Vita Chiesa

San Miniato, mons. Migliavacca consegna il «mandato» ai presepisti

In Toscana c’è un coordinamento «Terre di Presepi» che ha messo in rete paesi e natività, per un movimento che lo scorso anno ha messo un milione di visitatori. Quest’anno i presepisti hanno ricevuto una sorta di «mandato» dal vescovo di San Miniato.

Nell’omelia, mons. Andrea Migliavacca, rivolgendosi ai presepisti provenienti ha sottolineato come le parole del profeta Gioele aiutino a cogliere il senso più profondo del presepe che viene fatto e viene offerto al pellegrinaggio, all’incontro alla visita. «Si parla di un annuncio di una notizia bella e buona che deve essere ascoltata e la buona notizia è che il Signore viene. Si affrettino e salgano le nazioni, lì sederò per giudicare, tutte le nazioni dei dintorni. La messe è matura, il torchio è pieno e i tini traboccano, è l’immagine della pienezza che il tempo è compiuto e il Natale diventerà il momento di questa pienezza. Questo annuncio che è una parola bella, è un annuncio di gioia, è l’annuncio che anche presepe vuole fare risuonare. E allora credo che – rivolgendosi ai presepisti –  le creazioni che voi farete, le tappe diverse che avremo in Toscana nelle nostre diocesi con i vari presepi da visitare, da incontrare, diventano un messaggio per far risuonare nella nostra terra un annuncio bello di un tempo che si è compiuto. C’è una notizia nuova, c’è una notizia di vita che ci raggiunge».

Il presule ha sottolineato poi l’importanza dell’ascolto come condizione indispensabile in cui porsi prima di costruire il presepe.

«Come far nascere un presepe ce lo indica il Vangelo di Luca: «dalla folla una donna alzò la voce e disse: «Beato il grembo che ti ha portato e il seno che ti ha allattato!». E  Gesù apre l’orizzonte della beatitudine  «Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!». Ecco allora come far nascere il presepe: dall’ascolto della parola di Dio, dall’ascolto della Parola e delle Parole. Credo che l’ispirazione di un presepe, insieme alla scena di Betlemme, nasca dall’aver imparato ad ascoltare le parole. E sono le parole della nostra gente, della vita, del nostro mondo, parole che raccontano eventi lieti e tristi,  parole che raccontano i problemi di oggi che vengono rilette e annunciate attraverso il presepe. Il presepe racconta la buona notizia e racconta la parola di Dio».

«Viviamo questo tempo verso il Natale – ha sottolineato Migliavacca – come tempo di preparazione e di ascolto della parola di Dio per farla arrivare al cuore. Solo allora si potrà fare un presepe che diventerà accoglienza del Signore». Terre di Presepi si trasformerà nel prossimo Natale in una vera e propria via di pellegrinaggio che passa attraverso le natività storiche, i presepi artistici, le vie dei presepi, i musei  e le mostre del presepe e i presepi viventi toccando oltre settanta realtà della Toscana e delle regioni vicine.