Vita Chiesa

Pasqua, mons. Cetoloni: corriamo anche noi al sepolcro

«Il Calvario è un momento, la resurrezione è un momento, l’Eucaristia è la continuità della partecipazione di Dio alla nostra vita, alla nostra storia. Ognuno ci metta le sue speranza, i suoi desideri, i suoi impegni, le sue fatiche. Auguro ad ognuno di sentirsi portato da Cristo crocifisso e risorto, che tutto si è caricato della nostra sorte di uomini; di sentirsi confermato, impegnati realmente alla speranza guardando al cero pasquale, piccola fiammella che vince su ogni buio; di sentirsi aiutato e condiviso nelle proprie fatiche e arricchiti del dono di vita che Cristo ci fa ogni volta che ci accostiamo all’Eucaristia. Sono realtà della fede, ma se entrato realmente dentro di noi quanti frutti! Nello stile di Gesù, indicato dal Vangelo, nello stile di cui il mondo ha bisogno per innestarvi qualcosa di buono. Pasqua ci ravvivi in questi doni e ci sostenga». È stato questo l’augurio che il vescovo di Grosseto, mons. Rodolfo Cetoloni,  ha rivolto a tutti durante il Pontificale nella domenica di Pasqua, in Cattedrale.

Dopo la grande veglia iniziata alle 22.30 del sabato santo e terminata a notte fonda, la giornata di Pasqua si è aperta con la solenne liturgia di resurrezione, durante la quale è stato cantato il «Victimae Paschali», l’antica sequenza, nella quale poeticamente si ricorda che «morte e vita si sono sfidate in un prodigioso duello: il Signore della vita era morto, ora regna vivo».

È stato poi proclamato il Vangelo della resurrezione, così come narrato dall’evangelista Luca. Il vescovo Rodolfo, rifacendosi proprio al testo del terzo evangelista, ha esortato tutti a «correre come la mattina di Pasqua fecero le donne e poi Pietro e Giovanni, che trovò le bende e il sudario, ma non il corpo del Signore, e vide e credette». Una corsa «di cui l’umanità oggi ha bisogno, perché ha bisogno di sentir risuonare l’annuncio che Cristo è risorto e che anche noi siamo fatti per vivere da risorti».

All’inizio della celebrazione eucaristica il Vescovo ha incensato il cero pasquale dipinto a mano dall’artista grossetana Emanuela Grassi Costantini.

Ha magistralmente animato la liturgia la corale Puccini, che al termine della Messa ha eseguito il «Regina coeli», gioiosa preghiera rivolta a Maria come madre del risorto e dal ‘700 recitata o cantata durante il tempo pasquale. Poi ha intonato l’Alleluja di Handel.

Hanno servito all’altare i seminaristi della Diocesi e tre seminaristi della congregazione del Verbo Incarnato, da Montefiascone, che annovera anche un giovane grossetano, Alessandro.

La solenne Messa pasquale ha così concluso le liturgie del triduo santo, che hanno avuto nella cattedrale il loro cuore. Per il vescovo Rodolfo l’occasione per offrire meditazioni sempre accurate sulla Parola di Dio: dalla Messa crismale, durante la quale ha benedetto gli olii santi che quest’anno hanno avuto la particolarità di essere composti da olio ricavato dagli olivi della campagna di Arcille e da olio proveniente direttamente dal Getsemani, dono dei frati francescani a mons. Cetoloni in occasione del suo recente viaggio in Terra Santa. Poi le Messe del Giovedi Santo col gesto della lavanda dei piedi, che il vescovo ha celebrato nel pomeriggio in Duomo e alla sera, per la prima volta, nella chiesa di san Pietro al corso, con tanta gente, soprattutto lavoratori, che vi ha preso parte. Quindi l’austera ed essenziale liturgia della Passione del Venerdi Santo, la processione della sera, molto partecipata e, infine, l’esplosione della gioia e dell’alleluja pasquale per la resurrezione del Signore.

La Messa di resurrezione è stata celebrata, questa mattina, anche nella casa circondariale di Grosseto e nella cappella dell’ospedale Misericordia, che da una settimana è luogo giubilare e Porta Santa, mentre la Caritas ha accolto per il pranzo di Pasqua 55 poveri.