Vita Chiesa

Pont. Comm. tutela minori: solidarietà a tutte le vittime di abusi

In una dichiarazione letta dal cardinale Sean Patrick O’Malley, coordinatore dei lavori, la Commissione ha reso noto che ha “adottato il principio che il bene di un bambino o di un adulto vulnerabile è prioritario nel momento in cui viene presa qualsiasi decisione”. I lavori di questi giorni, “rispondendo alle richieste del Santo Padre”, sono stati dedicati “alla natura e agli obiettivi della Commissione e all’ampliamento del numero dei membri, così da includere persone provenienti da altre aree geografiche e altre aree di competenza. Nelle nostre conversazioni abbiamo anche esaminato molte proposte sui modi in cui la Commissione potrebbe collaborare con esperti di diverse aree connesse con la salvaguardia di bambini e adulti vulnerabili. Abbiamo anche incontrato alcuni membri della Curia Romana relativamente ad aree di futura cooperazione, fra i quali rappresentanti della Segreteria di Stato, della Congregazione per la dottrina della Fede, della Congregazione per il clero, della Sala Stampa e della Gendarmeria Vaticana”.

“Comunicheremo a Papa Francesco – ha riferito il cardinale O’Malley – i risultati del nostro lavoro. A suo tempo proporremo iniziative per incoraggiare la responsabilità locale nel mondo e la condivisione reciproca delle ‘pratiche migliori’ per la protezione di tutti i minori, con programmi di addestramento, educazione, formazione e risposte agli abusi. Abbiamo anche condiviso con Papa Francesco quanta importanza attribuiamo ad alcune aree nel nostro futuro lavoro”. Per la Commissione “particolarmente importante” è “garantire l’esercizio della responsabilità (accountability) nella Chiesa, compreso lo sviluppo degli strumenti per protocolli e procedure efficaci e trasparenti”. Da qui la decisione di proporre a Papa Francesco “Statuti per esprimere più precisamente la natura della Commissione, la sua struttura, la sua attività e i suoi obiettivi. È chiaro, ad esempio, che la Commissione non tratterà casi individuali di abuso, ma potrà presentare raccomandazioni sulle direttive per assicurare l’obbligo della responsabilità e le pratiche migliori. Negli Statuti intendiamo presentare proposte specifiche per sottolineare le vie per sensibilizzare le persone sulle tragiche conseguenze degli abusi sessuali e sulle conseguenze devastanti del mancato ascolto, dei mancati rapporti di sospetto di abusi, e del mancato sostegno alle vittime di abusi sessuali e alle loro famiglie”.

L’educazione come strumento di risposta della Chiesa al problema degli abusi sui minori. È quanto auspicato dal cardinale Sean Patrick O’Malley, nel corso di un briefing in cui ha letto una dichiarazione della Pontificia Commissione per la tutela dei minori. “C’è ancora molta ignoranza su questo tema – ha precisato il cardinale riferendosi agli abusi – ed è un problema che la Chiesa deve affrontare nel mondo”.

Per questo motivo O’Malley si è detto “impaziente di avere nella Commissione persone da più parti nel mondo” che portino il loro contributo al lavoro appena iniziato. Rispondendo alle domande dei giornalisti, il cardinale ha ribadito che “il Papa vuole che la Commissione sia autonoma e indipendente e non associata a nessun Dicastero”. Circa l’esercizio della responsabilità (accountability) nella Chiesa, il cardinale ha dichiarato che “i protocolli che proporremo tratteranno tanto quanti perpetrano gli abusi tanto quanti sono negligenti nel proteggere contro questi fatti”. Al briefing ha partecipato anche Marie Collins, membro della Commissione e lei stessa vittima di abusi: “Vogliamo tutti la protezione dei bambini – ha detto – ci sono molte vittime di pedofilia ad opera del clero nel mondo che su questa Commissione hanno riposto grandi speranze. Non possiamo fare promesse ma come vittima io stessa credo che raggiungeremo obiettivi importanti”.