesa. Al Congresso non parlerò in modo specifico di questo tema, ma accennerò in generale agli accordi come segno del progresso nella convivenza». «Qui a Cuba – ha precisato rispondendo ad una domanda successiva – il viaggio è stato molto pastorale, con la comunità cattolica, con i cristiani e anche con le persone di buona volontà. I miei interventi sono stati omelie. Anche con i giovani, che erano giovani credenti e non credenti e fra i credenti ce n’erano di diverse religioni, è stato un discorso di speranza, di incoraggiamento del dialogo per cercare quelle cose che ci accomunano. È stato un linguaggio più pastorale».

A proposito dei dissidenti arrestati durante la visita a Cuba Papa Francesco ha detto di non averne avuto notizie. «A me piace incontrare tutti, tutti sono figli di Dio, ogni incontro arricchisce. Era chiaro che io non avrei avuto udienze, non solo con i dissidenti, ma anche con altri, compresi alcuni capi di Stato». «Dalla nunziatura – ha precisato – sono state fatte delle telefonate ad alcune persone che sono in questo gruppo di dissidenti, per dire loro che al momento del mio arrivo alla cattedrale, con piacere le avrei salutate. Nessuno però si è identificato come dissidente nel saluto, non lo so se c’erano o non c’erano, ho salutato tutti quelli che erano lì. Se li incontrassi, non so quello che direi, perché direi quello che mi viene al momento». Il Papa ha poi spiegato che la Chiesa cubana «ha lavorato per compilare liste di prigionieri a cui concedere l’indulto, ed è stato concesso a più di tremila. Ci sono ancora altri casi allo studio». «Qualcuno – ha aggiunto – mi ha detto: sarebbe bello eliminare l’ergastolo! È quasi una pena di morte nascosta, tu stai lì morendo tutti i giorni senza la speranza di liberazione. Un’altra ipotesi è che si facciano indulti generali ogni uno o due anni. Ma la Chiesa sta lavorando e ha lavorato… Non dico che tutti questi tremila erano nelle liste presentate dalla Chiesa, no. Ma la Chiesa ha compilato delle liste, ha chiesto indulti e continuerà a farlo».

Nell’intervista sul volo da Santiago de Cuba a Washington qualcuno ha chiesto se Fidel Castro fosse pentito e di cosa avessero parlato in privato: «Il pentimento è una cosa molto intima, una cosa di coscienza». Nell’incontro, ha risposto, «abbiamo parlato dei gesuiti che lui ha conosciuto, perché gli ho portato come regalo un libro e un cd del padre Llorente, e due libri di padre Pronzato, che sicuramente lui apprezzerà. Abbiamo parlato di queste cose. Abbiamo parlato molto dell’enciclica Laudato si’, lui è molto interessato al tema dell’ecologia. È stato un incontro non tanto formale, ma spontaneo, c’era la sua famiglia presente, c’erano anche i miei accompagnatori, il mio autista, ma noi eravamo un po’ separati, loro non potevano sentire. Abbiamo parlato tanto sull’enciclica, lui è molto preoccupato per l’ambiente. Per quanto riguarda il passato abbiamo parlato del collegio dei gesuiti e di come lo facevano lavorare».