Vita Chiesa

Ramadan: Pontificio Consiglio dialogo interreligioso, «insieme per la cura della casa comune»

«Cari fratelli e sorelle musulmani, vogliamo assicurarvi della nostra solidarietà orante in questo tempo di digiuno nel mese di Ramadan e per la celebrazione conclusiva di ‘Id al-Fitr, estendendo a voi di cuore i nostri migliori auguri di serenità, gioia e abbondanti doni spirituali». Inizia con queste parole il Messaggio augurale in occasione del mese del Ramadan (iniziato quest’anno intorno al 27 maggio, e per la festa di ‘Id al-Fitr che cade verso il 24 giugno) inviato dal Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso ai «musulmani del mondo intero» dal titolo «Cristiani e musulmani: insieme per la cura della casa comune».

Il documento porta le firme del presidente del Consiglio Pontificio, il cardinale Jean-Louis Tauran, e del segretario, Miguel Ángel Ayuso Guixot. Il Messaggio di quest’anno, vi si legge, «è particolarmente attuale e significativo: cinquant’anni fa, nel 1967, solo tre anni dopo l’istituzione di questo Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso da Papa Paolo VI, il 19 maggio del 1964, per la prima volta fu inviato un Messaggio per questa occasione. Negli anni seguenti, due Messaggi sono stati particolarmente importanti: quello del 1991, durante il pontificato di Papa Giovanni Paolo II, dal titolo ‘La via dei credenti è la via della pace’, e quello del 2013, nel primo anno di pontificato di Papa Francesco, dal titolo ‘La promozione del mutuo rispetto attraverso l’educazione’, entrambi firmati dai Pontefici stessi».

«L’esperienza di entrambe le nostre comunità afferma il valore di questo Messaggio per promuovere cordiali relazioni tra vicini e amici cristiani e musulmani, offrendo riflessioni su sfide attuali e urgenti».

«Vi auguriamo, ancora una volta, serenità, gioia e prosperità», si legge nel Messaggio che  si ispira in particolare all’enciclica di Papa Francesco «Laudato si’ – Sulla cura della casa comune», indirizzata non solo ai cattolici e ai cristiani, ma a tutta l’umanità.

«Papa Francesco attira l’attenzione sui danni causati all’ambiente, a noi stessi e ai nostri simili, dai nostri stili di vita e dalle nostre decisioni. Ci sono, ad esempio, alcune prospettive filosofiche, religiose e culturali che rappresentano una minaccia per il rapporto dell’umanità con la natura. Accogliere questa sfida coinvolge tutti noi, a prescindere dal fatto che professiamo o meno una credenza religiosa».

Lo stesso titolo dell’Enciclica «è espressivo: il mondo è una ‘casa comune’, una dimora per tutti i membri della famiglia umana. Pertanto, nessuna persona, nazione o popolo può imporre in modo esclusivo la propria comprensione del pianeta». Per questo – prosegue il messaggio – Papa Francesco invita a «rinnovare il dialogo sul modo in cui stiamo costruendo il futuro del nostro pianeta… perché la sfida ambientale che viviamo, e le sue radici umane, ci riguardano e ci toccano tutti» (n. 14).

«Come credenti, il nostro rapporto con Dio deve essere sempre più evidente attraverso il modo di rapportarci al mondo che ci circonda. La nostra vocazione di essere custodi dell’opera di Dio non è né facoltativa, né marginale in relazione al nostro impegno religioso come cristiani e musulmani: è parte essenziale di esso». «Possano i pensieri religiosi e le benedizioni che derivano dal digiuno, dalla preghiera e dalle buone opere, sostenervi, con l’aiuto di Dio, sulla via della pace e della bontà, nel prendervi cura di tutti i membri della famiglia umana e di tutto il Creato! È con questi sentimenti, che vi auguriamo, ancora una volta, serenità, gioia e prosperità».