Vita Chiesa

Prato, incontro su Renzo Buricchi e Divo Barsotti: due carisimi un solo spirito

Sabato 14 ottobre alle ore 15 nel salone vescovile, fratel Sergio Scardigli, il più anziano della famiglia monastica fondata da Barsotti, la Comunità dei figli di Dio, presenterà il suo nuovo libro. Edito dalla Lef, Libreria editrice fiorentina, è appena uscito: «Due carismi un solo spirito», dedicato ai punti di contatto tra la spiritualità di Barsotti e quella di teorizzata da Buricchi ai suoi «discepoli» e nelle semplici ma splendide conversazioni che teneva ai clienti del suo bar.

«Pur essendo vissuti nello stesso periodo e vicini geograficamente, i due non si sono mai incontrati né conosciuti – racconta Marcello Pierucci, biografo di Buricchi e profondo conoscitore del suo pensiero – ma hanno molte cose in comune, perfino l’utilizzo di certe espressioni è lo stesso».

Divo Barsotti viene considerato uno dei mistici del’900, ha scritto numerosi libri e predicato in molti ritiri spirituali. Insomma fu un personaggio molto apprezzato e conosciuto. Renzo Buricchi invece visse le proprie doti di maestro e «teologo» nel «nascondimento», come ama ripetere Pierucci. Soltanto 17 anni dopo la morte, avvenuta nel 1983, con l’uscita del libro «Un cipresso per maestro» scritto da Pierucci, la storia e la profonda spiritualità di Buricchi escono dall’anonimato. «Per questo Barsotti non lo ha conosciuto, anche se è venuto in contatto con un altro grande dell’epoca: Giuseppe Dossetti, che ne rimase affascinato», aggiunge l’amico scrittore.

Al convegno di sabato 14 ottobre, oltre a fratel Sergio Scardigli, prenderanno parte anche mons. Basilio Petrà, autore della prefazione del libro e don Gildas Vegan, sacerdote del Benin che ha dedicato una tesi di dottorato a Buricchi.

L’idea di promuovere un nuovo convegno dopo quello svoltosi lo scorso anno sempre in Palazzo vescovile, nasce dal desiderio espresso dal vescovo Agostinelli di iniziare una causa di beatificazione di Renzo Buricchi. Il primo passo di questa importante quanto difficile strada è quello della ricognizione delle virtù cristiane del candidato, raccolte da un apposito tribunale diocesano nominato dal Vescovo. Questa fase arriverà successivamente, adesso la volontà della Diocesi e degli amici del tabaccaio è quella di far conoscere alla città chi era Buricchi e qual era il suo messaggio.

Chi era Renzo Buricchi. Nasce a Seano il 21 gennaio 1913 in una famiglia contadina. Renzo è cugino dei fratelli partigiani Buricchi, protagonisti della resistenza pratese, e fin da giovane è iscritto al partito comunista. Il suo amore per la natura e la sua costante «osservazione del mondo» fanno maturare in lui il convincimento che il tutto è riconducibile all’opera di un Creatore. Alla maggiore età inizia a lavorare in un bar tabaccheria in piazza del Comune a Prato, in pieno centro storico. Da quel momento comincia il suo percorso di conoscenza dell’uomo e del mistero che lo lega a Cristo. Si mette a studiare il Vangelo e la vita di San Francesco. Diventa un teologo autodidatta ma dalla visione profonda e originale. Riunisce attorno a sé un gruppo di discepoli con cui condivide il suo pensiero e la sua spiritualità. Morirà i 6 ottobre 1983. Solo diciassette anni dopo la morte, nel 2000, il suo nome e le sue parole usciranno dall’anonimato grazie al libro «Un cipresso per maestro» scritto da Marcello Pierucci. Ben presto su sua ispirazione nascono prima in Toscana e poi in Italia, i «piccoli cerchi», gruppi di preghiera che seguono la spiritualità di Renzo Buricchi. Recentemente il cardinale Walter Kasper, dopo aver letto un libro su Buricchi, lo definisce «uno straordinario teologo carismatico sapienziale e sperimentale».