Vita Chiesa

Politica: card. Bassetti, «il tempo delle promesse irrealizzabili è finito»

Rivolgendosi ai prossimi amministratori, il card. Bassetti li ha invitati: «Siate coraggiosi, siate iniziatori di una politica che non si basi sulla polemica sociale e sull’identificazione di avversari da combattere ma di una umanità da valorizzare».

Per questo ha previsto, per il futuro, «un nuovo impegno sociale diverso dal presente e dal passato». «Per costruire il futuro – ha detto il porporato – sarà fondamentale un rinnovato impegno educativo, educare e formare una nuova classe dirigente onesta e responsabile che investa sulle giovani generazioni». Ai giovani fucini, invece, ha chiesto di «essere in prima fila in questa grande sfida per il rinnovamento nella Chiesa e nella società per costruire un mondo migliore per tutti e soprattutto per rigenerarsi e per rigenerarci. Fate sentire vostra voce con coraggio e libertà». A tal proposito, il cardinale ha richiamato «le vicende storiche della Fuci, che rimandano a un passato in cui i giovani universitari hanno svolto un ruolo da protagonisti della storia italiana».

Citando Aldo Moro, Vittorio Bachelet e Giovanni Battista Montini, il card. Bassetti ha evidenziato come «quella fu una classe dirigente che per qualità umane e visioni politiche è stata tra le migliori dell’Italia unita, un modello per virtù, passione e capacità di spirito di servizio che ci interroga profondamente sullo stato di salute del Paese che assiste con preoccupazione allo stallo politico in cui è caduto».

«Ci interroga sulla consapevolezza delle priorità del nostro Paese per il bene comune – ha detto il porporato – che ha ricordato come «lavoro, famiglia e giovani sono le priorità che come vescovi abbiamo delineato da molto tempo». Il presidente della Cei ha evidenziato che «quello che ci sta più a cuore è il presente e il futuro dell’Italia che, sebbene caratterizzata da una lieve crescita economica, ha ancora una cultura della paura e una paralisi fa perdere la speranza». Da qui l’esortazione: «abbattiamo ogni muro di indifferenza per costruire ponti di dialogo e ricuciamo il tessuto sociale. Quelle priorità irrinunciabili non possono più aspettare. Siamo chiamati ad assumerci delle responsabilità».