Vita Chiesa

SINODO DEI VESCOVI: LA CRISI DI VOCAZIONI È UNA CRISI DI FEDE, I «VIRI PROBATI» NON SONO LA SOLUZIONE

Quello della “mancanza di sacerdoti” nel mondo “non è un problema, ma un sintomo”: il vero problema è la “crisi di fede”, che affligge in modo particolare l’Europa. Lo ha detto il card. Francis Arinze, prefetto della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei Sacramenti, durante la seconda conferenza stampa del Sinodo dei vescovi, in corso in Vaticano fino al 23 ottobre. Rispondendo alle domande dei giornalisti sulla crisi delle vocazioni, Arinze ha fatto notare che “il problema è la crisi della fede, perché il sacerdote è frutto della comunità, è il barometro della sua fede”.

Anche per il card. Juan Sandoval Iniguez, arcivescovo di Guadalajara (Messico), la crisi delle vocazioni è “un effetto, e non la causa” di fenomeni come la secolarizzazione, che “chiude la finestra all’infinito e si concentra su questo mondo, come se fosse la destinazione finale dell’uomo”. In questo contesto, il ricorso ai “viri probati” non rappresenta tanto “una soluzione”, quanto “un problema”, ha puntualizzato Sandoval citando le Chiese orientali, che “hanno preti sposati, ma nonostante ciò soffrono di crisi delle vocazioni. Spesso, infatti, i preti sposati non hanno tempo per studiare, devono guadagnare per mogli e figli, a volte divorziano e le mogli chiedono che il sacerdote mantenga loro e la prole”.

Una testimonianza diretta sui “viri probati” è venuta da mons. Sofron Stefan Mudry, vescovo emerito di Ivano-Frankivsk (Ucraina) e vicepresidente della Commissione per l’informazione del Sinodo, che ha definito quella dei 360 preti sposati (su 400), in Ucraina, “molto difficile”: “Hanno in genere molti figli – ha raccontato – a volte hanno una casa ma a volte no, perché è stata sequestrata dai comunisti. Ci sono problemi sociali e anche umani, nella vita di questi sacerdoti, che non possono essere neanche inviati in Occidente, che richiede solo celibi per il ministero sacerdotale”. Sir