Vita Chiesa

Pasqua, come un «big bang» di luce

DI DON FRANCESCO SENSINIE’ il big bang della Chiesa. La morte, attraverso la persona di Gesù, è entrata in contatto con la vita divina ed è avvenuta una esplosione di luce: la resurrezione. E da allora ogni morte umana è destinata ad entrare in contatto con la vita divina e ad esplodere. Mors et vita duello conflixere mirando; dux vitae mortuus regnat vivus. Dopo quella prima esplosione è iniziata una vera e progressiva evoluzione. È la storia della chiesa. Una evoluzione, senza dubbio faticosa ma sempre attenta agli uomini nelle loro diverse situazioni. Evoluzione ancora in corso, non casuale perché sempre legata e condizionata dalla sua origine. Di questa evoluzione, purtroppo, molti ricordano solo i passaggi più difficili: crociate, inquisizione… dimenticando facilmente la radice, la sorgente. Per questo c’è la festa di Pasqua. Non è stata «inventata» per gli altri. È prima di tutto un bisogno della chiesa stessa, una sua necessità: tornare alle origini per poi riprendere il cammino. È proprio qui il segreto della sua giovinezza: contemplare la bellezza e la grandezza della resurrezione (big bang).

E se invece di augurarci «Buona pasqua» ci dicessimo «Buon viaggio»? Immagino già alcuni gesti scaramantici di scongiuro. Ma di fatto è l’augurio più vero.

La pasqua ebraica è stata un viaggio. Visibile e invisibile. Il visibile ha coinciso con acqua, terre, monti, deserto, sole. L’invisibile con la presenza, la forza, la giustizia del Creatore e la guida, la tenacia e la disponibilità degli uomini.

Anche la pasqua di Gesù è stata un viaggio durato tutta la vita. In modo visibile, facendo camminare chi non camminava, vedere chi non vedeva, sentire chi non sentiva. In modo invisibile ridando la speranza a chi era disperato, la gioia a chi era deluso, la forza a chi era debole, la vita a chi era morto.

Possiamo accontentarci di fare Pasqua solo andando a Messa? Se quello è il nostro big bang dovremmo pure accettare l’evoluzione e mettendoci in cammino.

Un giovane studente musulmano ha scritto: «La pasqua è il ricordo di tutto quello che Gesù ha fatto per gli uomini. Peccato che la gente vedendo che non era cambiato niente nella loro economia, decise che erano solo bestemmie le sue parole. Perciò lo crocifissero. Gesù “morì” circa a 35 anni di età». Quando però gli ho chiesto: perché hai messo il verbo, morì, tra virgolette? «Perché sono convinto che Gesù è ancora vivo», mi ha risposto. Buon viaggio!