Vita Chiesa

Pasqua, mons. Agostinelli: «Siamo tutti fratelli in Cristo»

Ecco il testo integrale del messaggio di Pasqua di mons. Franco Agostinelli:

La Resurrezione è speranza, è gioia, è coraggio. Cari pratesi, vorrei incontrare ognuno di voi, in questo giorno stupendo, per condividere la concretezza e la verità di queste parole. La speranza, la gioia e il coraggio ci vengono da Cristo che muore in croce e risorge, e che da duemila anni è contemporaneo alla nostra storia. Entra nelle nostre vite, ci accompagna anche quando non ce ne accorgiamo, è l’amico dei tempi oscuri e il compagno dei giorni sereni.

Il giorno di Pasqua ci invita al cambiamento, ci chiede di diventare donne e uomini nuovi. Rinnovarsi significa avere la volontà di mettersi in gioco, in prima persona, di dare un contributo affinché le storture, le disuguaglianze e le ingiustizie piccole o grandi che incontriamo ogni giorno possano essere superate. Non ci può essere futuro in un mondo dove prevale l’individualismo. Se il «farsi carico» delle persone e delle situazioni non fa parte del nostro vissuto è assolutamente inutile e scorretto puntare il dito contro chi ha responsabilità politiche e istituzionali. Partiamo da noi, dal nostro piccolo. Pensiamo e facciamo cose grandi per il bene di tutti.

E quando dico tutti, penso alla nostra comunità, ormai sempre più variegata e multietnica. Gesù è morto e risorto per ognuno di noi. Per chi crede e per chi non crede, per i vicini e i lontani, per coloro che hanno sempre vissuto qui e per chi proviene da terre lontane. Non lo dimentichiamo mai. Papa Francesco ce lo ricorda spesso: «Siamo tutti fratelli in Cristo». Davanti a lui non esistono distinzioni, questo deve valere anche per noi.

Un augurio speciale va alle famiglie. In particolare a quelle che stanno vivendo un momento di difficoltà causato dalla mancanza di lavoro o perché stanno vivendo situazioni di malattia e sofferenza. Non scoraggiatevi! Non perdete la speranza, basta una piccola fiammella per rischiarare il buio della notte. Sappiate che le porte delle nostre parrocchie e le braccia dei nostri sacerdoti sono sempre aperte. Possiamo offrirvi ascolto, vicinanza e accompagnamento. Ringrazio la nostra Caritas e le associazioni di carità per quanto hanno fatto e stanno facendo per coloro che si trovano nel momento del bisogno.

Ma è alle ragazze e ai ragazzi di Prato che quest’anno vorrei dedicare gli auguri più belli. Vi meritate degli auguri speciali; per voi è il primo posto; voi siete i protagonisti. Sì vorremmo starvi accanto, non per dare lezioni, ma per ascoltarvi, per condividere, per camminare insieme.

Dobbiamo vivere e condividere con tutti quella grande Speranza che, a volte, perdiamo di vista.

Come posso io non celebrarti vita? Oh vita. Non sono qui per il gusto, per la ricompensa, ma per tuffarmi da uno scoglio dentro all’esistenza. È la ballata che Jovanotti dedica alla vita e voi ragazzi la conoscete meglio di me. Mi sembra adatta a questo nostro tempo. Dobbiamo tuffarci, tutti insieme dentro l’esistenza proprio come ha fatto Cristo. Con le nostre paure, con il nostro coraggio, con quello in cui crediamo, con la speranza che vogliamo condividere. Io ci sono, la Chiesa di Prato c’è, so che voi ragazze e ragazzi ci siete. Pronti a incontrare tutti, a percorrere le strade più faticose, a condividere la sofferenza con chi soffre, a guardare al futuro con meno timori. Davvero, come canta Jovanotti, potremo essere insieme l’avanguardia di guardia davanti alla retrovia. Insomma quelli che, come ha fatto Cristo, si prendono cura degli altri perché li amano!