Vita Chiesa

Sacerdoti toscani in Brasile

di Luca Niccheri Prete fiorentino «fidei donum» in Brasile

«La vita del mio popolo sarà lunga come quella degli alberi»: questa citazione di Isaia è il titolo suggestivo dell’incontro dei sacerdoti fidei donum italiani in Brasile che dal 28 gennaio al 1 febbraio ha raccolto a Manaus circa 120 missionari e missionarie italiani, preti, religiosi e laici. Tra loro spiccavano alcune famiglie con bambini piccoli che hanno rallegrato e coinvolto tutti. Del resto i laici ormai sono la maggioranza dei partecipanti ai corsi in preparazione alla missione organizzati dal Cum.

Provenienti dalle diocesi toscane erano presenti: il gruppo di Lucca composto da don Luigi Pivetti, don Massimo Lombardi e Luca Bianucci che lavorano nella Diocesi di Rio Branco, nell’Acre; il gruppo di Siena, composto da don Gianfranco Poddighe e don Ugo Montagner, che, insieme con Nadia Vettori di Pistoia, lavorano nella Diocesi di Balsas, nel Maranhão e infine i fiorentini don Tiziano Scaccabarozzi, che lavora nella diocesi di Porto Nacional nel Tocantins, e il sottoscritto, da novembre a São Salvador da Bahia insieme a Annamaria Boscaini. Tra i preti toscani in Brasile, va ricordato anche il gruppo della diocesi di Fiesole: don Sergio Ielmetti, don Franco Manetti e don Gabriele Marchesi, impegnati a Vitoria do Mearin, nello stato del Maranhão.

L’incontro è stato segnato da un lato dall’allegria di ritrovarsi di persone che hanno condiviso anche decenni di lavoro nel campo, nelle periferie urbane, nelle pastorali sociali, tra i marginalizzati, dall’altro – e soprattutto – dalla voglia di approfondire insieme il senso della loro esperienza, cogliere le sfide dei cambiamenti sociali ed ecclesiali – in Brasile e in Italia – per mantenere adeguato il proprio stile di presenza, nella fedeltà alla grande tradizione di forte coinvolgimento sociale tipica dei fidei donum italiani.

La sede di Manaus è stata scelta per entrare, anche fisicamente, nel cuore del dramma ecologico e sociale che è stato posto come tema della scorsa Campagna di Fraternità dei vescovi brasiliani.

Un primo momento di lavori ha avuto come filo conduttore l’ascolto dei «gridi» – della natura, della gente e dei missionari stessi – che ciascuno ha portato dalla sua terra, poi la riflessione nei gruppi tematici e l’ascolto del Vescovo di Manaus, il tutto assunto dai partecipanti nel corso di una suggestiva celebrazione, alla quale ha fatto seguito un momento turistico di gita in barca al celeberrimo «encontro das aguas» del Rio Negro col Rio Solimões che forma il Rio Amazonas.

Il giorno seguente si è aperto un altro fronte di riflessione: come affrontare le sfide portate dalla nuova situazione sociale e ecclesiale in Italia, letta nel contesto mondiale.

La Messa di conclusione è stata celebrata da dom Luiz Soares Viera, arcivescovo di Manaus, che ha ringraziato i vescovi italiani per la presenza dei fidei donum in Brasile.

Prima dell’inizio delle partenze il direttore del Cum ha sollecitato ad un cambiamento di nome per i prossimi incontri, sostituendo a «fidei donum» il termine «missionari» per meglio sottolineare l’apertura a tutti, che in verità c’è sempre stata.

Le valutazioni dei partecipanti al termine dell’incontro sono state molteplici: alcuni hanno sottolineato la mancanza di tempo per approfondire comunitariamente la situazione italiana, altri hanno al contrario evidenziato l’abilità dell’organizzazione a far fronte ad alcune defezioni importanti, e dell’ultimo minuto, dei relatori previsti. Tutti hanno concordato sul clima di amicizia e fraternità che si è respirato. Prossimi appuntamenti: nel 2009 gli incontri per regioni e tra tre anni l’incontro nazionale, questa volta a Salvador.

Sono arrivato in Brasile da poco più di due mesi e questa è stata per me la prima occasione per incontrare la pattuglia dei fidei donum italiani in Brasile. Mi ha colpito la grande personalità di molti di loro, la loro storia di vicinanza alla gente, la loro lucidità di analisi e soprattutto la forza della loro esperienza. Posso dire senz’altro che rientro a Bahia con uno sguardo più ampio, con una determinazione missionaria più forte, con strumenti più precisi per il mio lavoro. Come si dice da queste parti: «Valeu!»