Vita Chiesa

Sala Stampa Vaticana: Gregory Burke nuovo direttore. Paloma García Ovejero vicedirettrice

Dandone notizia la sala stampa vaticana riporta anche alcune note biografiche dei due: Burke è nato a Saint Louis (Missouri), nel 1959; ha studiato presso uno dei licei dei gesuiti della città, prima di laurearsi nel 1982 in letterature comparate alla «Columbia University» di New York. Specializzatosi in giornalismo, ha iniziato a lavorare per un giornale di New York e, in seguito, presso la «United Press International» a Chicago. Dal 1988 al 1992 è stato corrispondente da Roma per il «National Catholic Register» e, successivamente (1992-1993), per il «Metropolitan Magazine». Dal 1994 al 2001 è stato corrispondente, sempre da Roma, per il «Time Magazine». Nel 2001 ha lasciato il «Time» e ha iniziato a lavorare per la tv, diventando corrispondente da Roma per «Fox News», incarico che ha mantenuto fino al luglio 2012, quando è stato chiamato in Vaticano per ricoprire l’incarico di «advisor» per la comunicazione della Segreteria di Stato. García Ovejero, invece, è nata a Madrid nel 1975. Si è laureata in giornalismo alla «Universidad Complutense» di Madrid nel 1998 e, dopo un master conseguito nel 2001, ha approfondito, nel 2006, alla «New York University» le strategie di management e comunicazione. Dal 1998 lavora per l’emittente spagnola «Cope». Da settembre 2012 è corrispondente da Roma e dalla Santa Sede. Ovejero ha anche collaborato con media di diversi Paesi: Madrid, New York, Messico e Buenos Aires.

«Gratitudine a padre Federico Lombardi» e «auguri» a Gregory Burke e Paloma García Ovejero. Sono i due sentimenti che monsignor Dario Edoardo Viganò, prefetto della Segreteria per la comunicazione (Spc), esprime nel «salutare» le nomine dei nuovi responsabili della sala stampa della Santa Sede. «Il primo pensiero – afferma Viganò in una nota – di gratitudine va, senz’altro, a padre Lombardi, che ha diretto la sala stampa in maniera eccellente per dieci anni. Tutti sappiamo che non è stato un periodo facile, ma padre Lombardi non si è mai abbattuto. Anzi… Come ama dire: è stato un grande servitore e collaboratore dei comunicatori, perché potessero svolgere bene il loro lavoro. Sempre disponibile, ha dato ogni giorno testimonianza del suo grande amore per la Chiesa». Ora, prosegue il prefetto, «arrivano due laici, un uomo e una donna, due professionisti chiamati a un grande compito. A loro rivolgo fervidi auguri. Due cose colpiscono, in modo particolare, nella loro scelta. La prima: sono due laici. Come non ricordare quanto ha scritto Papa Francesco nella lettera al cardinale Marc Ouellet, presidente della Pontificia Commissione per l’America Latina: ‘I laici sono parte del Santo Popolo fedele di Dio e pertanto sono i protagonisti della Chiesa e del mondo; noi siamo chiamati a servirli, non a servirci di loro’. La seconda: la loro provenienza. Burke e Ovejero vengono da due contesti diversi. E questo è molto importante per l’internazionalizzazione della sala stampa. È il respiro della cattolicità che si apre sempre più alla sua dimensione reale, ovvero planetaria». Inoltre, conclude Viganò, «Burke ha grande esperienza, avendo già ricoperto, dal luglio 2012, l’incarico di advisor per la comunicazione della Segreteria di Stato e da qualche mese quello di vicedirettore della sala stampa. Mentre Ovejero è la prima donna a ricoprire un incarico del genere: sicuramente, come dice il Papa, darà un grande contributo con la sua sensibilità femminile».

«La nomina dei nuovi responsabili della sala stampa della Santa Sede rappresenta un ulteriore tassello del processo di riforma», spiega ancora. «Posso ribadire con estrema chiarezza – sottolinea Viganò in una nota – che non ci sono aspetti d’incertezza sulla riforma. Anzi… Il processo va avanti con grande attenzione e riflessione». Dunque, aggiunge, «abbiamo quattro direzioni paritetiche sotto la guida del prefetto che costituiranno per ora anche il Consiglio direttivo del Dicastero: la direzione per gli affari generali, quella tecnologica, quella teologico-pastorale e quella della comunicazione istituzionale (la sala stampa, appunto)». Viganò esorta poi «nuovamente» ad avere «cuore e mente aperti per vincere le tentazioni del ‘si è sempre fatto così’ e di una retorica consolatoria che enfatizza la grandezza di quanto nella storia la Chiesa ha saputo fare». Solo così si può avviare «un vero processo di riforma» in qualsiasi settore. In merito alla sala stampa il prefetto ribadisce che «il suo ruolo non cambierà, perché è appunto la sede propria della comunicazione istituzionale. Probabilmente cambieranno le modalità con cui si cureranno i rapporti con i giornalisti. Penso, ad esempio, a un sistema digitale, perché tutti possano essere informati tempestivamente. O, magari, all’estensione dell’orario di apertura, per far fronte alle esigenze di tutto il mondo». Insomma, conclude, «al di là delle modalità concrete, la sala stampa è e resterà il luogo della comunicazione istituzionale».