Vita Chiesa

Se la Chiesa annuncia il «Vangelo della famiglia»

Si avvicina il Sinodo dei Vescovi dedicato alle «sfide pastorali sulla famiglia». Sarà la prima tappa di un percorso che Papa Francesco ha previsto in due anni: l’assemblea che si svolgerà dal 5 al 19 ottobre prossimi sarà un’assemblea «straordinaria» nella quale i Padri sinodali valuteranno e approfondiranno i dati, le testimonianze e i suggerimenti arrivati dalle diocesi di tutto il mondo. L’Assemblea del 2015, che avrà una partecipazione più ampia, cercherà di individuare le linee operative pastorali più adeguate. «Intorno a questo evento così importante per la Chiesa sta crescendo l’attenzione» afferma don Paolo Gentili, il sacerdote toscano (della diocesi di Grosseto) che dal 2009 ricopre l’incarico di Direttore nazionale dell’Ufficio di Pastorale Familiare della Conferenza Episcopale Italiana.

Don Paolo, il Papa ha chiesto di accompagnare con la preghiera questo momento importante per la Chiesa. Quali sono le modalità e i segni con cui si può rispondere a questo invito?

«C’è la convocazione del 4 ottobre, quando la Chiesa italiana si stringerà attorno a papa Francesco in un momento particolare di preghiera per la famiglia. L’appuntamento è dalle 18 alle 19,30 in piazza San Pietro: le famiglie potranno condividere con il Papa e con i Padri sinodali un momento di preghiera nella gioia e nell’attesa per la riflessione del cammino sinodale. A questo incontro si lega anche un’altra iniziativa, quella che abbiamo chiamato “Accendi una luce in famiglia”: chi non potrà essere in piazza San Pietro, oltre alla possibilità di seguire attraverso Tv 2000 e altre televisioni cattoliche l’incontro, potrà sentirsi unito attraverso la preghiera. L’invito è quello di organizzare momenti di preghiera in famiglia, nella propria “Chiesa domestica”, oppure in forma comunitaria, in gruppi di famiglie, in parrocchia, associazioni, comunità religiose, a livello diocesano… Una veglia in cui invocare lo Spirito Santo perché illumini la riflessione del Sinodo, ponendo sulla finestra delle proprie abitazioni un lume acceso»

Il Sinodo avrà, come punto di partenza, i contributi arrivati da tutto il mondo in risposta al questionario proposto dalla Santa Sede. Un lavoro che ha coinvolto parrocchie, diocesi, movimenti, associazioni: segno che il tema è molto sentito. Come si vive localmente l’attesa per il Sinodo?».

«C’è un’attesa tangibile e carica di speranza. Al questionario hanno risposto in Italia 160 diocesi, c’è stato un ascolto capillare. Al momento della sua elezione, Papa Francesco fece un gesto particolare chiedendo al popolo di benedirlo: un segno che adesso si è tradotto con la richiesta, nell’indire questo doppio Sinodo, di iniziare ascoltando tutti, fino alle “periferie” della Chiesa, per usare il suo linguaggio.

Sulla famiglia in questi anni è cresciuta l’attenzione anche da parte di chi comunque fa fatica a scegliere il matrimonio, o ad aprirsi alla vita, in un Paese dove purtroppo sono carenti le politiche che favoriscano la famiglia o la natalità. Noi vogliamo manifestare l’attenzione della Chiesa italiana attorno a una tematica decisiva come quella della famiglia». Tra i temi su cui il Sinodo si soffermerà ci sono molte questioni spinose: coppie di fatto, unioni omosessuali… Il punto di partenza dell’Instrumentum laboris però è un altro: l’annuncio del «Vangelo della famiglia». Cosa significa?

«Dobbiamo ricordarci che la famiglia è nata prima di tutta la nostra organizzazione e i nostri organismi pastorali, della parrocchia, della diocesi… La famiglia è il luogo dell’amore, dell’appartenenza, del donarsi reciproco. Se viene meno la famiglia perdono significato anche i termini padre, madre, sposo e sposa, fratello e sorella… Riscoprire la famiglia vuol dire riscoprire anche l’appartenenza all’umanità e al popolo di Dio. Oggi in alcuni casi si vive l’affetto sponsale senza giungere al matrimonio, si genera la vita senza fare famiglia, si indebolisce il permanere dei legami familiari. La Chiesa ha già riflettuto su questi temi con il Sinodo del 1980, da cui scaturì la Familiaris consortio. Oggi è il tempo di riprendere con coraggio l’annuncio di quella “buona notizia” che è la famiglia. Parlare della famiglia non è ritorno al passato, ma un ritorno al futuro: perché non c’è dubbio che sulla famiglie è in gioco il destino dell’umanità, il futuro di tutto ciò che è umano, che proprio nella famiglia ha le sue radici».

La Chiesa italiana ha sperimentato, in questi anni, varie forme per un maggiore coinvolgimento delle famiglie nella pastorale parrocchiale. Quali sono i risultati?

«In Italia c’è una grande vitalità di iniziative che vedono la famiglia come soggetto attivo e protagonista dell’azione pastorale. Quando una coppia di fidanzati viene dal parroco a chiedere di fissare una data per sposarsi, se quel parroco ha accanto a sé una famiglia che lo affianca, il cammino verso il matrimonio sarà più vivo, più efficace. Lo stesso vale per i genitori che chiedono il battesimo dei figli, ma si stanno sperimentando anche iniziative in ambito dell’iniziazione cristiana dei bambini e dei ragazzi, o per aiutare le famiglie con i figli adolescenti. Si sta tornando a valorizzare quel sacramento del matrimonio che è anche presenza di Dio, grazia che opera nella comunità. È importante anche che al Sinodo accanto ai vescovi ci saranno, già quest’anno, tredici coppie tra cui anche due italiane: e il prossimo anno la partecipazione sarà ancora maggiore».