Vita Chiesa

«Se ti dico Dio, cosa pensi?» Le Chiese toscane in ascolto dei giovani

«Giovani, fede e discernimento vocazionale»: è il tema scelto per l’anno pastorale 2017/2018, quello che condurrà tutta la Chiesa italiana al Sinodo dei Giovani, ispirato e così tanto voluto da Papa Francesco e dai nostri Vescovi. Un evento che interpella ciascuno in prima persona, ognuno nel suo ruolo di educatore, di animatore, sacerdote, ognuno con la sua chiamata, ma che interpella anche le comunità, a livello diocesano, parrocchiale e di gruppo.

Il cammino di avvicinamento della pastorale giovanile delle diocesi toscane al Sinodo dei Giovani ha avuto il suo inizio con lo studio e il lavoro sul sussidio preparato appositamente dal Servizio nazionale di Pastorale giovanile per il discernimento pastorale, un prezioso strumento di lavoro che sta aiutando le parrocchie, i gruppi, le associazioni ed i movimenti che si occupano della cura educativa dei giovani ad interrogarsi sui punti di forza e i punti di debolezza della proposta pastorale, a verificare quanto finora si è fatto e ad individuare delle prospettive per il futuro. Un lavoro di discernimento paziente e capillare i cui frutti non saranno certamente immediati, ma che non tarderanno a venire.

Lo scorso 17 ottobre gli incaricati di pastorale giovanile delle diocesi e di alcune associazioni e movimenti si sono ritrovati presso il Convento di San Francesco a San Miniato, per fare il punto sul cammino intrapreso nelle rispettive realtà diocesane. In particolare l’interesse e la disponibilità delle associazioni e dei movimenti ad aderire e a coinvolgersi nei percorsi e nelle iniziative proposti dalle diocesi di appartenenza è già un piccolo ma significativo frutto del Sinodo.

La fase del discernimento, per quanto non dovrà mai essere abbandonata, lascerà a poco a poco il passo a quella dell’ascolto dei giovani. Papa Francesco ha più volte ripetuto che tutti i giovani dovranno essere ascoltati, non soltanto quelli già attivi e coinvolti nei gruppi e nei cammini parrocchiali o associativa, ma anche quelli – e sono la maggioranza! – che vivono alla periferia di essi o che, pur avendo ricevuto i sacramenti dell’iniziazione cristiana, da tempo hanno abbandonato ogni pratica. Tutti, anche se non ne sono consapevoli o non lo esprimono, hanno ugualmente sete di qualcosa di verità, di autenticità, di amore, di qualcosa che riempia il loro cuore, forse ormai intasato di materiale inutile e vuoto.

Le equipe di pastorale giovanile, ognuna con le sue specificità, si sono messe al lavoro per individuare dei momenti dove raccogliere i propri giovani e le modalità per ascoltare coloro che invece ordinariamente non riescono a raggiungere. Le idee e le proposte nei vari territori sono state le più disparate, tutte belle ed uniche.

In diocesi di Pisa, le equipe formate dal servizio diocesano di pastorale giovanile hanno avvicinato decine di giovani estranei ai gruppi parrocchiali e agli oratori e li ha intervistati ponendo loro tre domande: Se ti dico Dio cosa pensi? Pensi che la Chiesa si prenda cura dei giovani? Conosci il Vescovo? Cosa gli chiederesti? E non sempre le risposte sono state scontate! I giovani della diocesi di Fiesole, invece, sono stati chiamati a raccogliersi in una tre giorni per vivere insieme le sfide lanciate dal Sinodo. Prima di loro, a settembre, i giovani di Arezzo-Cortona-San Sepolcro si erano ritrovati a Camaldoli. Ai giovani di Livorno sono stati proposti due cammini: la Scuola della Parola sul tema del discernimento vocazionale ed un laboratorio che si riunisce una volta al mese per produrre un documento da restituire al Vescovo e ai parroci.

La diocesi di Prato, in questa preziosa occasione del Sinodo, ha proposto una Scuola di formazione per i missionari. «Non spaventi il termine “scuola” – ha scritto il vescovo mons. Agostinelli nel Piano pastorale – quasi si trattasse di un master che va ad aggiungersi ad altri». L’idea è quella di formare dei giovani missionari per altri giovani. «Ci piacerebbe che fossero gli stessi ragazzi a lanciare una proposta ispirata al Vangelo ai propri coetanei».

A queste (e ad altre) iniziative pensate appositamente in vista Sinodo dei Giovani, si affiancano i numerosi momenti di incontro, di condivisione, di formazione, di preghiera, di missione che già da tempo caratterizzano la proposta di pastorale giovanile in Toscana. Proprio pochi giorni fa si è conclusa a Firenze una missione di evangelizzazione animata dai giovani stessi, pensata e voluta proprio perché potessero andare incontro, ascoltare e mettersi in dialogo con i loro coetanei che frequentano le classi scolastiche e l’università e i luoghi di ritrovo tipici del mondo giovanile. Negli stessi giorni, in occasione della Festa del Tartufo locale, a San Miniato la Comunità di Nuovi Orizzonti ha organizzato la missione di evangelizzazione per le vie del paese.

Il culmine del percorso di avvicinamento al Sinodo dei Giovani delle diocesi toscane sarà nell’agosto del 2018. Le diocesi, infatti, si metteranno letteralmente in cammino, invitandoli ad pellegrinare nei luoghi significativi dei loro territori o lungo le antiche vie di pellegrinaggio di cui l’Italia è disseminata. La meta è Roma, la tomba di Pietro e la sede del suo successore, dove il Papa ha invitato tutti i giovani italiani per un incontro di festa e di preghiera l’11 e il 12 agosto. Undici anni dopo l’Agorà di Loreto i giovani italiani si raduneranno con e intorno a Pietro e sarà un grande momento di grazia. Come tappa dei rispettivi cammini le diocesi toscane e le altre realtà di pastorale giovanile associative o di movimento che lo vorranno stanno pensando di incontrarsi il 10 agosto per una giornata regionale presso il Santuario di Montenero, come occasione per la conoscenza reciproca e la condivisione dell’ultima parte di cammino che porterà a Roma, sotto lo sguardo e la protezione della Madonna patrona della Toscana.

«La Chiesa è viva. E la chiesa è giovane!» Risuonano più che mai attuali le parole di Papa Benedetto XVI, parole impegnative, però, perché in questo cambiamento d’epoca tutti noi siamo invitati a metterci in discussione e a domandarci cosa possiamo fare perché la fiamma della fede si riaccenda o riprenda vigore nei nostri giovani, nella certezza che nel cuore dell’uomo «tutto passa, solo Dio resta» (S. Teresa d’Avila).